Indagine Trend Mercato del Lavoro 2023 di Infojobs: le 5 tendenze che vanno considerate

Trend Mercato del Lavoro 2023

Delineare prospettive future e trend del lavoro del nuovo anno: questo è l’obiettivo dell’Indagine Trend Mercato del Lavoro 2023 realizzata da InfoJobs.

“Secondo i dati emersi” commenta Filippo Saini, Head of Job di InfoJobs, “le PMI Italiane si trovano a fronteggiare un contesto socio-economico ancora molto sfidante, unito a nuove modalità di approccio al lavoro che sono drasticamente cambiate dopo gli anni della pandemia. Le aziende riconoscono quanto, oggigiorno, sia diventato indispensabile avere una maggiore sensibilità verso le esigenze concrete delle persone e per questo attivano leve di welfare aziendale in grado di soddisfare le persone, trattenere e attirare i talenti, garantendo stabilità alle attività e alle strutture aziendali stesse”.

2023: la tendenza è assumere ancora

Analizzando dati del 2022, l’indagine mette in evidenza come la maggior parte aziende abbia ampliato il proprio organico nel corso dell’anno, infatti: il 52,4% dichiara di aver assunto risorse addirittura in misura maggiore rispetto a quanto pianificato, mentre un 23,6% in misura minore. Ma non per tutti l’andamento è stato lo stesso: infatti si registra che il 10,5% ha mantenuto stabili i livelli occupazionali dismettendo tutti i contratti atipici (interinali, a chiamata o stagionali), mentre il 5,2% ha ridimensionato l’organico. 

Cosa succederà nel 2023? La propensione all’assunzione di nuove risorse è sempre la stessa per l’87% del campione: l’intenzione di assumere nuovi collaboratori, per la maggior parte (46,6%) in numero limitato, oppure solo per sostituire eventuali dimissionari (12,6%), ma c’è anche il 27,8% che prevede un numero elevato di assunzioni, a testimonianza del dinamismo del mercato e dell’imprenditoria italiana.

Di contro, il 9,4% delle aziende non pensa a nuove assunzioni, nemmeno per sostituire i dimissionari e il 3,7% valuta la riduzione del personale attualmente esistente.

Per quanto riguarda le tipologie di assunzione, il 49,7% vigeranno i medesimi criteri e contratti del passato, ma c’è un 40,1% che punta a poche ma qualitativamente selezionate figure. Mentre il 10,2%, in considerazione dell’incertezza e delle difficoltà del settore in cui operano, preferisce assumere con contratti flessibili.

L’obiettivo è trattenere i talenti

Le aziende, prima ancora di assumere, hanno però un obiettivo molto chiaro, ovvero trattenere i talenti. Come? Attraverso la formazione e la riqualificazione. Sebbene resti ampia la fetta di realtà (47,6%) che non prevede azioni specifiche ed un 14,3% che dichiara di dover ridurre l’organico accompagnando le persone con azioni di prepensionamento o percorsi di outplacement, si fa strada la consapevolezza dell’importanza degli investimenti in formazione e sviluppo, con un 38,1% di aziende che dichiara di prevederne proprio in questi ambiti.

Anche perché un altro fenomeno importante che si evince dai dati dello studio è che 55% degli HR intervistati ha notato un incremento nel numero di dimissioni rispetto al passato.

I trend del lavoro nel 2023

Secondo i responsabili delle risorse umane, intervistati da Infojobs, questi saranno i trend del lavoro nel 2023. Ve li riportiamo per intero:

  • rETENTION (42,9%): in un mercato competitivo, con risorse limitate, l’azienda deve interrogarsi su come essere ingaggiante per i suoi dipendenti e non lasciarsi sfuggire le risorse migliori è un must. È importante la formazione continua delle risorse, su competenze hard e soft, sia per valorizzarle sia per ricollocarle in maniera coerente con gli obiettivi aziendali. Emerge, inoltre, un nuovo trend: la cultura del feedback e dell’ascolto delle risorse, per far sì che i dipendenti si sentano protagonisti del loro futuro in azienda.
  • ATTRACTION (24,8%): le aziende, PMI comprese, sanno anche di dover attrarre i talenti, dato il contesto competitivo e la difficoltà a reperire risorse qualificate. Attuare strategie multi-canale di employer branding per attrarre i migliori talenti da inserire in azienda sarà una delle priorità di quest’anno.
  • DIGITAL4HUMAN (12,8%): liberare tempo da attività time-consuming e investire in attività a più alto valore aggiunto permette il recupero della dimensione umana dietro al digitale. La tecnologia è un alleato prezioso, sempre in evoluzione, che se usato correttamente può davvero fare la differenza, anche nei processi di ricerca, selezione e gestione del personale.
  • LAVORO IBRIDO (11,3%): una vera e propria sfida sarà far conciliare i benefici del lavoro in presenza e del lavoro da remoto, gestendo team in modalità mista per il raggiungimento degli obiettivi aziendali, grazie anche a nuovi modelli di leadership basati su responsabilizzazione e fiducia. Il tutto evitando burn out e stress da iperconnessione, ma anche disaffezione all’azienda e progressivo isolamento.
  • DIVERSITY & INCLUSION (8,3%): complice la diffusione del lavoro ibrido, è nata la necessità di creare maggiore senso di appartenenza per superare la lontananza fisica tra persone e azienda. Questo spesso trova il suo riscontro nel tema della diversità e inclusione in senso ampio: persone diverse, luoghi diversi, ritmi di lavoro diversi ma tutti devono sentirsi inclusi e motivati, perché la diversità se ben gestita può essere solo un punto di forza.