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Cyber Risk: convegno a Roma per capire come difendersi

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Cyber Risk, un pericolo reale per molti di noi ed anche (e soprattutto per le aziende). Come difendersi? Se ne discuterà il prossimo 23 giugno a Roma presso CONFINDUSTRIA a partire dalle 9,30 in un convegno durante il quale diversi esperti del settore si confronteranno per affrontare, mitigare e integrare la gestione del Cyber Risk nell’Enterprise Risk Management.

I dati dell’undicesima edizione del Rapporto CLUSIT 2017 sulla sicurezza ICT in Italia indicano che il 2016 è stato l’anno peggiore sull’evoluzione delle minacce cyber e del loro relativo impatto sulle persone. Dalla necessità di individuare i reali strumenti per affrontare e fronteggiare questo rischio è nata l’idea del convegno ‘Cyber Risk: tutti ne parlano, ma come si affronta davvero?’ organizzato da CONFASSOCIAZIONI Digital in collaborazione con AIP (Associazione Informatici Professionisti).

“I numeri parlano chiaro: 1.050 gli incidenti noti classificati come gravi, quindi con un alta incidenza di danno economico, reputazione e diffusione di dati sensibili – ha continuato Violetti, che è anche Past President AIP -. Cresce del 117% la guerra delle informazioni, mentre diventa a quattro cifre l’incremento degli attacchi compiuti con tecniche di phishing e social engineering (+1.166%). Il settore più colpito è la sanità (+102%), seguito dalla Distribuzione Moderna (+70%), dall’area finance e banche (+64%) e dalle infrastrutture critiche (+15%). Aumentano gli attacchi verso Europa e Asia mentre in termini assoluti a registrare il numero di attacchi più elevato degli ultimi 6 anni sono il cyber crime (+ 9,8%) e il cyber warfare (+117%). A registrare una lieve flessione verso il ribasso sono gli attacchi con finalità di cyber espionage (-8%) e cyber hacktivism (-23%)”.

“Viviamo nell’era 4.0 – ha aggiunto il presidente CONFASSOCIAZIONI, Angelo Deiana – dove velocità, rischio, incertezza sono dietro l’angolo. Ma dove ci sono anche tantissime opportunità. Dove prevale un nuovo stile di vita. Dove a vincere sono le persone che hanno la capacità di interconnettersi senza impoverirsi o guerreggiare, ma piuttosto arricchirsi di nuovi saperi. Un obiettivo questo che CONFASSOCIAZIONI, la rete delle reti, ha avuto chiaro fin dall’inizio e che manifesta ogni volta sia necessario come lo è il convegno del prossimo 23 giugno. Sviluppare le competenze, individuare i rischi, superarli piuttosto che sfuggirli e ampliare il più possibile la conoscenza sono i nostri driver. Perché è noto che il sapere, da qualsiasi prospettiva lo si guardi e lo si consideri, rende liberi ed efficienti.”

“Il tema della cyber security, nonostante i dati negativi espressi prima, anzi proprio grazie a tali numeri – ha proseguito il Past President AIP – è finalmente entrato nelle agende di manager pubblici e privati, politici e legislatori. Prova concreta di ciò le diverse azioni legislative e regolatorie tra cui: le nuove linee guida Agid sulle misure minime di sicurezza ICT per le pubbliche amministrazioni e sui profili di competenza dell’area digital; la Direttiva UE 2016/1148 recante misure comuni di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell’Unione Europea; il nuovo Regolamento Europeo 2016/679 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e alla libera circolazione dei dati e il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 febbraio 2017 sugli indirizzi per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionale. Un’attenzione, questa, nata dalla consapevolezza diffusa che la minaccia cyber è trasversale e che ogni serio approccio a questo rischio deve essere multidisciplinare, collaborativo e posizionato al più alto livello di governance”.

“Ulteriore dato certo è il fatto che la sicurezza di uno stato – ha concluso il Presidente CONFASSOCIAZIONI Digital, Andrea Violetti – è data non solo più dai confini fisici, ma anche da quelli virtuali e un’impresa dei nostri tempi decide se investire in un paese non solo se lo reputa sicuro e stabile da un punto di vista economico e politico, ma anche se sono sicuri i suoi sistemi informativi e i dati in esso contenuti. Da qui capire quale ruolo devono avere le professioni digital risulta la conditio sine qua non per andare avanti in sicurezza e produttività”.