Facciamo davvero il lavoro che ci piace?
In questa estate di riflessioni…
Fai ciò che ti piace e non lavorerai un solo giorno della tua vita. Non è certo una frase coniata da chi scrive, sono ben altre le carature degli uomini che lo hanno fatto. Eppure, trovo che in questo specifico periodo dell’anno soprattutto sia una massima da cui trarre ispirazione (o ispirazioni). Facciamo davvero il lavoro che ci piace?
Il motivo è presto detto: a meno che non ci si sia “sposati” con una specifica realtà, il periodo estivo è quello che per molti viene definito di riflessione. Stiamo facendo davvero ciò che ci piace? Non esiste nulla di meglio a cui possiamo ambire? Siamo in grado di resistere un’altra stagione senza cedere fisicamente e mentalmente?
I mesi estivi sono quelli della programmazione della stagione che da settembre in avanti ci vedrà protagonisti nel nostro lavoro, grazie al quale dovremo riuscire a far fronte alle necessità personali e familiari. Grosse responsabilità dunque, di cui dovremo necessariamente sopportarne il peso.
Spunti di riflessione sotto l’ombrellone
Il lavoro attuale ci consente di vivere serenamente? È una domanda che i professionisti devono porsi, perché possono permetterselo. Avendo scelto la via dell’indipendenza, manager, imprenditori, liberi professionisti, possono guardarsi intorno sempre e comunque, ovviamente tenendo fede agli impegni presi, cercano le soluzioni migliori per sé stessi e per le proprie famiglie. Orari di lavoro, competenze, collaboratori, luoghi, spostamenti: avete davvero valutato tutto? Esiste una soluzione migliore?
Porsi qualche domanda non è un reato, ma un modo perfetto per fare introspezione su sé stessi e su quanto si è fatto fino ad ora. E serve anche, eventualmente, per prendere consapevolezza del fatto che, al contrario, abbiamo raggiunto obiettivi interessanti e soddisfacenti.
Trascorrere qualche ora sotto l’ombrellone rilassandosi e riposandoci, certamente ci aiuterà a pensare meglio: stiamo realmente facendo ciò che desideriamo fare? E se quando si è giovani, in fin dei conti, questa domanda potrebbe essere prematura, con l’avanzare dell’età occorre, invece, porsela sempre più spesso, in quanto lo spazio/tempo per un eventuale “recupero” si assottiglia.
Il nostro benessere fisico è fortemente legato a quello psicologico e la nostra serenità lavorativa, molto spesso è una componente essenziale dello star bene.