Giovani, la ricerca dello Stile perduto

Ho avuto la fortuna di conoscere mio nonno e di apprezzarne la saggezza, l’intelligenza e lo stile. Sì, avete capito bene, lo stile. Ricordo che la mattina non usciva di casa senza essersi perfettamente rasato la barba e pettinato con attenzione la chioma argentata. Ricordo le sue camicie inamidate, con quei colli splendidi alla francese, a cui abbinava cravatte meravigliose, e abiti sempre perfettamente intonati. L’outfit era poi completato da scarpe mai banali e cappelli elegantissimi. Mi sorprendevo molto spesso a chiedermi come mai indossasse tutto quell’armamentario anche solo per andare a comperare il giornale in edicola o per andare al bar a prendere un caffè.

Quando purtroppo venne a mancare, la frase più ricorrente che ho ascoltato, oltre alle classiche di circostanza, su mio nonno era: “ci manca, era sempre così elegante, nei modi e nel vestire”. Ebbene, a distanza di poco meno di 30 anni, io, che all’epoca adoravo i jeans strappati ed indossavo le Nike ai piedi, sono alla costante ricerca di quella stessa eleganza. Ma cosa mi spinge a farlo? Basta guardarsi intorno. Negli anni ‘90, ricordo che indossare una giacca era già un elemento di distinzione, ma ora le cose sono cambiate. C’è una costante ricerca del bello, dell’eleganza, anche a rischio di apparir fuori luogo. Basta farsi una passeggiata a Firenze durante il Pitti Uomo per capire meglio ciò che voglio intendere. La riscoperta del proprio lato edonistico, ha coinvolto uomini di ogni genere e di tutte le età. E questo è un bene. Si parte da ragazzi ormai. Le Nike di cui sopra, vengono sostituite da modelli in pelle, in camoscio, con design decisamente elegant. I pantaloni, seppur rispetto al passato sono ora più aderenti, accarezzano con raffinatezza la gamba dell’uomo moderno. Lo stesso vale per la camicia: per chi può permetterselo, il taglio slim appare certamente quello più chic, ma anche chi ha qualche chilo di troppo ha le sue possibilità. Stesso dicasi per le giacche.

La sartorialità ed il tailor made la fanno da padrone e sono soprattutto i giovani a rendersi conto di quanto sia bello uscire di casa ed essere ammirati per la propria eleganza. Si rivedono colori come il viola, il rosso acceso, il verdone, che erano stati quasi dimenticati, così come si è tornati a scegliere accessori che forse troppo presto erano finiti nei bauli in qualche soffitta. Parliamo degli orologi da taschino, con le loro luccicanti catenelle, delle cravatte sartoriali, dei cappelli, dei guanti di pelle, delle pochette e delle calze ricercate, con motivi geometrici o simboli che richiamano il proprio stile di vita.

Noi uomini stiamo resuscitando il nostro senso del glamour, la nostra innata eleganza, sfruttando tutto ciò che in fin dei conti è da sempre a nostra disposizione. Ovviamente l’evoluzione ha fatto sì che anche i classici potessero essere adattati al nostro tempo, ma quel che mi piace è che si sia tornato a preferirli. Ragazzi, già a partire dai 20 anni, sanno distinguere i vari tagli sartoriali e sanno preferire un collo di camicia a seconda della circostanza in cui deve essere indossata. E sanno prendersi cura di sé stessi e del proprio aspetto, riscoprendo ad esempio il piacere di recarsi dal barbiere. Bello, bello davvero.

C’è anche un ritorno alle passioni maschili per eccellenza. Quella per il fumo lento, sia esso da pipa o da sigaro e per gli accessori ad esso collegati. L’accendino, il tagliasigari sono diventati accessori immancabili, quasi come l’orologio e la pinza argentata per i contanti nelle nostre tasche.

Mi rinfranca vivere in quest’epoca, che rispetto al recente passato appare quanto mai rivoluzionaria sotto questo punto di vista. Riscontro anche una riscoperta di quell’educazione rispettosa, che completa un quadro estremamente positivo. I cafoni, possono anche vestire bene, ma sempre cafoni restano.

 

Tratto da Uomo&Manager di Novembre 2016