Millennials, lavoro e welfare aziendale: ecco cosa vogliono i giovani!
I giovani hanno le idee chiare per il futuro del lavoro. Forse un po’ troppo ambiziose, ma chiare. I Millennials vogliono posto fisso, welfare e meritocrazia, e, udite udite, farsi una famiglia.
Sono questi i primi risultati della ricerca 2018 realizzata dall’Osservatorio Generazione Z, Millennials, lavoro e welfare aziendale, promosso da Edenred e Orienta.
I desideri dei Millennials rispecchiano il clima d’incertezza che c’è in quest’epoca. Prediligono il lavoro intellettuale a quello manuale, vorrebbero fare un’esperienza professionale all’estero e considerano più cool lavorare in una start up, piuttosto che in una grande azienda. Ma non sono solo questi i fattori determinanti: sono convinti che il vero punto di forza, in azienda, siano le competenze e la formazione e danno più valore alle possibilità di crescita e carriera che alla retribuzione.
I Millennials vogliono il posto fisso (per molti un’utopia), e desiderano lavorare in realtà che abbiano una politica di welfare aziendale in grado di aiutarli a formare una famiglia.
I numeri della ricerca
I dati emersi, su un campione di oltre 5.000 ragazzi, sono tutti da leggere: l’88,92% del campione, ha indicato una spiccata preferenza per il lavoro da dipendente; solo l’11,08% ha indicato il lavoro autonomo, inoltre l’83% del campione ritiene la formazione scolastica e universitaria determinante per il proprio futuro nel mondo del lavoro. Alla domanda: “Preferisci un lavoro intellettuale o manuale?” il 66,50% ha espresso preferenza per quello intellettuale, mentre il restante 33,50% per quello manuale. Il 77,01% è disponibile a fare un’esperienza di lavoro all’estero e per il 69% la dimensione aziendale è indifferente, rispetto alle proprie preferenze lavorative, ma oltre il 74% sarebbe felice di poter lavorare in una start up. Alla domanda, Per l’azienda sono più importanti, secondo te, le tue competenze professionali o quelle umane (come un carattere aperto e brillante) e caratteriali? il 57,63% ha indicato le competenze professionali e solo il restante 42,37% quelle umane, le cosiddette soft skills.
L’azienda ideale per i Millennials
Per la maggioranza schiacciante del campione, ossia l’81,50%, l’azienda ideale è quella che valorizza le potenzialità dei dipendenti, facendoli crescere in un contesto meritocratico. Il valore del merito è in assoluto al primo posto. Segue, in coerenza con il primo dato, il valore delle prospettive di carriera, per il 75,05%. Solo in seguito la “buona retribuzione” indicata dal 58,01% del campione.
Subito dopo vengono gli aspetti legati ai benefit, welfare e organizzazione del lavoro. Per il 32,39% degli intervistati l’azienda ideale è quella che prevede una serie di benefit, oltre la retribuzione monetaria, come: computer, cellulare, buoni spesa, corsi di formazione, convenzioni con negozi e palestre, assicurazione sanitaria, viaggi, e così via. Con la stessa percentuale, il 32,16%, figurano coloro che hanno indicato una preferenza per l’azienda che offre la possibilità di gestire in autonomia l’orario e il luogo di lavoro. Per contro hanno scarsa rilevanza gli ambienti di lavoro (al contrario di quello che si poteva pensare) che: permettono un libero accesso ai socialdurante l’orario di lavoro, indicato dall’1,01%, che sono informali e con spazi di svago (1%) e che siano poco gerarchizzate, indicate dal 9,94% del campione.
I giovani ed il Welfare
Per i giovani il welfare aziendale è determinante. Per l’83,52% di loro l’azienda ideale deve avere piani di welfarespecifici per i giovani dipendenti. Alla domanda: “È importante un’azienda che preveda servizi di welfare che facilitano la realizzazione di una famiglia per i giovani, quali; pagamento baby sitter, rimborso asilo nido, servizi di informazione medica sulla gravidanza, permessi aggiuntivi per la paternità e maternità, bonus spesa specifici, convenzioni con negozi per l’infanzia, e così via?” Il 95% del campione ha risposto che è molto importante. Questa convinzione è confermata anche dai dati emersi da altre ricerche sui giovani (quella dell’Istituto Toniolo, per esempio) che evidenziano come l’insicurezza e le difficoltà economiche siano l’impedimento principale rispetto alla creazione di una famiglia.