La transizione green e digitale e la connessione con l’export secondo Dr-Export

transizione digitale

In che modo la capacità di avere successo sui mercati esteri è connessa all’impegno profuso nella transizione digitale e in quella verso una maggiore sostenibilità aziendale? Dalle indagini più recenti, è evidente che le PMI che esportano di più sono anche quelle che hanno affrontato in modo più deciso i percorsi digitali e green.

Basti guardare per esempio l’analisi sulle imprese esportatrici realizzata dal Centro Studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne e da Unioncamere, secondo cui le imprese che esportano sono quelle più propense a investire: l’indagine mostra che il 45% lo farà in tecnologie 4.0 entro il 2025, contro il 33% delle imprese che non vendono all’estero. E ancora, lo studio spiega che quasi la metà delle PMI esportatrici ha programmato investimenti in processi e prodotti ecosostenibili nei prossimi due anni, fetta che si riduce a circa un terzo nel caso delle imprese concentrate sul mercato domestico. 

Questo spinge gli esperti di internazionalizzazione di Dr-Export a sottolineare che le PMI esportatrici, oltre a essere il cuore pulsante dell’economia italiana, rappresentano anche i più forti motori dell’innovazione e della sostenibilità. E, come sottolineano i consulenti di Dr-Export, a dimostrarlo ci sono anche le cifre riportate nello studio ‘Piccole, medie e più competitive: le PMI italiane alla prova dell’export tra transizione sostenibile e digitale’, realizzato da SACEe in collaborazione con The European House – Ambrosetti. 

Qui si legge infatti che quella che viene definita come “Duplice transizione”, green e digital, incrementa in modo decisivo la propensione all’export delle PMI: la fetta di imprese che investe in innovazione digitale e sostenibile e che esporta è superiore di ben 20 punti percentuali al numero delle imprese che esportano senza affrontare nessuno dei due processi. 

Come messo in evidenza dal pool di commercialisti e professionisti di Dr-Export, la Twin Transition permette alle piccole e medie imprese italiane di essere più consapevoli, più resilienti, ma anche e soprattutto più competitive, anche a livello internazionale.

Di certo, però, affrontare queste transizioni non è né facile, né economico: per questo motivo la stessa SACE sottolinea che “è necessario che le PMI siano supportate in tutti gli aspetti più critici, come ad esempio le barriere culturali nel caso della rivoluzione digitale oppure quelle economiche nell’ambito della transizione green”. 

Diventa quindi fondamentale per le aziende con vocazione internazionale che intendono affrontare dei percorsi di transizione ecologica e digitale, poter contare su validi sostegni finanziari: da questo di vista è prezioso il supporto di chi ogni giorno si occupa del reperimento di fondi per l’export, attività centrale del pool di Dr-Export. Visto il continuo mutare dei termini e criteri stringenti di accesso, ottenere i previsti finanziamenti agevolati o vincere i bandi a fondo perduto risulta infatti difficile, a meno che non si possa contare sulla consulenza di professionisti specializzati proprio nell’individuazione dei bandi più adatti e nella redazione corretta ed efficace dei documenti necessari. 

(Pubbliredazionale)