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La nuova economia del digitale

mondo digitale

Il prezzo dell’economia del digitale

Nell’era della sostituzione tecnologica, la nuova sfida è quella di scoprire come suddividere al meglio il lavoro tra le persone che detengono le conoscenze e le macchine. Un confine si sposta continuamente. Insegniamo ai computer a fare un lavoro dei professionisti (ad esempio, con il trading algoritmico) ed il prezzo di quella competenza e di quella professionalità diminuisce rapidamente. 

Una sola conseguenza: ci sono quelli che imparano a fare qualcosa di più complesso/diversificato e quelli che non lo imparano. Il primo gruppo solitamente viene pagato più di prima, e il secondo gruppo di meno. Il primo rappresenta un’opportunità per le imprese che si spostano verso l’abbondanza, il secondo diventa progressivamente un costo.

Ecco perché esistono le due grandi guerre non fisiche di questo periodo: la data war, la guerra dei talenti e la guerra della proprietà intellettuale. Come abbiamo visto, i brevetti ed il copyright sono tentativi di impedire che il flusso naturale delle idee si propaghi tra la gente o, almeno, di impedirlo abbastanza a lungo per riuscire a generare un profitto. Alla fine, però, i brevetti scadono e i segreti vengono alla luce: le idee non si possono imprigionare per sempre. E più un prodotto è composto di idee anziché di materia, più in fretta può scendere di prezzo a causa della diffusione incontrollata.

Grandi cambiamenti in atto

Tuttavia, questo fenomeno non è limitato ai prodotti digitali. Qualsiasi settore in cui le informazioni diventino l’ingrediente principale tenderà a seguire questa curva che accelera le prestazioni e fa calare di prezzo. La conoscenza lega la Legge di Moore e la Legge di Metcalfe a tutti i servizi che incorporano progressivamente una dose sempre maggiore di dati, informazioni, reputazione. Ad esempio, come sta succedendo da tempo a tutte le professioni generaliste, ben presto sempre più servizi medici e diagnostici saranno forniti da software (che diventerà più economico) anziché dai medici (che diventano sempre più costosi). 

Senza dimenticare che, la chiave di volta economica è una sola: quando un processo produttivo si avvicina alla coda del suo ciclo di incremento di efficienza, diventa cioè maturo, aumenta l’incentivo a inventare qualcosa di radicalmente nuovo e migliore. Quando si combinano tutte queste innovazioni e curve di apprendimento i prezzi calano ad un ritmo mai visto. 

Un incentivo importante

È per questo che c’è un forte incentivo a rendere digitale qualsiasi cosa: perché ciò che diventa digitale entra a far parte di qualcosa di più grande, qualcosa che non solo va più veloce, ma accelera continuamente. I bit sono acceleratori dei processi industriali, così come lo è stata l’elettricità: permettono a ogni cosa di costare meno e fare di più. La differenza è che i bit continuano a migliorare per effetto della Legge di Moore e di Metcalfe anno dopo anno: è una rivoluzione perenne, in cui ogni nuova generazione di prodotti a metà prezzo e doppie prestazioni spalanca possibilità inedite. 

È la fine dell’equilibrio per cui il prezzo è determinato dall’incrocio tra domanda ed offerta? No perché, nonostante le mutate condizioni di contesto, domanda ed offerta determinano ancora il prezzo di un bene in ogni dato momento in cui il mondo potrebbe domandare una quantità più o meno ampia di quel bene stesso. Nel breve periodo, il prezzo rifletterà all’istante questa circostanza, crescendo o calando con la domanda e l’offerta. Nel lungo periodo, però, la riduzione dei costi di produzione assicurerà che la tendenza generale sia verso il basso. 

Ma non basta. Sempre più soggetti prenderanno coscienza che tocca a loro essere esigenti in termini di prezzo, qualità, etica, nei confronti di chi gli propone dei servizi. Il nuovo consumatore che sta uscendo da questo mutamento preferirà (mediamente) i circuiti della distribuzione che praticano i prezzi più bassi. Farà sempre più ricorso ai comparatori di prezzo su Internet, dialogherà nei forum e sui social network oppure comprerà su Amazon e su Alibaba. 

Nel contempo, però, non avrà problemi a pagare molto di più prodotti o servizi con una reputazione più alta e consolidata. Siamo nell’era della brand reputation dove gli equilibri economici sono profondamente diversi.

 

A cura di Angelo Deiana