Personal Branding: il vero biglietto da visita di un professionista
Tra influencer, opinion leader e blogger, anche le persone sono diventate veri e propri brand che grazie ai social network e internet possono promuoversi su larghissima scala. Si fa dunque riferimento al Personal Branding: ma cos’è il Personal Branding? In poche parole si tratta della promozione di sé stessi, delle proprie competenze e conoscenze, finalizzata a posizionarsi come figura di riferimento nel proprio settore o, più semplicemente, come persona conosciuta e riconosciuta per le proprie capacità.
Questo concetto può essere esteso anche a chi si trova ad interagire professionalmente con altre persone, partecipa a discussioni, condivide le sue idee e suoi interessi sui social network. Nel mondo del lavoro, infatti, succede più o meno la stessa cosa: per essere considerati un punto di riferimento in un determinato settore bisogna dimostrare di essere degli esperti, di conoscere il contesto in cui ci si muove, di essere aggiornati e sapersi relazionare con i propri colleghi. Inoltre, in un’ottica in cui anche le aziende sono persone, siamo portati a dare fiducia e instaurare un legame più con altre persone che con marchi e aziende e contare sulle relazioni con dipendenti, soci e vertici è fondamentale per costruirsi una reputazione forte e positiva.
Brand, brand identity e personal branding
Far sì che un’impresa commerciale sia identificabile non significa solamente avere un nome o logo riconoscibili. Dietro al brand, infatti, troviamo ulteriori elementi che colpiscono gli utenti in modo più o meno diretto, a partire dai valori dell’azienda fino alle emozioni e le aspettative che crea nel consumatore. La riconoscibilità di un brand è fondamentale per il suo successo: l’obiettivo è far sì che gli utenti possano riconoscere con chiarezza i segni distintivi di prodotti/servizi e identificare nella marca un punto di riferimento per quel prodotto/servizio. L’identità della marca, o brand identity, deve essere strutturata, chiara e riconoscibile da ogni potenziale cliente, deve sviluppare attività di marketing, linee grafiche e tone of voice sempre coerenti con i valori aziendali. Tutto quello che negli ultimi anni è stato teorizzato e sviluppato per i brand azienda è facilmente riconducibile anche alle persone che con il Personal Branding curano la loro immagine, intesa chiaramente non solo da un punto di vista estetico ma soprattutto comunicativo e percettivo. Non solo le aziende rappresentano un brand: anche i professionisti, con il loro lavoro quotidiano, costruiscono la loro “identità di marca” e possono diventare dei punti di riferimento nel loro settore. Per creare una personal brand identity solida e chiara è necessario studiare bene il proprio settore, conoscere gli attori che ne fanno parte e definire i valori che meglio la rappresentano. Individuati i valori, è importante creare un’immagine del brand che li rifletta. Per chi vuole fare Personal Branding più strutturato può anche costruirsi un logo, che deve avere una grafica coerente, e magari uno slogan, che in poche parole esprima i concetti chiave della marca. Inoltre non possiamo dimenticare che una marca è anche posizionamento, inteso come la percezione e la fiducia che un utente ripone nel brand che ha scelto, un aspetto fondamentale del Personal Branding.
I canali del Personal Branding
Grazie al completo abbattimento delle barriere geografiche e alla velocità di trasmissione delle informazioni, il mondo del web è senza dubbio fondamentale per promuovere sé stessi ed entrare a contatto con i pubblici potenzialmente più interessati alle competenze professionali di cui disponiamo.
A seconda del settore di competenza, anche i social network si dimostrano un ottimo mezzo di comunicazione: al di là dei canali più informali come Facebook e Instagram – perfetti per chi si occupa ad esempio di marketing o nuovi media, di ristoranti, strutture turistiche o ancora di contenuti visivi e creativi – un ottimo strumento per mettere in mostra la propria esperienza è Linkedin.
Sul social network delle relazioni professionali, è possibile condividere contenuti ma anche tenere un vero e proprio blog in cui condividere i propri punti di vista, osservazioni o articoli inerenti le proprie competenze.
Ma il Personal Branding comprende anche svariate attività offline che vanno dalla partecipazione ad eventi di settore dove fare pubbliche relazioni o intervenire come speaker alla pubblicazione di contenuti come libri e articoli su stampa.
Le basi del Personal Branding
Ogni azione, online e offline, contribuisce a creare un’identità di marca come professionista. La promozione di sé stessi avviene seguendo una strategia capillare e continuativa che non lascia nulla al caso.
Il linguaggio da usare nella comunicazione e le attività in quanto tali devono mirare a rendere riconoscibili, e possibilmente unici, per le proprie qualità.
Lavorare sul Personal Brand significa definire il racconto della propria personalità, di aspirazioni e valori. Per iniziare a fare Personal Branding è necessario, innanzitutto, definire i propri punti di forza e fissare degli obiettivi per dare una direzione alle proprie azioni ma soprattutto saper raccontare e comunicare in maniera efficace qual è la mission, la meta da raggiungere.
Una volta definito l’obiettivo ad esempio economico o di semplice notorietà/autorevolezza, è il momento di analizzare il mercato e implementare una strategia per comunicare con chiarezza cosa rende uniche le proprie capacità e quali benefici possono comportare per terzi.
Un’approfondita analisi del mercato consentirà non solo di definire meglio il target e le azioni da rivolgere verso di esso, ma anche individuare lo spazio digitale, e non, in cui il pubblico è più presente. Fare Personal Branding richiede tempo e dedizione ma è oggi un biglietto da visita potentissimo senza il quale si rischia di rimanere solo bravi professionisti!
Tratto da Uomo&Manager di Novembre 2018