Come si gestisce il generation mix sul lavoro? Non è sempre facile…
Dalla dalla Gen Z ai Baby Boomer: sono addirittura quattro le generazioni che possono convivere all’interno di un’azienda, complice l’allungamento delle carriere. Ma come si gestisce questo generation mix? E soprattutto, i manager deputati sono in grado di farlo?
Per rispondere a queste domande, arriva uno studio (condotto in Italia nel 2023) di LHH, provider unico e globale di soluzioni HR end-to-end che guida aziende e persone nell’intero ciclo professionale, che ha chiesto direttamente a manager e candidati dello Stivale il loro percepito sul tema.
Le esigenze cambiano di continuo
Le necessità di un professionista della Generazione Z non possono essere le stesse di un Baby Boomer, ecco perché è necessario studiare attentamente ogni dettaglio di gestione del lavoro. Cominciamo con il dire che dallo studio emerge che il Generation Mix è considerato come un’opportunità di crescita sia per i leader (51%) sia per i candidati (53%) e una situazione stimolante – soprattutto secondo i manager (36%) rispetto ai lavoratori (27%).
Ma quali sono le differenze di approccio con le varie generazioni di lavoratori? L’analisi fa capire che la crescente centralità per i dipendenti del tema benessere personale e work-life balance. Indicato da oltre 1 manager su 4 (28%), si tratta di un’esigenza sottolineata soprattutto dalle nuove generazioni, che hanno una diversa sensibilità sulla tematica rispetto alle precedenti. Eppure, è interessante notare che, chiedendo ai lavoratori, solo poco più di 1 su 10 (13%) conferma questo pensiero della dirigenza. L’approccio al digitale (è un quarto di loro a pensarla in quest’ottica, contro il 22% dei manager) e le modalità di formazione e apprendimento (indicate dal 21,8% dei candidati versus il 9,8% dei manager), sono altri fattori che determinano soddisfazione fra gli intervistati.
Quali sono i punti sui quali tutte le generazioni si trovano d’accordo? L’attenzione ai valori e agli aspetti etici dell’azienda (15% dei candidati e 12% dei leader), la visione della gerarchia interna (14% dei manager e 12% dei dipendenti) e la visione generale del concetto di carriera (14% dei leader vs il 12% dei candidati).
I giudizi sui manager non sono unanimi
La gestione di queste realtà lavorative, non sempre è semplice e non tutti i manager sentono di ‘far bene’. Risulta dallo studio una discrepanza tra la percezione dei leader e dei candidati rispetto alla capacità dei manager stessi di gestire tale compresenza. I leader ritengono di adottare approcci e strumenti adeguati e, in una scala da 1 a 10, si auto assegnano una valutazione più che sufficiente (6,6) – con il 27% che pensa di meritare un 7 e più di 1 manager su 5 (22%) che si attribuisce un 8. Il percepito dei candidati è piuttosto diverso: il loro attuale responsabile potrebbe infatti essere rimandato a settembre (media del 5,3) – considerando che oltre la metà dei lavoratori (51%) attribuisce un’insufficienza al proprio capo, qualcuno anche gravissima (il 17% ha dato 1 e il 5% voto 2).
Nello specifico, Millennials, Generazione X e Baby Boomer attribuiscono un giudizio meno positivo alla capacità dei propri responsabili di gestire la compresenza di diverse generazioni in azienda, mentre la Generazione Z è più propensa a valutarla positivamente: infatti, il 35% dei candidati della Generazione Z attribuisce un voto tra 8 e 10.
“In un mondo del lavoro che evolve rapidamente, per noi di LHH conoscere l’attuale contesto è fondamentale per individuare le necessità delle differenti figure professionali e lavorare costantemente al potenziamento e alla creazione di strumenti e modalità che possano supportarle adeguatamente”, commenta Luca Semeraro, Amministratore delegato di LHH Italia e Spagna. “Ad oggi, per le aziende, la diversità generazionale è un aspetto prioritario da sorvegliare. Infatti, per la prima volta nello scenario contemporaneo, si assiste alla presenza di un ecosistema lavorativo multigenerazionale, talvolta complesso da gestire, ma anche una preziosa leva di crescita. La visione di LHH è quella di affiancare le persone e i business in questa trasformazione per acquisire una sempre maggiore consapevolezza e guidare i talenti verso un reale cambiamento che porti ulteriore valore negli ambienti organizzativi” conclude Semeraro.