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Come cambiare lavoro, business e professione: consigli pratici

cambiare lavoro

Ormai ne dovremmo essere consapevoli: per sopravvivere e prosperare in periodi di grande trasformazione come l’attuale, dobbiamo cogliere le opportunità che si presentano e valorizzare le nostre capacità: ma come facciamo a capire cosa fare per cambiare lavoro, attività, professione

Domanda semplice, risposta difficile perché nessuno ha la palla di vetro. Non dobbiamo mai credere ai falsi guru che promettono guadagni facili con poco sforzo: non dicono la verità perché se tutto fosse così facile loro stessi vivrebbero da nababbi in qualche bel posto. Analogamente, mai riporre fiducia nei “maghi della finanza”, quelle persone che promettono rendimenti eccezionali sulla base dei loro infallibili consigli. Anche qui la stessa considerazione: visto che sono così bravi, perché lavorano ancora e non sono già ricchissimi?

Non illudiamoci: cavalcare i momenti di crisi e trasformazione richiede preparazione e sacrificio e, soprattutto, bisogna prepararsi prima ad affrontare i mutamenti evolutivi non solo psicologicamente ma anche praticamente, predisponendo in modo previdente un piano B e altre soluzioni alternative.

Senza dimenticare che queste attività di progettazione sono tanto più necessarie con l’allungamento della vita media e con il conseguente allontanamento del momento di andare in pensione. E questo perché, com’è chiaro, più si è avanti con l’età e più è difficile “riciclarsi” non solo concretamente sul mercato, ma anche psicologicamente dentro noi stessi. 

Un cambiamento costante nei prossimi anni

Tutte le ricerche ci dicono che manager e professionisti del prossimo futuro cambieranno occupazione e posto di lavoro molte volte nell’arco della loro carriera. Il risultato è la generalizzata percezione di enorme insicurezza. In realtà, se ci pensiamo bene, è stata semplicemente riallocata la responsabilità della sicurezza e della stabilità della vita professionale che, se prima era nelle mani dei datori di lavoro, ora è completamente nelle mani dell’individuo. 

Quello che conta non è il posto fisso in un’unica azienda per tutta la vita ma la continuità professionale, ovvero lo sviluppo di una carriera lavorativa che, pur vedendoci cambiare lavoro, e attività più volte, non mostri pause (se non quelle fisiologiche) tra i diversi periodi. Anche qui, ci sono molte domande: come possiamo rimetterci in gioco? Quali sono i nostri punti di forza? 

Avere una strategia è imprescindibile per ottenere risultati in tempi di crisi. Occorre avere idee chiare sui nostri obiettivi, sulle nostre possibilità e sulle nostri skill. Inoltre, bisogna fare tesoro delle proprie conoscenze e saper sfruttare al massimo il networking: anche le nuove conoscenze fatte in un momento di relax, possono dare nuova linfa vitale alla carriera e magari portarla su strade nuove.

In poche parole, bisogna avere almeno un piano, una strategia ben studiata per raggiungere i nostri obiettivi. Ancora meglio sarebbe avere un piano A, un piano B e magari anche un piano C. 

Partendo da una prima considerazione: non bisogna essere disoccupati per avere un piano B. Ci sono sempre più manager e professionisti che, anche con una carriera ben avviata, si stanno dedicando a tracciarne uno. Qualunque sia il motivo, fanno bene.

“Se stai attraversando l’inferno non fermarti, continua a camminare”

Winston Churchill

A cura di Angelo Deiana