Pagamenti: diminuiscono i ritardi!

Ritardi nei pagamenti da esigere. Un problema che ha afflitto molti manager e professionisti negli ultimi tempi. Ma finalmente qualcosa sta cambiando, in meglio. A dircelo è lo Studio Pagamenti, aggiornato a fine marzo 2016, realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha studiato i comportamenti di pagamento delle imprese italiane.

Infatti, secondo i dati, diminuiscono i ritardi gravi nei pagamenti delle imprese italiane. Rispetto ad un anno fa, i pagamenti oltre i 30 giorni di ritardo, uno dei principali indicatori dello stato di salute delle imprese, sono calati del 12,1%.  Il 35,1% delle imprese, dati aggiornati a marzo 2016, invece, paga alla scadenza, il 51,1% entro il mese di ritardo, il 13,8% la percentuale dei ritardi gravi. Una percentuale, quest’ultima, che ha raggiunto il suo minimo storico dal 2010 ad oggi, anche se rispetto proprio a 6 anni fa, è cresciuta del 150,9%. Ad accusare maggiormente il colpo continuano ad essere le imprese che operano nel settore del commercio al dettaglio, punto finale di tutte le filiere industriali: solo un’impresa su quattro (24,9%) risulta essere virtuosa, il 22% salda le fatture con oltre il mese di ritardo.

Analizzando i dati Regione per Regione, risulta che le aziende più puntuali nei pagamenti sono quelle del Nord Italia. In particolare quelle del Nord Est pagano per il 43,5% regolare, mentre i ritardi gravi sono solo l’8,1%. Situazione opposta per il sud e le isole, dove il 22,1% è virtuoso e ben il 23,2% ancora in forte difficoltà nel saldare i debiti con i fornitori. Bene anche il nord ovest (41,5% di pagamenti alla scadenza, 9% oltre il mese di ritardo), situazione intermedia per il centro Italia (31,1% di imprese puntuali, 16,4% i cattivi pagatori). Entrando nel dettaglio delle singole Regioni invece è la Lombardia, per la prima volta dopo anni, ad aggiudicarsi il primo posto in fatto di puntualità con il 45,2% di imprese virtuose. Perde invece il suo primato l’Emilia Romagna, con il 44,9%. A seguire per completare le prime cinque posizioni il Veneto (44,3%), il Friuli Venezia Giulia (43,8%) e la Valle D’Aosta (39,1%). In fondo alla classifica troviamo la Sicilia con solo il 18,7% di pagamenti regolari contro un 25,1% di gravi ritardi. Male anche Calabria (20,6%) e Campania (20,8%) e Sardegna (22,2%).

Per quello che riguarda, invece, i settori merceologici, il comparto dei servizi finanziari è quello che gode di miglior salute con una quota del 45% di performance virtuose, a fronte di un 9,8% di ritardi gravi. Bene anche l’edilizia (39,4% di imprese puntuali, 11,6% di ritardi gravi).

“In Italia molti ritengono che nel 2015 si sia assistito a un cambiamento del clima di fiducia delle imprese. In effetti, dal nostro osservatorio ‘Pagamenti: che cosa dicono le imprese’, che viene somministrato tutti gli anni agli invitati al Convegno Studio Pagamenti, emerge che per ben il 50,9% degli intervistati la situazione economica della propria azienda migliorerà nel 2016 – afferma Marco Preti, Ad di Cribis D&B -. Se invece si sposta l’attenzione alla situazione economica mondiale e nazionale, la percentuale scende al 25,4%. Le aziende italiane, dopo anni di ristrutturazioni e ridefinizione di mercati, prodotti e obiettivi, sembrano quindi avere oggi più fiducia nelle proprie capacità, anche se non ancora nel contesto economico più generale. Le aziende hanno infatti affrontato la crisi concentrandosi soprattutto sulla ricerca di nuovi mercati e sulla ridefinizione delle strategie di gestione della clientela. Come CRIBIS D&B, possediamo un osservatorio privilegiato per valutare entrambi gli aspetti, essendo il leader in Italia sulle informazioni sulle aziende estere e fornendo informazioni e servizi per la gestione del credito e del portafoglio clienti. In particolare le aziende che hanno ottenuto le migliori performance sono quelle che hanno utilizzato la gestione del credito come uno dei parametri di segmentazione della clientela, in sinergia con le esigenze e gli obiettivi commerciali. La puntualità dei pagamenti è quindi diventata uno degli elementi chiave per ottimizzare i flussi di cassa e individuare i clienti da fidelizzare e su cui investire. Non stupisce che nella gestione del credito la priorità sia divenuto il monitoraggio costante della clientela, l’adozione di strategie per la riduzione degli insoluti e l’efficientamento delle procedure. Adesso, in questo clima di maggiore fiducia, le aziende devono continuare a investire nella gestione del credito per non disperdere il patrimonio di competenze e di risultati ottenuto. Oltre il 50% degli insoluti gravi continua a essere causato dai clienti storici e ben il 28% delle aziende ha visto le perdite sui crediti in aumento negli ultimi 12 mesi. I segnali di miglioramento non devono quindi fare abbassare la guardia. A ciò si aggiunge, l’esigenza di continuare a considerare la capacità di generare cassa come uno degli obiettivi finanziari più importanti in quanto sarà sempre più complesso per le aziende finanziarsi a breve termine”.