Digital detox: ogni tanto ci vuole per tornare a “centrarci” sulla nostra vita
Avete mai vissuto un digital detox forzato? Recentemente mi è capitato di dover portare il mio smartphone in assistenza per sostituire la batteria, ormai quasi inutilizzabile. Premesso che, per chi fa un lavoro come il nostro, lo smartphone è uno strumento indispensabile, ogni volta che me ne devo privare, anche solo per pochi minuti, la sensazione che provo è simile alla nostalgia.
Sì, avete capito bene, perché più vado avanti negli anni e più mi rendo conto che i device sono davvero divenuti elementi essenziali della nostra vita, estensioni dei nostri arti, della nostra voce, dei nostri pensieri. È un bene? Dipende dai punti di vista.
Sono molto attento a “tenere sempre in ottima forma” i miei device: li aggiorno costantemente, li tengo puliti e cerco di non esporli a potenziali rischi. Questo proprio perché li utilizzo con grandissima frequenza e un danno sarebbe per me un grande problema. Raramente ho bisogno dell’assistenza tecnica, ma qualle rare volte che mi è capitato, il tempo necessario per gli interventi è stato davvero esiguo.
Ma nell’ultima occasione non è stato così. Due ore senza il mio smartphone. Un tempo infinito. Una sorta di digital detox forzato. Mentre attendevo la restituzione, sembravo un futuro padre che attende la nascita del figlio. Passeggiavo, guardavo le vetrine dei negozi… ma niente, mi mancavano le mie mail, i miei social, i miei messaggi, la possibilità di scattare una foto. Sono schiavo della tecnologia? Più che schiavo mi definirei un uomo tecnologico che ama essere aperto al mondo, sia esso on line, che off line.
Tuttavia, stavolta, ho provato a vivere l’esperienza in modo differente: mentre passeggiavo ho provato a riflettere su alcune situazioni che, a causa dei tanti impegni e delle continue notifiche che ricevo, avevo messo da parte, ho cercato di concentrarmi sui prossimi progetti da portare avanti, ho sorseggiato un caffè semplicemente guardandomi intorno.
Da amante della tecnologia, posso dire che dopo un’ora circa di “astinenza forzata da smartphone”, la mia mente si è come rasserenata a star sola con sé stessa (pur trovandomi in un luogo pieno di gente). E la seconda ora è volata via con maggiore serenità. La domanda che mi sono posto è stata quindi: “cosa succederebbe se per due ore al giorno tutti quanti ci disconnettessimo?”. Ovviamente è una questione retorica questa, perché al mondo ci sono molte persone che vivono serenamente senza dover guardare continuamente lo schermo di uno smartphone o di un pc, o che si sono imposte momenti di digital detox.
Onestamente credo che questa esperienza di “assenza di connessione”, o digital detox, mi abbia permesso di riflettere sul fatto che ogni tanto fare una pausa dalla nostra esistenza on line sia utile, se non altro per farci capire che noi siamo il centro della nostra vita e “centrarci” sulla stessa non potrà farci che bene.