Lavoro in Italia: i 10 mestieri artigianali più richiesti

mestieri artigianali

Digitalizzazione, internet, informatizzazione… Sempre più spesso sono queste le parole chiave nel mondo del lavoro. Ma se osserviamo bene, nel nostro tessuto lavorativo, ci sono delle professioni che continuano ad essere presenti e le cui abilità si tramandano spesso di padre in figlio: sono quelle che riguardano il settore dei mestieri artigianali. La richiesta in questo ambito continua ad essere alta, al di là di ciò che si pensa, ma i professionisti del settore sono davvero pochi.

Poche risorse in settori specifici

Secondo i dati del Sistema informativo Excelsior, realizzati da Unioncamere e Anpal, circa 4 aziende su 10 hanno avuto difficoltà a trovare i candidati per ricoprire i ruoli vacanti: complessivamente, nel primo semestre 2022, si parla di quasi 1 milione di posti di lavoro di difficile reperimento

Ma quali sono i lavoratori artigianali maggiormente ricercati? Espresso Communication, per conto di Cameo Italiano sulle principali testate di settore, ha effettuato uno studio individuando i 10 antichi mestieri artigiani più richiesti. Ecco quali sono:

Conciatore di pelli: l’industria conciaria italiana è un’eccellenza manifatturiera conosciuta in tutto il mondo: tramite il processo di lavorazione si rende la pelle ed il cuoio un prodotto adatto all’uso quotidiano e durevole nel tempo.

Liutaio: mestiere nato nell’epoca barocca, il liutaio si occupa di costruire e restaurare strumenti ad arco (come violini e violoncelli) e a pizzico (liuti, chitarre e mandolini). In Italia la culla di quest’arte è a Cremona mentre in Europa è rinomata la produzione artigianale di Granada.

Maestro incisore su conchiglia e corallo: artigianalità tipica di Torre del Greco, la creazione del cammeo su conchiglia e corallo ancora oggi viene affidata alle sapienti mani di maestri artigiani che lavorano la materia secondo tecniche e tradizioni che hanno attraversato secoli di storia.

Ricamatrice a mano: dalle mercerie alle grandi aziende, l’Italia si è sempre contraddistinta nel mondo per la qualità e il pregio delle ricamature per abbellire o impreziosire ogni tipologia di tessuto: lino, seta, lana, cotone.

Impagliatore: l’artigiano esperto nella lavorazione della paglia e del vimini crea sedie, cestini di varia grandezza e contenitori per damigiane. Mestiere tornato alla ribalta anche grazie alla riparazione delle sedute delle sedie che vengono prodotte industrialmente.

Tessitore: sono diverse le aziende alla ricerca di tessitori in grado di utilizzare i telai per realizzare prodotti finiti direttamente dai filati. Una particolare categoria sono gli arazzieri che tramite un’antica tecnica di lavorazione realizzano pregiati articoli di tappezzerie per adornare le pareti.

Bombonierista: la riscoperta della manualità avviene anche attraverso le cerimonie. Gli italiani non hanno mai rinunciato a celebrare le proprie tradizioni (matrimoni, cresime, battesimi) e sempre di più le bomboniere sono delle piccole creazioni artigianali legate ad un momento felice.

Lattoniere: sono sempre di meno gli operai specializzati che lavorano le lamiere con utensili manuali o macchine piegatrici. I lattonieri sono in grado di realizzare lamiere, tubazioni, raccorderia e grondaie per l’edilizia e di riparare le carrozzerie delle autovetture.

Ramaio: sebbene la produzione industriale abbia preso il sopravvento, ci sono ancora alcuni artigiani che realizzano pezzi di artigianato (una volta era pentolame da cucina) partendo da semplici fogli di rame che vengono tagliati, modellati con un martello e infine saldati tra loro.

“È fondamentale intraprendere un percorso condiviso assieme agli istituti scolastici che possa portare all’incontro formativo tra le imprese artigiane del territorio e i giovani favorendo, al tempo stesso, l’occupazione”, afferma Gino Di Lucafondatore di Cameo Italiano, azienda specializzata nella creazione di camei su conchiglia.

Mestieri che un tempo si tramandavano e che facevano parte della nostra cultura lavorativa, ora rischiano di comparire. Sarebbe davvero un peccato. I giovani dovrebbero farci un pensierino…