L’evoluzione intelligente delle professioni manageriali: le competenze vanno aggiornate costantemente
Ormai ne siamo consapevoli. In rete chiunque diventa protagonista della scena attraverso le nuove “protesi” intelligenti: smartphone, tablet, netbook, ultrabook, magari integrate con l’Intelligenza Artificiale.
L’accesso alla rete diventa mobile e, in qualsiasi posto siamo, possiamo collegarci e trovare informazioni su prodotti, servizi, luoghi di vendita, eccetera. Il che vuol dire essere molto più consapevoli delle scelte, degli acquisti, dei prezzi.
Anche nell’acquisto di beni e servizi, l’intelligenza artificiale collabora in modo cooperativo nel creare quella “massa critica” di richieste di quel determinato prodotto che consente al venditore/distributore di fare economie di scale e operazioni di ampliamento della domanda attraverso la diminuzione dei prezzi.
Le conseguenze sul mercato dell’intelligenza artificiale
Ma quali sono le conseguenze sul mercato? La vendita, la distribuzione di decine di prodotti tradizionali sono destinati a sparire o a modificarsi in modo radicale: le imprese che li producono e i negozi che li vendono sono destinati a modificare la loro offerta e la loro struttura di vendita con cambiamenti importanti, ammesso che i rispettivi imprenditori siano in grado di comprendere rapidamente quali altri prodotti potrebbero produrre al posto di quelli virtualizzati.
Ecco perché l’ulteriore conseguenza è che anche le competenze di cui ha bisogno il manager sono destinate a cambiare e ad essere sostituite con nuove competenze. Come già è successo e sta succedendo nel caso dell’industria dell’orologio o della musica o della editoria o in altre industrie e intere filiere di produzione e distribuzione ripensate alla luce dell’Intelligenza Artificiale.
Tutto cambia più velocemente
Se tutto diventa più rapido, si modifica anche la validità nel tempo di una conoscenza e di una competenza, cioè si è accorciata: 40 anni fa era normale che un giovane entrasse in azienda con la prospettiva di restarci per 30 o 40 anni svolgendo la stessa mansione, più o meno con gli stessi strumenti e le stesse tecniche.
Oggi il tempo di vita di una tecnica produttiva (o di un prodotto o di un materiale) non si misura più in decenni ma in anni o addirittura in mesi. Le stesse imprese nascono e muoiono con un ritmo incomparabilmente più rapido rispetto ad allora. È allora necessaria una maggior forza del management che sia fondata su professionalità, competenza e relazioni. Il vero obiettivo manageriale è allora quello della “continuità professionale”: si dovrà cambiare spesso azienda ma “auspicabilmente” senza interruzioni o soluzioni di continuità.
Per questo la soluzione per le nuove generazioni di manager si deve fondare su un sistema capace di garantire il continuo aggiornamento e il rinnovo delle competenze promuovendo capacità individuale in grado non solo di cambiare lavoro quando diventi necessario oppure se ne presenti l’occasione, ma anche di cercare attivamente nuovi posti di lavoro legati alle competenze valide possedute.
In conclusione, i manager hanno bisogno di imparare a condurre una cruda analisi di realtà sulla propria qualificazione in rapporto alla evoluzione del contesto per potersi orientare correttamente verso nuovi ruoli e attività in cui si possano applicare le competenze possedute.
Come dire: con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, evolversi per non estinguersi.
“Le incapacità di apprendere sono tragiche nei bambini ma fatali nelle organizzazioni. A causa di tali incapacità, poche imprese vivono la metà di quello che vive una persona:
la maggior parte muore prima di raggiungere i 40 anni”
Ikujiro Nonaka – Hitotaka Takeuchi
A cura di Angelo Deiana