Anno nuovo, stessi debiti: 7 milioni gli italiani sovraindebitati. Il punto della situazione con Gianmario Bertollo (Legge3.it)

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L’Italia è tra i paesi con il debito pubblico più alto d’Europa, seconda solo alla Grecia. Tra la popolazione, 7 milioni di persone si trovano in condizioni di sovraindebitamento, situazione che rende loro impossibile adempiere ai propri doveri fiscali, il che li porta ad indebitarsi sempre di più.

Crisi economica, pandemia, guerra, un contesto socioeconomico che stenta a riprendersi. Sono questi i principali fattori che hanno spinto milioni di persone, tra privati cittadini ed imprenditori, a vivere con l’incubo dei debiti.

Purtroppo, si tratta di un tema che è ancora un tabù nel nostro Paese, soprattutto parlare di aiuti a chi, non per sua volontà, si è trovato in una situazione drammatica. La crisi da Covid è andata a sommarsi alla crisi del 2008/2009 della quale, come sostenuto più volte anche da Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it, organizzazione con cui da anni aiuta chi è sovraindebitato a ripartire da zero pulito, non avevamo ancora assorbito gli effetti. Dopo il Covid abbiamo avuto la crisi dovuta alla Guerra in Ucraina con relative speculazioni su materie prime e innalzamento dell’inflazione con conseguente aumento dei tassi di interesse

Legge3.it ha un punto di osservazione privilegiato sul fenomeno, avendo la possibilità di toccare con mano i reali effetti di questi eventi catastrofici dal punto di vista economico e sociale.

Oggi giorno, da oltre 7 anni, Bertollo e il suo team ricevono decine di richieste di aiuto da parte di chi è finito in un vortice di indebitamento e le condizioni avverse del periodo che viviamo oggi non consentono certo di rimettersi in piedi facilmente. 

La questione degli effetti devastanti che può avere sull’economia reale una crisi mondiale sembra spesso venire sottovalutata. Ad esempio, per quel che riguarda gli effetti del covid, il fatto che l’emergenza sanitaria sia tutto sommato rientrata, e che la situazione sia gestibile in termini di ospedalizzazione, non vuol dire che anche gli effetti economici si siano attenuati. Anzi, la storia ci insegna che sono proprio gli anni successivi all’apice della crisi quelli più difficili per i ceti medi e per le fasce di popolazione più in difficoltà.

Secondo Gianmario Bertollo che, in collaborazione con l’Associazione Liberi dal Debito ha collaborato alla redazione del Rapporto Nazionale sul Sovraindebitamento 2023, l’anno peggiore della crisi dei mutui sub-prime fu il 2009 con un -5% di calo del Pil. Un calo mai recuperato fino al 2020, che si è chiuso con un -9%.

Gli effetti spaventosi della prima crisi si sono sviluppati negli anni successivi con un record di fallimenti nel 2014 (41 fallimenti al giorno). I veri effetti della crisi pandemica li vedremo nei prossimi 2/3 anni quando le già provate risorse di attività come ristorazione, alberghiero, intrattenimento e commercio, saranno messe alla prova dalla ripresa a pieno regime del pagamento di cartelle esattoriali, rate di mutui e quant’altro.

In questi giorni i giornali economici parlano di 500.000 immobili che rischiano di andare all’asta per l’aumento spropositato delle rate dei mutui. Stiamo diventando sempre più poveri. Nel Report si denuncia che tantissime famiglie, il 37% non può permettersi di mangiare carne due volte alla settimana e più del 50% non riesce a fare una settimana di vacanza all’anno. È diminuita del 15% la spesa per abbigliamento e dell’11% quella per la cura della persona. Il 10% delle famiglie ha avuto difficoltà a sostenere le spese per la salute. Quindi, anche se continuiamo a sentire i luoghi comuni come ‘i ristoranti sono sempre pieni’, sono cambiate molto le abitudini di consumo, con forte diminuzione della possibilità di spesa. Molti lavoratori sono ancora oggi in smart working quindi sono diminuite anche le spese per trasporti e abbigliamento.

Una situazione complicata, che genera migliaia di nuovi poveri ogni anno, e che sembra essere senza via di uscita o, almeno, senza una soluzione che sia attuabile a breve termine.

Secondo Bertollo, l’intervento assolutamente più urgente sarebbe quello di informare i cittadini del fatto che esistono delle norme, che sono state introdotte in Italia con la legge 3 del 2012, per aiutarli tirare una riga con il passato, pagare una parte di debiti che sia sostenibile, e vedersi cancellati i rimanenti.

Serve, inoltre, una maggiore e migliore educazione finanziaria, che insegni alle persone il modo giusto per gestire il proprio denaro, senza sperperi o spese dannose per il bilancio.

(Pubbliredazionale)