Giornata Internazionale della Salute Mentale: la situazione dei lavoratori italiani
Oggi, sabato 10 ottobre è la Giornata Internazionale della Salute Mentale: ma come vanno le cose da questo punto di vista per chi lavora? Per chiarire la situazione, BVA Doxa ha realizzato una ricerca per Mindwork, società italiana per la consulenza psicologica online in ambito aziendale.
Secondo i risultati della ricerca, il 40% dei lavoratori italiani non è del tutto soddisfatto della propria situazione professionale e questa situazione, inevitabilmente, inficia (e parecchio!) il loro benessere psicologico.
3 lavoratori su 4 hanno sperimentato l’ansia da lavoro
Tra benessere psicologico generale e lavoro il rapporto è molto stretto. Infatti, a eventuali disagi registrati sul posto di lavoro corrisponde quasi sempre una condizione psicologica non ottimale. Secondo 3 lavoratori italiani su 4, le sensazioni maggiormente sperimentate nel quotidiano sono quelle legate ad ansia e stress. In particolare, le più ricorrenti sono: incertezza (45%) e preoccupazione (39%). Con una diffusione analoga sul territorio nazionale e per tutti i livelli socio-demografici. C’è anche chi sta bene, anzi benissimo: 1 lavoratore su 10 si dichiara infatti pienamente soddisfatto del proprio lavoro e gode di un equilibrio psico-fisico ottimale. UNO SU DIECI: si può far meglio…
Secondo la metà dei lavoratori italiani interpellati da BVA Doxa per Mindwork, la tipica giornata lavorativa si accompagna a diversi livelli di stress, che si aggravano all’aumentare del numero delle ore di straordinario. Il maggiore tasso di incidenza di sensazioni negative si registra tra chi riporta un benessere lavorativo medio-basso. Disturbi legati a stati di tensione quali irritabilità, inquietudine, irrequietezza o, ancora, ansia colpiscono almeno una volta al mese circa 1 lavoratore su 4. A queste difficoltà si somma la complessità di bilanciare efficacemente il lavoro con la propria vita privata: solo 1 lavoratore su 3 afferma di aver trovato questo bilanciamento. Il lockdown ha contribuito ad aumentare le sensazioni di ansia e disagio (+15%) e al diffondersi di patologie come l’insonnia (+9%). “I dati di BVA Doxa ci mettono di fronte a una evidenza unica: l’emergenza da Covid-19, oltre che sanitaria ed economica, è umana” interviene Luca Mazzuchelli, direttore scientifico di Mindwork. E rilancia: “Se le aziende non iniziano a porre attenzione al benessere psicologico dei propri collaboratori faranno molta fatica a superare la crisi perché oggi più che mai è il capitale umano a fare la differenza e livelli di insoddisfazione così elevati non possono più essere ignorati”.
Mindwork propone soluzioni
Attraverso la piattaforma Mindwork è possibile scegliere in pochi secondi il professionista dal quale si vuole essere seguiti e organizzare sessioni di consulenza da qualsiasi device, garantendo privacy e riservatezza totali.
Quasi 1 lavoratore su 3 ammette di essersi assentato dal lavoro una o più volte a causa di eccessivi carichi di stress ed ansia. Una condizione che colpisce in particolare le figure con posizioni di responsabilità e comando. L’Unione Europea arriva a stimare in 136 miliardi di euro le perdite in produttività a causa dell’assenteismo dal posto di lavoro derivato da malessere psicologico (fonte: Commissione Europea). Numeri simili per i tassi di drop out tra i lavoratori sempre stando ai dati BVA Doxa per Mindwork: il 37% ha lasciato un lavoro a causa del malessere emotivo legato all’ambiente professionale. E in questo caso la differenza demografica c’è: sono soprattutto i giovanissimi ossia gli under 34 a esserne interessati. E per le aziende che incorrono in tale fenomeno non può che essere una sconfitta.
“Il Covid-19 è un’occasione imperdibile per cambiare una volta per tutte il paradigma culturale delle aziende italiane, mettendo concretamente le persone al centro della catena del valore” sostiene Mario Alessandra, Co-Founder e CEO di Mindwork: “In questa fase il benessere psicologico non può che essere l’obiettivo cardine di una people strategy che sia declinata da Direttori HR che siedano finalmente nei CdA e lavorino sinergicamente con tutti i C-level”.