Guardare oltre i propri orizzonti
Guardare oltre il proprio naso, roba da veri top manager. Molto spesso, infatti, ci dimentichiamo che non sempre le risposte che cerchiamo sono a portata di mano, per quanto cerchiamo in ogni momento di agevolare il nostro lavoro e quello di chi collabora con noi.
Un antico proverbio, che la maggior parte di voi avrà sentito pronunciare almeno una volta nella vita afferma: “Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”. Questo è ciò che succede quando si pone di fronte a noi un problema. In pratica vorremmo che la soluzione ci si materializzasse davanti come per magia. Giustificabile, ma spesso non esattamente verosimile.
Eppure, nessuno immagini che i manager di livello internazionale non siano costretti a risolvere beghe meno impegnative di quelle di ciascuno di noi! Anzi, molto spesso risultano essere commisurate alla statura del manager e del ruolo che ricopre. Eppure, i cosiddetti mostri sacri di cui sopra, riescono sempre a trovare la via migliore per divincolarsi dalle noie quotidiane o dai problemi che di volta in volta fanno capolino. E c’è di più. Spesso e volentieri riescono non solo a trovare soluzioni valide, ma anche a trasformare gli impedimenti e le difficoltà in occasioni per crescere e migliorarsi sia a livello personale che aziendale. Ma come fanno? Mi rifaccio al proverbio di cui sopra: sono in grado di puntare l’occhio verso la suddetta luna, anziché soffermare la propria attenzione sul dito di chi indica.
Forse perché sono più preparati, o più svegli (altrimenti non occuperebbero certo posti di responsabilità), ma forse anche perché sono maggiormente abituati a guardare… in alto, o meglio oltre il proprio orizzonte e quello di chi li circonda. Indubbiamente il problem solving è oggi una skill richiestissima dagli HR manager, poiché per le aziende il fattore tempo è oggi determinante ai fini della produttività e non vogliono smarrirsi certo in labirinti di mezze soluzioni a problemi, che rimarrebbero comunque tali. Le grandi società puntano a manager capaci di risolvere ogni tipo di problema e questo è un fattore che rende oggi un professionista migliore, rispetto ad un altro.
Ovviamente non si acquisiscono certe qualità allo schioccar delle dita, bensì attraverso un “allenamento” quotidiano, che serva a rafforzare le nostre abilità, ma anche e soprattutto ad abituarci a guardare oltre l’orizzonte. Ciò che differenzia il manager capace, da quello meno abile è proprio la capacità di andare oltre l’ovvio, di studiare ogni situazione nel minimo dettaglio ed adottare strategie (o contro strategie) alle quali è impossibile controbattere. Oggi tutto questo è sempre più difficile poiché il mercato globale e le continue innovazioni hanno fatto sì che l’asticella si alzasse in ogni ambito. Ciò che ha studiato un manager 20 anni fa è certamente anacronistico per i tempi attuali.
E allora che fare? La parola chiave è aggiornamento. Solo con lo studio di ciò che non si conosce è possibile essere sempre pronti ad ogni evenienza ed anche questo significa guardare oltre il proprio orizzonte. Non è questo il momento di arrendersi e deputare qualcun altro a risolvere per noi i nostri problemi, ma è l’ora di studiarli e trovare direttamente le soluzioni, andando oltre quel famoso dito, provando ad osservare la “luna” di fronte a cui si pare. Riuscire a trovare soluzioni ai problemi rappresenta oggi un lavoro a sé che dobbiamo necessariamente imparare a svolgere nel migliore dei modi e nei tempi richiesti. Senza farci spaventare, senza la minima incertezza, bisogna correre ai ripari utilizzando il nostro intuito, la capacità di razionalizzare ogni cosa e porla nella giusta posizione. Un manager esperto ed intraprendente non smette mai di porsi domande, nemmeno quando tutto sembra andare per il meglio.
Tratto da Uomo&Manager di Marzo 2018