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Lavorare per lo stipendio? Certo, ma non solo…

lavoro ibrido

Lavorare per soldi? Certo, lo facciamo tutti, perché tutti quanti abbiamo le nostre necessità. Ma lo stipendio è l’unico motivo che ci spinge ogni giorno a muoverci dal nostro comodo letto e recarci al nostro posto di lavoro? A quanto sembra, non è completamente così che stanno le cose.

Un nuovo studio di ADP, leader riconosciuto a livello mondialein ambito HCM, rivela che circa un quinto (21%) degli occupati non mette le ragioni economiche al primo posto fra le motivazioni che li spingono ad andare a lavorare. Lo studio, che ha preso in considerazione più di 2500 lavoratori tra Germania, Francia, Italia, Olanda e Regno Unito, sostiene che i dipendenti non guidati da ragioni economiche raggiungono livelli motivazionali più elevati e una maggiore soddisfazione il giorno della busta paga.

Per una significativa minoranza di lavoratori, la passione e la soddisfazione battono il compenso economico, con un quinto (21%) degli intervistati che afferma di lavorare per amore di ciò che fanno, mentre uno su dieci afferma di lavorare perché ama l’azienda per cui lavora (12%), e un ulteriore 9% perché vuole imparare e avanzare nella carriera. Per contrasto, oltre un terzo (37%) sostiene che la loro primaria motivazione sia quella di guadagnare per soddisfare le proprie necessità, e per il l’11% per potersi permettere ciò che vogliono.

I risultati mettono anche in evidenza come le priorità motivazionali si rispecchiano poi su ciò che i dipendenti provano nel ricevere il proprio compenso alla fine del mese. Coloro che lavorano per soddisfare necessità o desideri sono più inclini a sentirsi delusi o frustrati quando si vedono arrivare la busta paga (parliamo del 40%).

Questo in contrasto con  coloro che amano ciò che fanno o l’azienda per cui lavorano (20% circa). I dati sono in linea con quanto affermato dai dipendenti europei, rispettivamente 43% e 21%.

Le motivazioni dei dipendenti mutano inevitabilmente nel corso della loro vita e delle loro carriere, tuttavia, sorprendentemente, i giovani lavoratori non sono i più motivati a guadagnare denaro. L’analisi europea, ha evidenziato come i giovani nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni siano i meno inclini (uno su tre) a considerare i soldi la prima motivazione, contro invece il 40% degli over 50. I lavoratori più giovani sono significativamente motivati dall’apprendimento e dalla crescita professionale rispetto ad altre fasce di età (20% circa).