È l’ora delle vacanze? Sì, non siamo dei robot, ma dei professionisti…
Quando ci si avvicina al momento di andare in vacanza, sono due gli stati d’animo che possono comparire: la sfrenata gioia di potersi concedere il meritato riposo ma anche il pensiero di dover poi tornare sul posto di lavoro, con tutto quello che ne consegue.
A chi è abituato a non fermarsi mai, le due situazioni si sovrappongono in quanto la stanchezza dopo un anno di lavoro ( e che anno!) si fa sentire, ma fa capolino anche quella strana sensazione del “avrei potuto fare di più?”.
I mesi che ci siamo lasciati alle spalle pesano come un macigno sulle schiene di chi non si è fermato mai e, per diverse ragioni, per chi invece ha dovuto fermarsi a causa della pandemia. Non si sa chi sta peggio ed entrambe le situazioni sono da rispettare.
E poi c’è quella sensazioni di esserci dimenticati qualcosa che ci abbandona solo al ritorno dalle nostre vacanze: e-mail di saluto inviata, F24 saldati, bollette pagate, luci spente, ecc. Sembra una maledizione…
Ma riflettiamo insieme un attimo: le vacanze lunghe, quelle che duravano un mese, spesso dall’1 al 31 agosto, non ci sono più, al massimo ci concediamo 10 giorni di stop in cui dobbiamo fare la cosa più difficile del mondo, ovvero staccare la spina dal lavoro. Ed in questa riflessione meditiamo sul fatto che i nostri clienti sono in ferie, che le città si svuotano, che i fornitori bloccano le consegne o le riducono di una buona percentuale. E allora, non vale forse la pena concedersi 7-10 giorni di riposo totale in cui l’unico pensiero deve essere quello di divertirsi e dedicare del tempo alla famiglia e agli amici?
Attenzione, per le prossime vacanze, i più fortunati dovranno attendere il Natale, quelli meno fortunati, altri 12 mesi…
Non sentitevi in colpa, non pensate a ciò che avreste potuto fare in ufficio, anziché andare in vacanza. Pensate solo a rilassarvi. Non siamo dei robot, ma solo dei professionisti.