Logomania: ecco il vero oggetto del desiderio del nuovo millennio
Il logo è uno status symbol
Il logo, specialmente quello dei grandi marchi, è sempre stato considerato uno status symbol. Fino a qualche anno fa, non era in uso la tendenza di esibirlo vistosamente. Gli unici brand che, fino ad allora, avevano fatto dei loghi il loro marchio di riconoscimento sono quelli sportivi: molti anni prima dell’avvento della logomania i big dello sportswear erano soliti inserirli su ogni capo senza paura di osare troppo.
Quando è scoppiata la logomania?
A tal proposito, è interessante notare che, la logomania è scoppiata solo dopo il revival dell’abbigliamento sportivo come streetwear: è possibile, quindi, che sdoganato uno, l’altro si sia ritrovato davanti la strada spianata.
Nel mondo della moda, complici influencer e membri dello star system che hanno iniziato a postare i loro acquisti monogrammati, è esplosa una vera e propria logomania.
Il logo così è ritornato più maestoso che mai: è ben visibile, messo in mostra e si trova su ogni capo d’abbigliamento o accessorio. Loghi e monogrammi vengono ripetuti ossessivamente sulla stoffa fino a diventare un pattern a parte, mentre, scritte e slogan giganti si impongono con prepotenza su t-shirt, felpe e giacche.
È un trend talmente radicato da apparire, non solo sui capi streetwear, ma anche sui completi formali. Infatti, impazza anche la moda per i tailleur con pantalone stampato all over con i monogrammi: da lontano sembrano dei semplici completi con pattern geometrici o floreali ma, una volta osservati da vicino, appaiono come un intreccio senza fine di loghi.
Nell’era in cui la moda è accessibile a tutti, il monogramma rende chiaramente esclusivo e autentico ogni acquisto. Eppure, non ci si dovrebbe sorprendere più di tanto, perché l’abitudine di tappezzare gli accessori con simboli e loghi risale a molto prima degli anni 2000. Tra le prime griffe ad apporre il logo sulle sue creazioni troviamo già Louis Vuitton sui suoi iconici bauli nel 1800, mentre, tra i più riconoscibili e originali, c’è sicuramente il logo di Versace che, grazie alla testa di Medusa, è diventata una vera e propria istituzione.
Il logo come segno di identità
In tutti questi casi, il logo è diventato il simbolo dell’oggetto del desiderio, identificando lo stesso in modo chiaro. Ma la logo-mania funziona anche a livello più inconscio: è in grado, infatti, di fissarsi nell’immaginario collettivo anche se prende la forma di un semplice dettaglio, come ad esempio, una pochette o la suola di una scarpa.
È questo il caso delle scarpe 483 di PREMIATA, una linea di sneakers dal design moderno con una caratteristica distintiva: la suola è interamente coperta di simboli e scritte dedicati alla maison, rendendole riconoscibili e uniche.