Niccolò Manniello: “Ara Maris, è un progetto turistico che punta sulla managerialità e sulle bellezze della Penisola Sorrentina”

niccolo manniello - hotel ara maris sorrento

A Sorrento giungono turisti da tutto il mondo, per le bellezze del territorio, per la cucina, ma anche solo per rilassarsi nella quiete di una zona che sembra essere ancora incontaminata in alcuni punti. Le strutture alberghiere, in tal senso, ricoprono un ruolo molto importante per l’economia di una parte del Belpaese in cui si cerca di offrire experience fuori dal comune.

In un quadro generale di grande splendore e benessere, è stato inaugurato nei giorni scorsi l’hotel Ara Maris, nuovo 5 stelle lusso che promette soggiorni in cui nulla viene lasciato al caso. Noi abbiamo avuto modo di intervistare, quale CEO di HCI Srl, azienda che ha dato vita a questo progetto di real estate di lusso, Niccolò Manniello, che ci ha spiegato come è nata questa iniziativa e come è stata sviluppata dal punto di vista imprenditoriale.

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Intervista a Niccolo Manniello CEO di HCI Srl


Dott. Manniello, cosa vi ha dato l’ispirazione per creare Ara Maris? Come nasce il progetto e cosa c’è dietro? 

L’idea era quella di creare un lifestyle hotel in un territorio in cui solitamente sono presenti strutture turistiche più tradizionali. Un hotel che possa ‘vivere’ 24 ore al giorno, offrendo diversi servizi di ristorazione e di wellness grazie alla presenza della Spa, che possano essere attrattivi tanto per gli ospiti della struttura quanto per quelli esterni. Che possa anche essere un richiamo culturale, grazie alla presenza della galleria d’arte, e un inno alla natura, con la vegetazione in facciata, sul rooftop e sul vecchio terrazzo di copertura. Il progetto si lega ad un tentativo di diversificazione di investimenti della nostra realtà imprenditoriale, concentrata da 40 anni in un altro settore dell’economia italiana, quello della sanità. Non si tratta di un semplice investimento in real estate, in quanto ci occuperemo in prima persona anche della gestione operativa. 

Che tipo di investimento c’è stato?

Sicuramente un investimento molto importante: in primo luogo per entrare nel capitale azionario della preesistente società, poi per ammodernare secondo i più elevati standard del settore una struttura vetusta che è passata da 72 stanze a 49, da un 4 stelle a un 5 stelle lusso.

In che modo avete scelto, dal punto di vista manageriale, di distinguere l’hotel rispetto agli altri in una location particolare come quella della penisola Sorrentina, che è piena di hotel? 

Sicuramente abbiamo cercato di managerializzare da subito la struttura, scegliendo un general manager che potesse occuparsi della gestione operativa e nel contempo essere un filtro con le risorse umane, che spesso in questo settore tendono a patire una gestione troppo familistica da parte dell’azionista. Abbiamo cercato di creare un ambiente di lavoro sereno, con carichi di lavoro adeguati legati a procedure e standard predeterminati. Credo che questo aspetto abbia rappresentato anche un elemento di attrazione per il personale che fortunatamente non abbiamo fatto fatica a reperire. Negli oltre 100 colloqui che ho effettuato personalmente, ho notato che soprattutto i giovani oggi fanno fatica a innestarsi in ambienti lavorativi prevalentemente familiari, dove i margini di autonomia sono ridotti al lumicino e dove percorsi di carriera sono inesistenti. 

Oggi l’experience fa parte dell’attrattiva di un hotel come di una qualsiasi altra attività. Come vi siete posti di fronte al progetto di experience nel vostro hotel?

Sicuramente questo è uno degli aspetti sui quali la nostra attenzione è più elevata perché gli ospiti del segmento luxury cercano sempre più un’experience tailor made. Trovare il bello, il lusso, o il design per tali persone è un given. Quello che realmente vogliono sempre di più è un’esperienza totalmente unica, cucita su misura sulle loro esigenze; per questo stiamo cercando di ideare, anche con partner locali, delle esperienze sempre più particolari, uniche. Mi viene in mente la raccolta delle olive, la preparazione della mozzarella, esperienze tipicamente locali che si possano aggiungere a quelle più tradizionali, come la visita degli scavi di Pompei, Ercolano, il Vesuvio, proprio perché chi viene in un hotel di lusso è alla ricerca di un elemento di unicità, di una storia da raccontare. Ecco, in questo modo si integra anche un po’ la struttura con il territorio che la ospita.  

Quanto è importante oggi, quando si apre una nuova attività, pensare al territorio e alla valorizzazione della struttura proprio in funzione del territorio?

È fondamentale, viviamo in un periodo storico in cui mancano determinati punti di riferimento. Tutto sembra essere uguale: ovunque si va nel mondo si trovano gli stessi ristoranti, gli stessi negozi e gli stessi articoli commerciali. Noi puntiamo forte ad un ritorno alle tradizioni. All’ospitalità, alla qualità del servizio offerto, felici di mostrare ai nostri ospiti la tradizione dei luoghi che ci ospitano. Tali aspetti vengono chiaramente declinati anche in cucina, attraverso la selezione di soli prodotti a chilometro zero. Abbiamo provato a valorizzare il territorio anche attraverso l’arte; in tutti i corridoi ci sono foto di luoghi iconici della regione Campania scattate da un noto fotografo italiano. Insomma, l’idea era quella di dare un’identità territoriale fortissima al nostro hotel.

Quali sono i progetti futuri per Ara Maris?

La nostra ambizione è arrivare il prima possibile allo stesso livello delle migliori strutture italiane. Farlo donando ai nostri ospiti un sano mix di lusso, cultura e ricercatezza del servizio.