Chi soffre di Burnout e come affrontarlo secondo Gympass
Del fenomeno del Burnout abbiamo più volte parlato, ma sono tante le ricerche che approfondiscono le dinamiche e le conseguenze di questo problema. In particolare Gympass, grande piattaforma di corporate wellness al mondo che integra non solo attività fisica ma anche terapia, meditazione e altre risorse per la salute mentale dei dipendenti, ha studiato il fenomeno del Burnout. In particolare, ha messo l’accento sul momento in cui si giunge al limite delle proprie forze mentali, emozionali e fisiche.
I risultati dello studio sul Burnout
Secondo lo studio il 96% dei dipendenti ha affermato di aver affrontato il Burnout: di questi il 48% qualche volta, il 21% molto spesso, il 7% sempre, mentre il 4% ha dichiarato di non averne mai sofferto e il 20% solo raramente.
Tra gli intervistati che hanno vissuto direttamente questo problema, il 34% sono donne, il 27% sono uomini e come fascia d’età l’86% sono millennials, ovvero coloro che sono nati tra fra i primi anni ottanta e la metà degli anni novanta. Le persone che affrontano il Burnout provano effetti negativi, a breve e a lungo termine, che influenzano diversi aspetti della loro vita, sia nella sfera personale sia in quella professionale.
I sintomi per riconoscere il Burnout
Non è semplice riconoscere i sintomi del Burnout perché potrebbero essere confusi con situazioni simili. L’esaurimento fisico e mentale che prova la persona porta diverse conseguenze a livello aziendale:
- calo nella qualità del lavoro e della creatività: seguire le attività e le responsabilità di ogni giorno sembra inutile e questa mancanza di motivazione impedisce di lavorare bene. L’espressione di questo può essere, ad esempio, mancare alle riunioni, dimenticare di dare una risposta importante oppure confondersi in una consegna.
- problemi interni tra colleghi come conseguenza di cinismo e apatia: tutto e tutti intorno cominciano ad irritare e le persone si innervosiscono senza una ragione apparente. Se si lavora nello stesso spazio l’individuazione di questo “sintomo” può essere più evidente; lo smartworking rende le cose un po’ più complicate.
- i compiti vengono rimandati e le consegne non rispettate: nella routine lavorativa spesso si da la precedenza ad attività che si ritengono più stimolanti e piacevoli. Chi sta affrontando il burnout non riesce però a trovare gioia ed entusiasmo in nessun tipo task che si traduce in lentezza nello svolgimento e conseguente non rispetto della deadline.
I consigli di Gympass per affrontare il Burnout
Stress lavorativo, mancanza di produttività e poco equilibrio fra vita privata e professionale. Come si può intervenire? Ecco 5 consigli di Gympass per supportare i leader nella gestione dei dipendenti:
- stimolare l’equilibrio della vita professionale dei propri dipendenti stabilendopause, facendo capire che si è coscienti dell’eccesso di lavoro; Inviare messaggi durante la giornata favorendo intervalli, coffee-break o attività di gruppo.
- stabilire aspettative chiare: se il ruolo del singolo nel team non è abbastanza chiaro, il senso di appartenenza del gruppo si indebolisce e fa salire i livelli di ansia.
- aiutare i dipendenti a comprendere il valore che apportano all’azienda: non sottovalutare l’effetto di un “complimenti!” oppure di un “grazie”.
- incentivare la pratica di attività fisiche lungo la giornata e promuovere uno stile di vita sano: praticare esercizi porta benefici non soltanto per il benessere fisico, ma anche per quello mentale. Uno studio ha confermato che gli esercizi aerobici aumentano la sensazione di benessere e abbassano la fatica, lo stress e l’esaurimento emozionale. Inoltre, il burnout può essere anche evitato con scelte nutrizionali sane. Mangiare bene e garantire che il corpo riceva tutti i nutrienti necessari è un primo passo importante.
- tenere sempre in considerazione i sentimenti e le preoccupazioni di ognuno: quando qualcuno del team sente gli effetti del burnout, frasi come “non è poi così grave”, “sono sicuro che la supererai in fretta” oppure “passerà”, possono essere avvertite come mancanza di interesse o di scarsa attenzione al problema. È importante che la persona si senta ascoltata, accolta e supportata anche con l’aiuto delle numerose alternative digitali per il supporto psicologico, come applicazioni e terapie online.