People at Work 2022: A Global Workforce View. Il lavoro: la settimana lavorativa di 4 giorni piace!

smartworking

Continuano ad arrivare conferme sulle tendenze che vedono i lavoratori alla costante ricerca dell’ottimizzazione dei propri tempi e del work-life balance. L’idea della settimana lavorativa di 4 giorni piace moltissimo. E a confermarlo arriva “People at Work 2022: A Global Workforce View” l’annuale survey redatta dall’ADP Research Institute.

Sono stati circa 33.000 i lavoratori interpellati in 17 Paesi, di cui circa 2000 in Italia.

Secondo le risultanze della ricerca, il 56% degli intervistati sarebbe d’accordo di passare a una settimana lavorativa di 4 giorni, arrivando così a lavorare 10 ore al giorno pur di avere un giorno libero in più a settimana.

In pratica, lo stesso numero di ore compresse in meno giorni. Anche se c’è chi è pronto a giurare che, ottimizzando le attuali ore lavorative nei 4 giorni, la produttività resti comunque inalterata.

Addirittura, tra i lavoratori, il 35% accetterebbe una diminuzione dello stipendio se questo significasse migliorare il proprio equilibrio tra lavoro e vita privata, anche senza nessuna modifica delle ore lavorative. 

“Alcuni datori di lavoro stanno già introducendo la settimana lavorativa di quattro giorni, un cambiamento epocale. Se riescono a farlo funzionare assicurando che le esigenze aziendali continuino a essere soddisfatte, potrebbe essere vantaggioso per tutti”, dice Marisa Campagnoli, HR Director ADP Italia. “Non molto tempo fa, idee come adottare un orario flessibile diffuso o consentire ai dipendenti di condensare le proprie ore in quattro giorni avrebbero potuto essere derise. Ora meritano una riflessione seria, soprattutto se la concessione di richieste di salari più elevati non è un’opzione praticabile”.

Altri dati significativi della ricerca

La metà dei dipendenti intervistati (54%) dice di aver valutato di cambiare lavoro negli ultimi 12 mesi. Tra loro, uno su quattro (21%) ha pensato di cambiare settore, il 14% di richiedere addirittura un anno sabbatico. Il 13% ha valutato l’idea di diventare imprenditore aprendo un’azienda, di prendersi una pausa temporanea dal lavoro (12%) o di lavorare part-time (13%), mentre uno su dieci ha considerato l’ipotesi del pensionamento anticipato (11%). Sono più le donne che desiderano passare al part-time (15% contro l’11% degli uomini).

“In questo periodo di cambiamenti radicali, i datori di lavoro devono concentrarsi prima di tutto sulla gestione delle nuove dinamiche lavorative e sulla fidelizzazione della forza lavoro. Per farlo devono porre le domande giuste, capire meglio i dipendenti, compreso il modo in cui la mentalità prevalente è cambiata, per adeguare l’approccio da adottare di conseguenza. Probabilmente dovranno prendere decisioni coraggiose e superare i preconcetti, come molte aziende hanno già fatto, ma saranno decisioni fondamentali per il benessere dell’azienda e della sua produttività” conclude Marisa Campagnoli.