Innovazione tecnologica ed economia digitale unite per il benessere dei cittadini
Dalle attività di crowdfunding alle esperienze di microcredito, dai progetti di sostenibilità ambientale ai programmi di riqualificazione degli spazi urbani, senza dimenticare le iniziative di sostegno alla persona e all’assistenza sociale.
La chiave del successo di ogni iniziativa di welfare non è solo mettere al centro cittadini e famiglie, ma soprattutto far crescere le imprese nel segno di una nuova cultura aziendale. Abolire le classiche otto ore seduti in ufficio a vantaggio del lavoro in remoto, obbligare i dipendenti a sganciarsi da pc e smartphone aziendali dopo le 18:00, incentivare gli hobby e farli diventare un potente strumento di team working, o ancora redistribuire gli utili trasformandoli in stock option per tutti i dipendenti, sono tutte variabili virtuose che fanno la differenza tra un’impresa felice (e che cresce) e quelle che faticano a vedere il segno più a fine trimestre.
Conoscere l’innovazione per agire sul sociale
A conti fatti, queste novità impattano sullo stile di vita di tutti noi, sulla propensione al consumo, sull’utilizzo consapevole delle risorse, sulla capacità di soddisfare le aspirazioni professionali e infine sui modelli organizzativi e gestionali d’impresa.
Si tratta del così detto modello “community based”, caratterizzato da una forte vocazione al territorio e dalla valorizzazione degli assetti culturali, dalla responsabilità sociale d’impresa, dalla partecipazione attiva e dalla promozione delle reti tra comunità.
Secondo la definizione contenuta nel Libro Bianco sull’Innovazione Sociale «definiamo innovazioni sociali le nuove idee, i prodotti, i servizi che soddisfano dei bisogni sociali (in modo più efficace delle alternative esistenti) e che allo stesso tempo creano nuove relazioni e nuove collaborazioni.
In altre parole, innovazioni che sono buone per la società e che accrescano le possibilità di azione per la società stessa».
Sono infatti considerati innovazione sociale l’uso delle piattaforme digitali per lo sviluppo di soluzioni software a beneficio dei cittadini, i servizi digitali alla persona con cui misurare la pressione di un malato a distanza, i sensori per il monitoraggio della qualità dell’aria e della distribuzione dell’energia utile a far funzionare le Smart Cities, l’utilizzo dei sistemi di mobilità e di trasporto elettrici e le nuove forme di ospitalità a cui accedere via App.
Innovazione nella tradizione
Il successo dell’integrazione fra tecnologie emergenti e qualità della vita passa attraverso l’adozione di soluzioni digitali per soddisfare bisogni tradizionali, ma allo stesso tempo necessita di una spinta costante all’attivazione di reti tra persone ed organizzazioni ed alla valorizzazione delle competenze, con l’obiettivo di generare un conto economico in cui la felicità è protagonista.
L’innovazione sociale promuove anche il cambiamento, veicola la trasformazione della comunità e rappresenta un driver cruciale per creare valore sia nelle metropoli, sia negli insediamenti rurali.
La storia, infatti, insegna che la tecnologia, l’innovazione e le scoperte della scienza rimaste topiche, ci hanno consentito non di fare meglio ciò che già sapevamo fare, bensì di realizzare tutte quelle cose che prima non erano possibili.
Dalla scoperta del fuoco sino alla creazione degli enzimi mangia plastica, per continuare con i sistemi di pagamento attraverso riconoscimento facciale, comprendiamo come il vero valore della welfare economy consista nella crescita delle persone e del loro ruolo nel futuro.
Dove, come e quando: esempi pratici
Ecco alcuni esempi: il primo è Future Recoded, progetto finanziato da Microsoft Italia e da Fondazione Cariplo con l’obiettivo di accrescere le competenze tecniche degli studenti di medie e superiori per ridurre il gap tra la scuola e l’accesso al mondo del lavoro; MHC, invece, è una cooperativa nata come spin off dell’Università di Firenze nel 2013 che si occupa di urbanistica partecipata grazie all’utilizzo di strumenti digitali integrati alle tradizioni costruttive locali.
Come non ricordare anche la Fondazione Italia Camp che promuove la diffusione dei progetti di innovazione sociale grazie a Call for Ideas, veri e propri bandi di finanziamento sui temi come inclusione sociale, rigenerazione urbana, tutela della salute ed innovazione digitale.
Ma anche le città sono protagoniste di questa rivoluzione: Torino Social Innovation è infatti il programma adottato dal capoluogo piemontese per arricchire il valore sociale ed economico del territorio che, insieme a Cariplo Factory, consente all’ecosistema imprenditoriale, agli innovatori, alle associazioni, alle startup di creare un futuro di qualità e di valorizzare nostro il patrimonio culturale ed ambientale.
A cura di Enrico Molinari Martinelli e Domenico A. Modaffari
Tratto da Uomo&Manager di Maggio 2019