“Mollare tutto e cambiare vita”: un sogno per pochi, un progetto per qualcuno
Ricercare la felicità è un diritto di ciascun essere umano. Il lavoro, occupando gran parte della vita dell’uomo e della donna, deve quindi essere una componente che quanto meno non generi infelicità. Stupiscono in tal senso quindi i risultati di una recente ricerca condotta da Hays in collaborazione con Serenis, piattaforma digitale per il benessere mentale e centro medico autorizzato che ha coinvolto un campione di oltre 1000 lavoratori italiani. Ebbene, secondo i risultati dello studio, le intenzioni dei lavoratori di “mollare tutto e cambiare vita” per migliorare la propria felicità e qualità della vita sono davvero sorprendenti.
“Mollare tutto e cambiare vita”: per molti non è solo un sogno
Secondo lo studio quasi un lavoratore su dieci (8%), ha già pianificato tutto ed entro un anno è pronto a lasciarsi alle spalle il passato. L’obiettivo principale? La tanto desiderata “ricerca della felicità“. Ma non è tutto: il 25% dichiara di avere intenzione di fare il “salto” più avanti (bisognerà vedere come evolverà la situazione personale, per cui molti potrebbero cambiare idea), mentre per quasi la metà del campione resta solo un sogno nel cassetto.
Dunque, i lavoratori italiani non dimostrano di essere felici del loro lavoro. Cambiare, d’altro canto, in molti casi è un’incognita: le responsabilità, gli impegni già presi, le esigenze familiari, sono certamente pesi enormi per chi sogna una vita diversa e più felice. La paura di fallire e di rimetterci a livello economico (per il 50% degli intervistati) e l’impatto che potrebbe avere sulla famiglia (per il 47%), in particolare su figli e partner, sono le principali barriere che frenano gli italiani.
In particolare a mostrare il desiderio di cambiare lavoro e vita sono uomini e donne a prescindere dalla situazione economica, che vivono principalmente da soli, hanno dai 50 ai 64 anni e un profilo tendenzialmente alto (C-level); ma il desiderio stuzzica anche i giovanissimi appena entrati nel mondo del lavoro, che vivono in comuni molto piccoli, al di sotto di 5.000 abitanti, o medio grandi, da 100mila a 500mila, e lavorano nelle grandi aziende.
I motivi per cui cambiare lavoro
Cosa conduce al desiderio di cambiare vita e lavoro? Per gli intervistati, le motivazioni sono tante e toccano più sfere, non solo lavorativa ma anche quella privata. La felicità, indicata da sei lavoratori su dieci, è la molla principale che fa scattare il desiderio di provare qualcosa di nuovo, insieme all’esigenza di migliorare la qualità della vita(57%), avere più tempo a disposizione con ritmi meno frenetici (54%) e ridurre lo stress (44%). Tutti elementi che, insieme all’insoddisfazione del proprio lavoro, fotografano una società sempre più lontana dalle esigenze dei cittadini e dei lavoratori.
Quale attività si vorrebbe intraprendere?
Con la fantasia per i più, con una vera e propria pianificazione per pochi, alla domanda rispondono di immaginare di avviare un’attività in proprio in un settore totalmente nuovo (32%), di aprire un B&B o un agriturismo (28%) o lavorare vivendo in campagna o montagna (26%). Ma sono tanti quelli che vorrebbero viaggiare tutto l’anno svolgendo lavori saltuari, togliersi il vestito da “colletto bianco” e diventare artista / influencer o aprire il “classico” chiringuito…