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Essere leader nell’era della grande trasformazione

Leadership, management e cambiamento

I cambiamenti dei prossimi due decenni avranno una portata senza precedenti nella storia dell’uomo. Sperimenteremo a tutti i livelli la tecnologia di scala e l’intelligenza artificiale generativa e saremo, volenti o nolenti, costretti a reinventare i nostri sistemi sociali ed economici, sia su scala globale che a livello locale. 

 Arriverà dunque il giorno in cui la tecnologia potrebbe cambiare tutto, ma è impossibile prevedere non tanto quando, ma come. Gli effetti della tecnologia non dipendono solo da quello che gli oggetti tecnologici realmente fanno, ma dal giudizio di una collettività fatta di miliardi di persone sui loro costi e sui loro benefici. In un sistema a rete complesso come quello delle reti, dipendono anche da innumerevoli effetti, effetti di rete, effetti diretti o effetti latenti. 

Da “2001 Odissea nello spazio” all’intelligenza artificiale

È veramente difficile prevedere le linee che tracciano il futuro. Ricordate “2001 Odissea nello spazio”, il film di Stanley Kubrick? Un film straordinario in termini di capacità predittive sull’intelligenza artificiale, in cui le donne, però, erano praticamente tutte segretarie, centraliniste, al massimo impiegate. Perché? Perché nel 1968, anno di produzione del film, quasi nessuno poteva prevedere la rivoluzione femminista che avrebbe cambiato tutto. Compreso il futuro. 

Una rivoluzione sociale e tecnologica: non soltanto i contraccettivi orali hanno reso possibile la programmazione delle gravidanze, ma altre tecnologie di primo livello (l’igiene, la produzione di massa, la medicina moderna, l’elettricità) hanno ridotto il carico di lavoro domestico della donna, esteso la durata della vita e spostato le basi dell’economia dai muscoli al cervello, emancipando collettivamente quell’universo femminile che ora guida lo sviluppo.

La chiave è la previsione delle tecnologie

Per questo l’importante è allora prevedere non tanto le singole tecnologie, i singoli prodotti, le singole scoperte, ma cercare di individuare i trend, le traccianti di sviluppo di lungo periodo. D’altra parte, gli esseri umani hanno un senso del “sé” incredibilmente flessibile. Se impariamo ad usare strumenti, rudimentali o complessi che siano, questi diventano rapidamente estensioni familiari dei nostri corpi e delle nostre menti. È questa la nostra vera leadership nel mondo.

Ed ecco allora il salto di paradigma, il salto di qualità in termini di consapevolezza che dobbiamo integrare nel nostro DNA per essere leader nell’era della grande trasformazione: in qualunque modo si concretizzi, la capacità di imparare più rapidamente della concorrenza e di sistematizzare tali conoscenze attraverso la “scuola”, la più grande tecnologia che abbiamo mai inventato, è da sempre il nostro vantaggio competitivo più importante. 

Ma c’è di più. Se la velocità delle tecnologie trasformative è il tratto distintivo di questa epoca e sempre più del futuro, vale la pena di sottolineare che anche noi andiamo velocissimi. Ci adattiamo così rapidamente alle mutazioni del contesto che i cambiamenti più straordinari ci sembrano comunque quasi graduali. Le persone hanno pensato per molto tempo che un computer che sapesse giocare a scacchi, riconoscere la voce e guidare in automatico avrebbe segnato l’arrivo dell’intelligenza artificiale. Ma questi traguardi sono già stati raggiunti e, in questo momento, sono diventati praticamente invisibili. 

Allo stesso modo, prima o poi, i computer supereranno il test di Turing, il test che misura la capacità di pensare di una macchina intelligente, la capacità di concatenare idee e di esprimerle. Dopodiché spariranno immediatamente dentro tutti quelli che avranno la consapevolezza di questa leadership trasformativa.

“Il futuro è in noi molto prima che accada”

Rainer Maria Rilke

A cura di Angelo Deiana