L’altro Nuvolari: il campione automobilistico era un cultore della moda

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“L’altro Nuvolari”. Dopo oltre sessant’anni anni tornano alla luce valigie e indumenti appartenuti al grande Tazio Nuvolari, fantastico pilota ed una carriera durata ben trent’anni. Il materiale si trovava in una soffitta di Mantova, di proprietà di Marcello Croci, pronipote di Carolina Perina, moglie del pilota. Ora è possibile ammirarli nella Boutique LBM 1911, in via della Spiga 30 a Milano.

Si denota da quanto ritrovato un Nuvolari appassionati di viaggi, ma soprattutto di un abbigliamento ricercato e fine. Un tratto fin qui sconosciuto, che fa rivivere questo personaggio sotto una luce inedita, quella della raffinatezza dello stile di vita, che passava per la ricerca di una creatività unica, sia nella guida agonistica, nel disegnare le vertiginose traiettorie-limite delle curve, sia nella fotografa, con lo studio dell’originalità dei soggetti e delle inquadrature, sia nell’abbigliamento, esclusivo e addirittura simbolico in corsa, e di composta, classica eleganza nelle molteplici situazioni della quotidianità.

Grazie all’iniziativa della Scuderia Tazio Nuvolari Italia, gli oggetti ritrovati – valigie, sacche, bauli, cappelliere e camicie da sera – saranno ospitati a Milano, in occasione della Settimana della moda maschile nella rinomata boutique LBM 1911 di via della Spiga 30, in pieno centro a Milano.

Una storia tutta mantovana, dunque, che a Mantova si concluderà con l’approdo della mostra al Museo Tazio Nuvolari, che accoglie tutti i cimeli del grande campione.

L’altro Nuvolari

L’abbigliamento degli sportivi ha subito nel tempo una profonda evoluzione, evidente in particolar modo nell’àmbito delle discipline motoristiche: dall’individualismo assolutamente casual dei pionieri alle odierne uniformi di squadra, molto più protettive, grazie soprattutto ai tessuti ignifughi ma con un aspetto che si direbbe ispirato, più che a quelli di una qualunque “moda”, ai codici formali del packaging.

Tazio Nuvolari riuscì a fare eccezione anche in questo. Il ventennio fra le due guerre lo vide compiere via via scelte mirate a rendersi immediatamente riconoscibile fra tutti: un fantasioso maglione di lana a strisce orizzontali – definito dai posteri un Missoni ante litteram –, un giubbetto di pelle senza maniche contro il freddo o la pioggia, e infine pantaloni azzurri e maglietta gialla (esclusivamente per la corsa: in prova indossava la tuta).
Accessori di rito: caschetto bianco o rosso, nastrino tricolore al collo e la tartaruga d’oro donatagli da Gabriele D’Annunzio. Non meno vistosi i mutamenti susseguitisi da un decennio all’altro del secolo scorso in fatto di abbigliamento degli sportivi al di fuori della pratica agonistica, ovvero nella vita di tutti i giorni.