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Grandi dimissioni: posti vacanti e l’esigenza di nuove figure professionali

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Dimissioni, una nuova tendenza o semplicemente i lavoratori sentono l’esigenza di cambiare a fronte di opportunità migliori offerte da aziende che guardano alle novità in termine di welfare?

Grandi dimissioni: è in atto un cambiamento

A prescindere dalla risposta, l’unica certezza è il fatto in sé. Anche quest’anno continua a crescere il fenomeno delle grandi dimissioni. C’è voglia di cambiare, di migliorarsi, ma soprattutto di trovare il rapporto perfetto tra lavoro e vita privata. Non si vive per lavorare, ma si lavora per vivere: il concetto è questo.

“Ci sono parecchie aziende che, negli ultimi tempi, hanno faticato ad attrarre e trattenere talenti e questo rappresenta un grosso problema. Non parliamo di offerte di lavoro fantasma, con stipendi ridicoli e zero tutele nei confronti dei lavoratori, ma di opportunità di carriera spesso davvero molto interessanti. Non dimentichiamo, infatti, che a fine 2022 il boom delle dimissioni volontarie ha toccato il suo picco massimo in Italia, Spagna e Francia. Un fenomeno che, in un modo o nell’altro, deve essere contrastato anche ripensando i modelli organizzativi”, ha dichiarato Silvia Movio, Director di Hunters, brand di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato.

Le grandi dimissioni hanno portato ad un gran numero di posti vacanti che, nel nostro Paese sono circa 2,2 milioni: secondo in dati Eurostat, il tasso di posti non coperti avrebbe raggiunto i livelli massimi in Europa.

Numeri davvero record che devono far riflettere su come il mondo del lavoro stia vivendo un forte cambiamento.

“Assistiamo – aggiunge Silvia Movio – ad un fenomeno oggettivo e che, indipendentemente dal nome che vogliamo dargli, sta davvero cambiando il mercato del lavoro. Non è detto, tuttavia, che questa propensione al cambiamento si tradurrà sempre anche in stipendi più alti, contratti migliori o organizzazioni più efficienti, ma è certo che le aziende dovranno, nel minor tempo possibile, soddisfare le richieste dei lavoratori che sono diventati più selettivi ed esigenti”. 

I settori lavorativi più dinamici in Italia

In Italia i settori lavorativi più dinamici riguardano certamente il mondo dell’Industria 4.0, quella più evoluta: ovvero l’Automazione, la Produzione e la Progettazione Elettrica di macchinari complessi ed Energia.

In particolare, si cercano professionisti specializzati nel campo della robotica, del Machine Learning e in materia energetica. Gli ingegneri robotici si occupano di progettare, di costruire e di collaudare i robot.

Si registra una richiesta del +3% rispetto al 2022 di Ingegneri del Machine Learning che vantano pluriennale esperienza nell’ambito IT e si focalizzano sullo studio di modelli predittivi e sullo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale.

In aumento del 5% anche la domanda di Ingegneri Energetici ed elettrici, ovvero di coloro che si occupano di collaudare sistemi ed impianti. 

Nelle aziende, dalle più grandi alle più piccole, si sta sempre più facendo largo la figura del Digital Marketing Manager: il 43% delle aziende ha introdotto questa figura specifica per raggiungere gli obiettivi di vendita grazie ai canali Social, Web e Mobile; quasi il 40% è dotato di un Chief Information Security Officer, incaricato di definire programmi per minimizzare i rischi legati all’adozione delle tecnologie digitali in termini di sicurezza dei dati e delle informazioni; oltre il 30% ha professionisti digitali come l’Enterprise Architect (gestisce l’infrastruttura IT) e il Data Engineer, il professionista che gestisce il flusso di dati.