Businessman&Gentleman: i sani valori come biglietto da visita
Businessman&Gentleman: quando la congiunzione fa la differenza. Qualche tempo fa, parlammo di un argomento che interessò molti di voi: ci può essere amicizia fra manager rivali? L’obiettivo di quella mia riflessione era mettere in evidenza, come, al primo posto nella vita come nel lavoro, vada sempre messo un valore chiamato lealtà.
È facile esserlo quando si è amici, pur con le eccezioni che confermano la regola, ma che succede quando ci si trova a rivaleggiare su un campo minato come quello del lavoro in cui molto spesso si agisce sventolando la bandiera con scritto “mors tua, vita mea”?
Io continuo a credere che questa epoca sia quella in cui realmente prevale chi lo merita davvero, in un mondo (quello del business) dove i risultati si ottengono solo lavorando duramente e possedendo qualità (o skils come dicono quelli bravi), che facciano emergere il proprio valore. Una volta si perde, un’altra si vince: è il gioco della vita che ce lo impone. Non c’è nessuno che vince o perde sempre. Potremmo citare mille proverbi sull’argomento, ma preferiamo porre l’accento su altro in questa sede.
Il fatto è che anche coloro che sono abituati ad ottenere con frequenza risultati importanti, alle volte devono concedere l’onore delle armi ed imparare a stringere la mano all’avversario che ha dimostrato onestamente di valere più di loro, magari ispirandosi ai duellanti di una partita a scacchi. La vita, fortunatamente, offre sempre l’opportunità di una rivincita e questo dovrebbe rappresentare uno sprone maggiore per rendere omaggio ai nostri avversari vittoriosi. L’abilità lavorativa di un manager o di un capitano d’azienda, dovrebbe andare di pari passo con la sua capacità di essere un gentleman. Sono appassionato di film che raccontano episodi storici nei quali si arriva quasi sempre ad una resa dei conti, se non proprio ad un duello. Li vedo con grande entusiasmo, poiché credo che dal passato, e dai garndi personaggi che ne hanno fatto parte, ci sia molto da imparare. Ed in questi film molto spesso, come detto, si confrontano due avversari che si battono con tutti i propri mezzi per raggiungere un obiettivo che il più delle volte è comune, sia esso una donzella, piuttosto che un territorio o semplicemente un ideale. La storia o più facilmente, il copione, portano alla sconfitta dell’uno o dell’altro, ma quasi sempre ciò avviene in un contesto in cui il confronto è leale e rispettoso ed in cui il contendente che ha la peggio, raramente perde la propria dignità. E quasi sempre, invece, il vincente non si esime dallo stringere la mano al proprio avversario. Io credo che il mondo del lavoro debba, anche al giorno d’oggi, essere più popolato da businessman gentleman, o viceversa, come più vi piace. Da uomini (ma lo stesso discorso deve essere fatto per le donne) che si affrontano e duellano per raggiungere i propri obiettivi, mostrando qualità, competenza e idee, senza mai denigrare o affossare quelle altrui. “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre”, diceva Platone.
È bene ricordarsene ogni qual volta rriva il momento di tirare le somme, in un affare, in una competizione lavorativa ed in qualsiasi disputa ci sia in ballo. Per questo ritengo sia così importante costruirsi una reputazione di professionista gentile, cordiale e corretto.
Anche perché, il momento storico ce lo dimostra, il nostro “avversario” di oggi può diventare un alleato domani, o addirittura il nostro capo… Capisco bene che in un mondo del lavoro estremamente competitivo sia molto difficile non “provarle tutte”, ma alla fine cosa ci resta? La correttezza, l’educazione e la dedizione al nostro lavoro, rappresentano il nostro biglietto da visita per il presente e per il futuro. E tutti sappiamo quanto contino i biglietti da visita per farci ricordare…
Tratto da Uomo&Manager di Settembre 2018