Ferdinando Meo: “Con Younit forniamo alle aziende soluzioni per lo smartworking”
Il mondo del lavoro è cambiato e sempre più realtà aziendali stanno iniziando a comprendere i vantaggi dello smartworking in termini di produttività, che nasce spesso da un maggior livello di benessere dei dipendenti. Gli anni di pandemia, di lockdown, ci hanno fatto capire molte cose e aperto gli occhi su nuove opportunità, proprio sulla possibilità di continuare a lavorare e produrre con nuovi criteri come lo smartworking e il lavoro ibrido. E proprio nel bel mezzo del periodo più buio che abbiamo attraversato, nel 2020, nasce un’azienda che si è specializzata proprio nel facilitare le aziende nel fornire ai dipendenti i mezzi e gli strumenti per lavorare con risultati positivi anche fuori dall’ufficio. Si chiama Younit e fornisce soluzioni integrate per il lavoro a distanza, personalizzate e sostenibili, attraverso un catalogo online di oltre 1000 prodotti di altissima qualità. A guidarla Ferdinando Meo, Presidente e co-fondatore dell’azienda insieme a Gianluca Schiavi. Con lui, abbiamo voluto scoprire questa bella realtà che guarda al futuro.
Intervista a Ferdinando Meo
Cos’è Younit?
Younit è la soluzione completa per le aziende in smartworking, che vogliono fornire ai loro dipendenti che lavorano parzialmente da casa, ergonomicità e comodità a casa come in ufficio, con prodotti quali sedie, tavoli, lampade, footrest, sit&stand ed altre 1000 categorie differenti di prodotti. Younit da flessibilità all’azienda nella modalità di pagamento, con 3 opzioni differenti: acquisto del prodotto, renting leasing. Il processo completo di Younit è molto semplice:
- L’azienda definisce un budget per dipendente
- Sceglie il catalogo prodotti
- Younit offre una piattaforma ecommerce personalizzata per i dipendenti dell’azienda
- I dipendenti effettuano l’acquisto
- Younit consegna a casa dei dipendenti ed offre una reportistica completa all’azienda.
Se l’azienda ha intenzione di offrire ai propri dipendenti i prodotti necessari per lavorare da casa, non è comodo avere un business partner che si incarica di tutto il processo, ed evita la gestione all’azienda della scelta dei prodotti e della consegna a domicilio di centinaia o migliaia di dipendenti?
Qual è il vostro core business?
La gestione completa del processo di fornitura a casa dei dipendenti di un “home office”, ovvero una “Younit”.
Siete nati in piena pandemia: come avete fatto?
Nei momenti di crisi nascono sempre molte opportunità come Airbnb, Groupon ed Uber nel 2008, nel 2020 sono nate molte realtà innovative. Il progetto è nato tra Spagna ed Italia, con idee e con concretezza nell’identificazione dei prodotti e servizi che volevamo offrire, trovando i fornitori e sviluppando la piattaforma ecommerce base, per essere poi personalizzata per ciascuna azienda. Tutto è avvenuto da remoto. Ora sul progetto lavorano tra Italia e Spagna oltre 50 persone. Il mondo cambia rapidamente e nascono nuove idee ed aziende che seguono e supportano il cambiamento, certe volte sono proprio la causa del cambiamento.
Smart working in Italia: come è recepito dalle aziende e come dai lavoratori?
In Italia lo smart working è molto diffuso tra le aziende di servizi. Diverse Survey evidenziano che le persone preferiscono lavorare qualche giorno da casa, risparmiando tempi e costi; tempi su trasporti casa-ufficio e costi del trasporto, pranzo fuori, e soprattutto le persone desiderano avere più tempo da trascorrere con la propria famiglia. Immaginate 1 ora al giorno medio di trasporto di risparmio, per 2 giorni di lavoro da casa sono 8 ore/mese, 96 ore/anno ovvero in 30 anni sono 120 giorni che possiamo dedicare in più alla nostra famiglia, senza considerare le pause pranzo a casa. Da un lato le aziende possono risparmiare 2000-4000 Euro per dipendente all’anno per i costi di ufficio, ovvero su 5 anni 10.000-20.000 Euro, possono attrarre più talenti, anche stranieri e aumentare l’engagement/retention dell’attuale organico. Dall’altro i dipendenti possono essere più felici, risparmiare tempi e costi (stimati 1600 Euro/anno di risparmio per famiglia). In USA, UK, Germania e Spagna lo smartworking è molto più diffuso, perché hanno capito che è un gran benefit per le persone ed un potenziale risparmio di costi di ufficio per le aziende. I latini dicevamo “La virtù è nel medio”, e vale anche per i modelli ibridi di lavoro. Nessun estremo. 2/3 giorni di lavoro da casa sarebbe il modello perfetto. L’Italia è un po’ indietro, rispetto ai paesi più competitivi, c’è un po’ di timore nel passare ad uno stadio ufficiale di lavoro ibrido.
Le infrastrutture ci sono?
Le infrastrutture ci sono assolutamente, anche perché non sono necessarie grandi infrastrutture per lo smart working. In questo caso “volere è potere”.
Quali sono le difficoltà che si incontrano nello smart working?
Le difficoltà sono sicuramente un minor contatto tra le persone, che con un modello ibrido si eliminano, percezione di una riduzione di produttività da parte dell’azienda, ma i dati dimostrano il contrario ovvero, un aumento della produttività. La difficoltà più grande è sempre la paura del cambiamento. Siamo un Paese che innova poco, rischia poco, siamo fermi da tanti anni con poca cultura al cambiamento ed al rischio. “Il più grande rischio che hanno le aziende è non correre alcun rischio”.
Chi si rivolge a voi?
Le aziende medie e grandi in modello di lavoro ibrido (almeno 2 giorni di lavoro da casa) che sono tra i “migliori posti di lavoro”, o che vogliono esserlo, e che danno grande importanza al benessere dei propri dipendenti.
Quali sono i vostri progetti futuri?
I nostri progetti futuri sono la crescita ed il consolidamento nel mercato Italiano e Spagnolo, e l’apertura di nuovi mercati, quali UK, Germania e Francia. Il nostro obiettivo più grande è quello di riuscire a fare lavorare milioni di persone in maniera ergonomica da casa, contribuendo al loro benessere ed aumentare la produttività delle aziende.