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Davide Boati: “Vi spiego cosa fa il facility manager”

Davide Boati - Il Facility Manager

È un professionista sempre più strategico all’interno di molte aziende. In molti ci puntano perché la complessità di ogni singola procedura può essere sveltita utilizzando tecniche specifiche, migliorando così la produttività.

Cosa fa il facility manager?

La figura del facility manager si è negli ultimi anni diffusa molto e sta acquisendo un ruolo sempre più cruciale all’interno delle aziende. Per capire meglio cosa fa un facility manager, abbiamo voluto confrontarci con Davide Boati, Executive Director di Hunters Group, società di head-hunting, il quale ci ha spiegato quali sono le caratteristiche che questi professionisti devono possedere e quali siano i loro compiti nelle aziende che decidono di farvi ricorso. E ancora: quali sono i tempi nei quali il facility manager può arrivare a realizzare risultati importanti? Insomma, in questa intervista capiremo certamente molto di una figura professionale che si sta facendo largo in un contesto di lavoro in continua evoluzione. 

Quali sono le caratteristiche che deve possedere un facility manager?

Flessibilità, competenza tecnica di impiantistica civile e industriale, grandi capacità di interloquire e spesso negoziare con i “clienti interni”. Non meno importanti sono, poi, doti manageriali, capacità di problem solving e resistenza allo stress.

Cosa può fare questa figura per un’azienda?

Gestire adeguatamente i building e gli asset aziendali, valorizzandoli e rendendoli sempre adatti alle nuove esigenze di spazi. Il Facility Manager definisce le strategie di manutenzione, propone l’acquisizione di spazi o la loro dismissione dopo accurate valutazioni legate alla popolazione aziendale ed ai costi. Si assicura inoltre che tutto ciò che è stato deciso venga eseguito, rapportandosi direttamente con i fornitori e coordinando gli operativi. 

Quali sono le aziende che maggiormente puntano su questa figura professionale?

Grandi corporate multi asset e aziende con caratteristiche tecnologiche ad alta complessità, oltre alle società di gestione immobiliare. Infatti è possibile trovare il Facility Manager alle dipendenze di un’azienda, ma anche in società di ingegneria o grandi gruppi edili dove ricopre un ruolo fondamentale anche in materia di sicurezza e di prevenzione.

Strategicamente, come agisce un facility manager?

Pianifica le manutenzioni immobiliari, sceglie e gestisce i fornitori, gestisce il budget a disposizione e si occupa delle manutenzioni extra ordinarie. 

Quali sono i compiti che principalmente gli vengono assegnati? 

Ottimizzazione dei rapporto qualità/prezzo dei fornitori, continuous improvement degli spazi aziendali, analisi reattiva e proattiva.

Quali sono le insidie che più spesso si trovano a fronteggiare? 

Fornitori con difficoltà economiche o, magari, poca valorizzazione del ruolo. Non trattandosi di una posizione core in azienda in termini di business, infatti, il facility manager può doversi confrontare con budget ridotti o con il mancato commitment dalla direzione sul ruolo.

Ci sono realtà in cui questa figura risulta essere più adatta e altre in cui si rivela poco utile?

La massima valorizzazione del ruolo si pone in aziende che per business si occupano di Facility, assett e property management. Aziende, in altre parole, che allocano le proprie risorse temporaneamente o per la durata del mandato presso i propri clienti. In aziende di piccole dimensioni, invece, il facility manager costituisce l’evoluzione di figure molto operative di manutenzione.

Quali sono i segnali che fanno capire che ce ne è bisogno? 

Le nuove esigenze in termini di spazi e modalità lavorative hanno, ovviamente, un forte impatto su questa figura professionale. 

Lo smart working da un lato prevede una contrazione degli spazi aziendali, dall’altro vede anche l’evoluzione del concetto di ufficio in termini di welfare. Cucine aziendali, nidi o spazi ricreativi prevedono competenze di gestione per il facility manager spesso nuove, oltre ad una buona conoscenza della legislazione o degli incentivi a riguardo. In molti casi si rende necessaria l’identificazione di società specializzate sui singoli “business” al fine di gestire al meglio anche l’intera attività, con il coordinamento con funzioni aziendali come ad esempio HR, marketing e Sicurezza.

Quali le competenze imprescindibili su cui deve puntare un facility manager? 

Continua formazione su nuove tecnologie, scouting di fornitori innovativi, grande capacità di pianificazione.

In Italia, questa figura sta prendendo piede? 

Sì, da circa 10 anni si sta sviluppando questa figura in azienda. Il ruolo del facility manager è estremamente strategico. 

Non solo la manutenzione degli impianti, ma anche la cura del verde, vigilanza o la reception hanno assunto, soprattutto dal punto di vista del contenimento dei costi, ancora più in rilievo dopo il 2009.

I risultati del suo lavoro si possono cogliere nell’immediato o sono a lungo termine? 

Tendenzialmente solo nel medio/lungo termine (oltre l’anno), anche se la strategia ed il controllo sono quotidiani. Il monitoraggio e la capacità di cambiare in corsa sono altre caratteristiche che permettono di far sì che il lavoro sia visibile già in dodici mesi. 

Quale può essere lo sviluppo della figura del facility manager di qui a breve?

Potremmo pensare all’evoluzione verso la gestione di più stabilimenti o uffici, ma anche evoluzione come asset manager (valorizzazione in termini economici degli immobili), oppure verso ruoli più completi di HSE. 

Il responsabile dei servizi generali può inoltre proseguire il proprio percorso diventando responsabile di sede o di stabilimento. La figura di cui stiamo parlando è molto qualificata e ricercata nell’attuale scenario di mercato e, di conseguenza, anche lo stipendio è in crescita costante.

 

 

Tratto da Uomo&Manager di Maggio 2019