Gestione del lavoro: 5 consigli pratici per adattarsi al cambiamento

gestione del lavoro

In un momento storico di grandi cambiamenti, in cui le evoluzioni tecnologiche portano le aziende ad avere una costante urgenza di adeguamento, i tradizionali concetti di gestione del lavoro non sono più sufficienti. La policrisi, di cui si parla sempre più spesso, rende il tutto ancora più complesso e affidarsi a professionisti in grado di aiutare le realtà aziendali a rimanere al passo con i tempi, è diventata una necessità.

I cambiamenti in atto nel mondo del business

Scenario socio-economico in piena evoluzione, lavoro sempre più stressante e orientato alla produttività assoluta, sono solo alcuni dei problemi che imprenditori e professionisti si trovano ad affrontare. Per questo Net Working, realtà che si occupa con cura sartoriale delle organizzazioni studia per ogni cliente soluzioni ad hoc, partendo dalla consapevolezza che non esistono ricette preconfezionate per il successo, ma solo nuove lenti per vedere cosa influenza l’operato di una determinata realtà.

Ma come si gestisce il cambiamento nel mondo del lavoro? I professionisti di Net Working hanno stilato 5 consigli utili per riprendere o mantenere la rotta anche quando il mare in tempesta.

5 consigli per la gestione del lavoro in evoluzione

Cambiare non è mai semplice ma oggi più che mai è necessario. Da dove partire? Ecco 5 consigli pratici che possono certamente aiutare.

  1. Allenare la resilienza

Assumere un’attitudine “proattiva” rispetto a quello che accade così da trasformare quell’accadimento in un’occasione di apprendimento. Per arrivare a questo risultato, bisogna prima misurare poi potenziare la hardiness dell’organizzazione.

  1. Essere al passo coi tempi 

Il cambiamento non deve spaventare: le aziende che vogliono proiettarsi nel futuro devono abbracciarlo e, perché no, anticiparlo. Facciamo un esempio concreto: quest’anno le aziende con più di 50 dipendenti e 150 milioni di euro di fatturato dovranno dichiarare l’impatto sociale che intendono generare con le loro azioni di sostenibilità sui tre fattori ESG, parlando di SROI (Social Return of Impact). Perché non rivolgersi già ad un Social Change Manager? “Questa nuova figura manageriale è in grado di accompagnare le organizzazioni in tutte le fasi del loro percorso consapevole ed autentico verso la sostenibilità, nella sua accezione più ampia”, spiega Carlo Romanelli, fondatore di Net Working, che ha ottenuto questa certificazione. “Nella pratica, questo tipo di intervento si traduce in un aiuto per le organizzazioni ad impostare un sistema di responsabilità sociale, a costruire una vision e a definire i rating di sostenibilità ai quali orientarsi”. 

  1. Permettere ai lavoratori di dare il meglio di sé

La condizione migliore per un dipendente è quella in cui ha la possibilità di crescere, percepisce sostegno intorno a sé e sperimenta un livello di stress accettabile: ha confermarlo sono diversi studi. Si lavora poi ancora meglio se si svolgono le proprie funzioni in un ambiente gradevole, con strumenti facili da usare e colleghi coi quali si ha una buona relazione. Se a questi aspetti si aggiunge un buon work life balance e la percezione di ricevere una retribuzione giusta in base alle proprie mansioni, non c’è bisogno di intervenire per aumentare la produttività: questa verrà da sé.

  1. Lavorare sullo spirito di squadra

L’organizzazione non è data solo da un insieme di persone che devono raggiungere KPI. Se non lo è già, deve diventare anche una costruttrice di storie e coinvolgere il suo personale in questa narrazione. Questo è fondamentale anche per far sì che il singolo non si senta solo una pedina “sacrificabile” in un più ampio scacchiere, ma parte integrante di un team che si muove insieme verso una direzione comune.

  1. Investire nella giusta formazione

L’aggiornamento professionale è essenziale. Questo non deve però far passare in secondo piano la visione d’insieme, che deve sempre rimanere centrale ed essere ben strutturata.