Luglio, il mese delle riflessioni per il lavoro
Questo è un mese molto particolare. E lo è di più in questa annata in cui il Covid-19 ci ha letteralmente stravolti. Luglio è il mese delle riflessioni per il lavoro, quello in cui solitamente vengono fatti progetti per la nuova stagione professionale che va ad iniziare.
Ma quest’anno non è facile, perché a regnare è l’incertezza. Agosto è una sorta di spartiacque tra ciò che è stato e ciò che sarà e l’abilità di ciascuno di noi sarà certamente quella di riuscire ad “azzeccare” le previsioni. Con una palla di vetro sarebbe più facile…
Il futuro è incerto più che mai
Nemmeno gli analisti più acuti sanno tracciare una linea, ma quel che è certo è che da qualche parte bisognerà ripartire. Alcune aziende, purtroppo, non ce la faranno, tante partite iva saranno costrette a gettare la spugna. Ma la storia ci insegna che dopo una salita c’è sempre una discesa e la speranza deve, in questo periodo, continuare a guidarci. Il famoso motto “Andrà tutto bene”, che ci ha accompagnato nei mesi del lockdown, per quanto riguarda il lavoro va traslato ai prossimi 3-4 mesi, in cui sarà la creatività e l’inventiva a darci lo spunto per tornare a volare.
Ecco perché luglio, quest’anno è un mese importante: saremo chiamati a disegnare (o ridisegnare) le nostre carriere, con una consapevolezza e un’accortezza rispetto al passato, che ci vengono dai terribili mesi in cui il Coronavirus ha funestato le nostre esistenze.
Luglio deve farci ragionare, farci capire se stiamo viaggiando verso orizzonti sereni o ci troviamo su un binario morto. Progettare il nuovo e lasciarci il vecchio alle spalle, o cambiare strada decisamente? I casi specifici sono infiniti, ma quel che è certo è che qualcosa bisognerà fare, perché questa ripartenza, quella che vediamo nelle vie e nei centri commerciali, nell’interscambio di servizi, nel turismo e quant’altro, non può essere sufficiente.
Rilassiamoci, ma riflettiamo
Non ci neghiamo una giornata al mare con la famiglia o la soddisfazione di una gita fuori porta. Non lesiniamo impegno nell’attuale lavoro, perché di gente rimasta senza ce n’è tanta. Ma nei nostri momenti di solitudine, magari in auto, nel traffico (sì abbiamo imparato a riapprezzare anche quello), riflettiamo sul nostro futuro lavorativo, tenendo conto certamente di come è cambiato il mondo e che magari, dietro il cambiamento, si nascondono nuove opportunità.