Cambiare lavoro: sale la fiducia nel 2023. Nonostante tutto…
In questo delicato momento nel mondo del lavoro la parola chiave è incertezza. Incertezza sul salario, sulla continuità, sulle strade da intraprendere. Proprio in virtù di questo LinkedIn ha realizzato uno studio interessante che illustra come, nonostante il periodo delicato, si guardi con fiducia alle nuove opportunità lavorative nel 2023, in particolare, per quanto riguarda i giovani.
Secondo lo studio e i dati che sono stati diffusi dal sociale network dei professionisti alla fine dello scorso anno, tra 2.900 executive (C-suit) a livello globale, si evidenzia un rallentamento delle assunzioni su scala globale con, solo in Italia, il 34% delle aziende che ridimensionava i propri piani di hiring.
Oggi quasi la metà (49%) dei lavoratori intervistati ha detto che, rispetto all’inizio del 2022, si sente più sicura della possibilità di richiedere una promozione o una nuova opportunità, mentre solo un quinto (20%) si sente meno fiducioso. E il 47% ha dichiarato di sentirsi più a proprio agio nell’esprimere disaccordo con un superiore.
I giovani sono più ottimisti
Per quanto riguarda i partecipanti allo studio in Italiani nota chiaramente dai risultati come oltre della metà degli intervistati (54%, percentuale esattamente nella media internazionale) stia valutando la possibilità di cambiare lavoro nell’anno in corso, con differenze più che evidenti in base all’età: il 69% nel gruppo 18-24 anni, contro il 46% nel range di età 45-54 e il solo 27% in quello degli over 55.
Ma quali sono le motivazioni che spingono al cambiamento? Secondo lo studio di LinkedIn, la maggior parte dei millennial (25-34) e degli intervistati più anziani (35-54 anni) pensa di ottenere migliori risultati economici, solo il 31% della genZ mette il salario come principale ragione per un cambiamento.
Un altro dato che si evidenzia è che per i più giovani (18-24 anni), la motivazione è la ricerca di un miglior equilibrio tra vita privata e professionale (29%) e il fatto di sentirsi più sicuri nelle proprie capacità (29%) e quindi nella possibilità di trovare una posizione altrove. Tra i millennial (25-34 anni) questi due argomenti vengono percepiti in modo differente: il 23% di loro cita la work-life balance come una priorità, e solo il 19% fa riferimento al sentirsi più sicuro delle proprie capacità.
E, al contrario, quali sono le motivazioni che spingono i lavoratori a restare nelle aziende? Solo il 20% della genZ (18-24 anni) ha dichiarato di avere, correntemente, una buona work-life balance, con un distacco di quasi 20 punti percentuali rispetto ai millennial (39%) e di quasi 10 punti con il resto delle fasce d’età considerate (dai 35 anni agli over 55). Interessante anche come gli intervistati del gruppo tra i 35-44 anni siano i più annoiati dal proprio attuale ruolo: il 25% di loro cita proprio questa come ragione per considerare un cambiamento, staccando di netto tutte le altre fasce d’età.
Proprio per dare l’opportunità a lavoratrici e lavoratori di ampliare la propria formazione e mettere alla prova le proprie capacità, LinkedIn Learning offre oltre 17 mila corsi diversificati, disponibili sulla piattaforma italiana lanciata di recente, e in particolare anche il programma ad accesso gratuito “Affrontare la sindrome dell’impostore” per creare fiducia nella carriera, in particolare per chi cerca nuove opportunità lavorative.
Le opportunità che derivano dal mondo del digital
Per alcuni non ci sono alternative, altri lo vedono come un nemico: la verità è che il digitale è ormai fondamentale come e quanto parole e numeri.
In media, quasi 7 intervistati su 10 (65%) hanno dichiarato che, negli ultimi 10 anni, cercare lavoro è diventato più difficile: tra questi, la pensa così il 56% della genZ (18-24 anni) mentre la percentuale sale drasticamente per i millennial (25-34 anni), toccando il 70%. In particolare la speranza è riposta nel mondo del digital: è così per la fascia di età tra i 35 e i 44 anni (54%). Nel valutare le offerte di lavoro pubblicate dalle aziende, gli intervistati in Italia individuano come elementi di grandissima importanza fattori come la presenza d’informazioni chiare sullo stipendio e sui benefit (48%), la possibilità di lavorare 4 giorni su 7 (16%) e quella di lavorare in modalità ibrida o da remoto (16%). Per quanto riguarda le informazioni sullo stipendio, vediamo che su questo punto le differenze generazionali si appiattiscono: è un punto fondamentale per tutti, persino più importante per la genZ (48%) rispetto ai millennial (45%).
“Un’indagine che abbiamo condotto a fine 2022 tra dirigenti e C-level ha rivelato un clima di diffusa preoccupazione per il futuro del lavoro, dovuta all’incertezza della situazione economica e politica su scala globale”, commenta Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia. “Con questa nuova survey abbiamo voluto dare voce alla controparte, ai lavoratori: ne è emersa una percezione diversa, più ottimistica, soprattutto da parte della genZ. Dopo la pandemia, è chiaro che i lavoratori hanno sviluppato una certa resilienza: lo vediamo nell’atteggiamento di fiducia che nutrono nell’affrontare l’anno appena iniziato. I professionisti sono consapevoli del proprio valore e stanno prendendo in mano la propria carriera, investendo in nuove competenze. Di conseguenza, un punto fondamentale che i leader devono tenere presente per attrarre e mantenere i giovani talenti è, in particolare, l’offerta formativa. È importante investire sulle persone, favorendo l’apprendimento di nuove skill e mettendo in campo possibili nuove opportunità di crescita. Non solo, i più giovani cercano anche maggior flessibilità, un elemento imprescindibile, da tenere in considerazione anche per questa fascia d’età”.
Per facilitare le ricerche di un impiego, Linkedin ha realizzato un elenco di lavori che nel ultimi 5 anni hanno trovato maggiore richiesta.
vo inizio, LinkedIn ha stilato la lista dei “Jobs on the rise”, ovvero delle professioni che hanno visto una crescita maggiore negli utlimi 5 anni. In Italia, nella top 10 figurano:
- Addetto allo sviluppo commerciale
- Sustainability specialist
- Analista SOC
- Customer success manager
- Direttore di farmacia
- Data engineer
- Cloud engineer
- Cyber security engineer
- Machine learning engineer
- Responsabile dello sviluppo aziendale