Coworking, quando il lavoro fa rima con collaborazione
Il mondo del lavoro sta cambiando e andiamo sempre di più verso il concetto di smart working, con condizioni professionali più flessibili anche per il fisico. L’era della digitalizzazione sta progressivamente cambiando gli spazi di lavoro che diventano un momento fondamentale per l’aggregazione, la contaminazione di idee e il loro sviluppo. Nello specifico, si chiamano coworking, o semplicemente cowo, e sono spazi condivisi dove professionisti di settori diversi possono incontrarsi, lavorare e interagire tra loro. A poco più di dieci anni dalla loro invenzione (nel 2005 a San Francisco), anche in Italia si sta diffondendo l’idea di condividere spazi di lavoro o ingegno sul modello della Silicon Valley nonostante il fenomeno resti ancora non del tutto compreso.
Le particolarità fanno la differenza
Tra i best player globali, la statunitense WeWork ha aperto la strada alla diffusione di reti di coworking ed è stata una dei primi a vedere nello stesso il futuro del lavoro. Nata nel 2010 a New York, dove tuttora risiede l’headquarter, il concept di WeWork ha raggiunto altri Paesi e sono oltre 50 le location attive, aperte tenendo conto delle differenze culturali, geografiche e morfologiche. A popolare i coworking di tutto il mondo sono principalmente freelance, startupper, architetti, addetti stampa, grafici, fotografi, videomaker, social media editor, commercialisti ma anche wedding planner, traduttori, informatici, psicologi, operatori del turismo, membri di ong, dipendenti di aziende con sede all’estero o di piccole aziende che fanno sempre più uso degli spazi comuni, ad esempio per riunioni. L’aria che si respira sembra quella di casa propria e addirittura alcuni coworking sono dog friendly o attrezzati con cucine. Tra i fattori che spingono i professionisti a lavorare in coworking, ai primi posti troviamo la flessibilità degli orari di lavoro, l’interazione con altre persone e la possibilità di creare nuove opportunità con gli altri, oltre ai non trascurabili vantaggi economici. Per diventare membro e dunque usufruire degli spazi e di tutti i servizi accessori (primi tra tutti internet e caffè), il costo medio per scrivania varia dai 25 euro giornalieri a circa 250 mensili e dipende dal tipo di postazione che viene occupata.
La scelta è varia
Oltre alle singole scrivanie in open space, molti coworking offrono anche soluzioni più “intime” in stanze da usare individualmente o da condividere al massimo con un’altra persona. È il caso di MyCowo, la coworking house di Roma con tutti i vantaggi dell’ufficio classico, la flessibilità tipica del cowo e le peculiarità di un ambiente suggestivo e in continuo fermento. A differenza dei cowo tradizionali, caratterizzati da open space affollati da decine di postazioni e da un costante rumore di sottofondo, MyCowo dispone di spazi riservati dove svolgere il lavoro con la massima tranquillità beneficiando della comodità del coworking, una formula semplice e vantaggiosa per chi cerca un ufficio moderno senza i costi e gli adempimenti di una sede fissa. Uno studio condotto proprio da MyCowo ha evidenziato in Italia una predominanza geografica del nord con 190 coworking, seguita dal Centro con 90 ed infine dal sud con 40. La città ad avere più cowo è Milano (59) seguita da Roma (23) e Torino (24). Un altro dato interessante dimostra che i coworking sono per la maggior parte indipendenti (quasi l’80%) oppure fanno parte di un network di spazi (10%), di associazioni (6%) o di franching (5%).
Il caso Talent Garden
Nato in collaborazione con Poste Italiane, Talent Garden è stato uno dei primi in Italia a promuovere il concetto di coworking ed attualmente conta 17 campus, di cui 13 in Italia. Lo spazio di coworking non è più semplicemente legato all’affitto dello spazio nel quale si lavora, ma diventa una possibilità concreta di far parte di una community. L’obiettivo principale è quello di connettere i migliori talenti del digitale attraverso un’estesa rete di campus presenti in tutta Europa e di creare terreno fertile per farli crescere, attraverso la contaminazione tra professionisti e il networking, i corsi di formazione e gli eventi dedicati al digital. Secondo Talent Garden, le ragioni per cui il coworking funziona sono: il risparmio derivante dalla condivisione degli spazi e dei costi dei servizi (addetti alla reception, pulizia, sicurezza e altro ancora); scalabilità di dimensioni che consentono di regolare il numero di aree di lavoro da attivare; flessibilità su orari e tempi di locazione ma anche collaborazione in un contesto in cui tutti conoscono tutti e tutti sono pronti ad aiutare. Tra i vantaggi anche la Location priviegiata e moderna, Sale meeting da affittare secondo necessità e munite di attrezzature audio/video tecnologicamente avanzate.
L’importanza degli eventi e non solo…
Ma il vero valore aggiunto è dato da programmi di formazione sull’innovazione e sul digitale (consigli su come eccellere e crescere sui social media, al marketing ma anche classi base di inglese), eventi di networking sulla base dei propri interessi e lo sviluppo di una community che aiuta a creare relazioni e ad aiutarsi a vicenda. Tra gli ultimi aperti, Yoroom è uno spazio di lavoro condiviso di oltre 1000 metri quadri, recentemente inaugurato nel quartiere Isola di Milano. A renderlo unico, una caratteristica molto particolare: è socialmente sostenibile e lo spazio è stato allestito all’interno di un ex opificio secondo i canoni dell’architettura sostenibile. Fornisce un contributo allo sviluppo, all’ambiente e al sociale e ospiterà gratuitamente un’organizzazione che si occupa di migrazione e rifugiati, con l’obiettivo di costruire una comunità socialmente responsabile. Si tratta, in sostanza, di uno spazio coworking che vuol essere un luogo di crescita professionale, di generazione di opportunità e impresa a supporto di nuovi progetti imprenditoriali.
Tratto da Uomo&Manager di Ottobre 2016