Manager e competenze: quale futuro ci attende? Un nuovo orizzonte
Esiste una linea di continuità nel processo che trasforma le conoscenze e i saperi, acquisiti lungo la nostra vita manageriale, in competenze di valore crescente. Ma cosa vuol dire managerialità al giorno d’oggi?
Siamo convinti che possa essere definita come una capacità in cui non bastano più competenze “hard” ma sono necessarie anche competenze “soft”, come la capacità di comunicare, sviluppare relazioni, fare networking.
Il tutto corredato da altri fattori come la qualità del risultato della propria prestazione, il rispetto delle regole di business, la capacità di promuovere la propria professionalità e il riconoscimento del proprio valore sul mercato. E dunque:
- il passaggio dal sapere, acquisito nelle istituzioni formative ed educative di ogni ordine e grado, alle competenza è determinato dal riconoscere che “si sa fare” il proprio mestiere in un determinato contesto di lavoro;
- il passaggio dalla competenza di processo alla competenza di tipo manageriale è determinato dal livello di prestazione ottenuto dal singolo in termini di risultato con un valore misurabile.
- senza dimenticare che il passaggio da competenza a capacità manageriale avviene nel momento in cui viene associato ad un risultato effettivamente misurabile.
D’altra parte, una persona che esca con un qualsiasi titolo di studio che qualifichi le sue conoscenze, anche se ha fatto tirocini e laboratori, non ha mai comunque verificato sul campo il suo saper fare.
Tantomeno se poi viene ingaggiato per un lavoro o una professione di cui, nel suo percorso formativo, nessuno gli ha anticipato le caratteristiche. Deve quindi confrontarsi e orientarsi su almeno tre aspetti:
- il contesto di lavoro in cui inizia a operare;
- il ruolo organizzativo e l’attività specifica a cui viene assegnato, ammesso che sia definito: sicuramente molto poco definito in una microimpresa e, altrettanto sicuramente, molto definito in una grande impresa o in una multinazionale;
- il processo operativo a cui quel ruolo-attività-professione-managerialità è assegnato, con tutto quello che ne consegue in termini di comprensione di quanto le conoscenze-competenze possedute siano adeguate o debbano essere ulteriormente arricchite.
Ecco perché, nel processo evolutivo, la persona arricchisce progressivamente le sue competenze con altre competenze/abilità/capacità di tipo comportamentale che includono il saper comunicare e il saper intrecciare relazioni professionali per fare rete.
Ed ecco perché tutto sta cambiando. Prima il manager (piuttosto che il professionista) era isolato, poco specializzato, scarsamente tecnologico e non abituato alla condivisione. Ora deve (per fortuna) diventare specializzato e in rete con altri specialisti, eccellente nel digitale e nella gestione delle conoscenze in rete, capace di condividere idee, linguaggi, progetti, rischi e investimenti con le comunità ed i social network a cui partecipa.
Senza dimenticare che, attraverso i social media, diventa possibile e conveniente, soprattutto in situazioni di mercati del lavoro saturi, cercare e selezionare competenze da riallocare in muovi mestieri o in nuovi contesti.
Un orizzonte nuovo e tutto da esplorare quello del management prossimo venturo.
“Non importa se vai avanti piano, l’importante è che non ti fermi”
Confucio
A cura di Angelo Deiana