La cravatta, accessorio maschile per eccellenza
Accessorio maschile indossato a corte, durante il regno di Luigi XIV nel 1700 circa, dove i dandy e ricchi dell’epoca sfoggiavano un pezzo di stoffa annodata al collo, esprimendone così la propria eleganza. La moda si diffonde in tutta Europa, gli uomini subiscono il fascino della cravatta, facendole cambiare forma e aspetto col passare degli anni.
A partire dal diciannovesimo secolo la cravatta assume le sembianze che siamo abituati a vedere, ovvero lunga e stretta e tagliata in diagonale, composta da tre pezzi. Milioni di uomini nel mondo portano la cravatta. Tutti sono accomunati dal gesto compiuto nel momento in cui la annodano, e nello stesso istante sono soli di fronte alla scelta di quale indossare. Un bel rebus mattutino per chi le indossa per lavoro o per il tempo libero. Le maison non ci aiutano affatto poiché ogni stagione rilasciano sul mercato nuove cravatte. Differiscono di forma e lunghezza, fantasia e costruzione. Quindi come scegliere la cravatta perfetta da indossare ogni giorno?
Come acquistare una cravatta
Il momento dell’acquisto di una cravatta è sacro. Il segreto è essere ben determinati sul tipo di cravatta che si andrà a scegliere. Dobbiamo pensare a tutti gli abiti e camicie che possediamo nell’armadio. Dobbiamo rendere nullo il rischio di un acquisto sbagliato, che comporterebbe il fatto di non indossare mai la cravatta in questione. Prima di recarci in negozio facciamo un giro di ricerche sul web, osservando bene quelli che possono essere gli abbinamenti e i suggerimenti di Fashion Bloggers, oppure osservare le immagini che le più importanti sartorie italiane pubblicano sui loro siti.
Le dimensioni della cravatta perfetta
Per un uomo di media statura (circa 180 cm) si deve scegliere una cravatta lunga dai 145 ai 150 cm. La larghezza nella parte più grande deve essere dai 7,5 ai 9 cm. Questa caratteristica è molto importante, poiché la lunghezza della cravatta determina indirettamente la dimensione del nodo.
Strutture e lavorazioni
La maggior parte delle cravatte sono foderate, internamente presentano uno strato di tessuto neutro, che serve a dare consistenza alla cravatta e al nodo che ne verrà fuori. Vengono poi piegate su se stesse in 3 parti e cucite sul retro. Le cravatte più e pregiate sono realizzate in seta, senza fodera, con lavorazioni artigianali dove il tessuto viene piegato su se stesso tre, cinque, sei, sette fino a nove volte. Ciò conferisce una corposità naturale alla cravatta. Il costo per una cravatta del genere mediamente supera i 150 Euro. La realizzazione delle cravatte a sette e a nove pieghe viene eseguita solo dalle migliori sartorie e richiede una lavorazione complessa di almeno 3 ore.
La scelta del tessuto
La scelta delle materie prime che compongono la cravatta è la parte più delicata del lavoro di chi le realizza. Quanto più è scrupolosa e attenta la scelta, più pregiata sarà la cravatta. Twill e seta sono i tessuti più utilizzati. Per esempio Marinella crede fortemente nelle pregiate sete inglesi. Altri invece nelle tessiture del comasco e del biellese, dove troviamo fornitori di pregiatissime lane e cashmere, tessuti prettamente invernali.
Il nodo, il dettaglio più importante
Che sia un manager moderno, che sia un Dandy, chi indossa la cravatta lo deve fare con l’arroganza di sapere cosa sta facendo. Giochiamo con la fantasia: abbiamo creato un outfit impeccabile, riceviamo complimenti perché abbiamo stabilito un equilibrio perfetto tra il colore e il pattern del nostro abito, la camicia e la cravatta, alla quale abbiamo abbinato la pochette nel taschino e il calzino dello stesso colore. Possiamo ancora commettere un errore. Il nodo. Deve essere perfetto, aderire completamente al colletto. Non deve lasciar intravedere i bottoni della camicia. Utilizziamo il nodo Four-in-hand, forse il nodo più semplice ma sempre efficace con tutti i tipi di colletti. Leggermente asimmetrico, la sua dimensione varia in base allo spessore del tessuto e all’ampiezza della cravatta. Dettaglio importantissimo da non tralasciare. Immediatamente sotto il nodo, facciamo in modo di creare una fossetta per regalargli un pizzico di tridimensionalità che lo renderà più “vivo”. Un tocco di stile che ci invidieranno tutti.
A cura di Lorenzo Prodon
Tratto da Uomo&Manager di Gennaio 2017