Reinventarsi è una parola chiave, ma non siamo soli

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Reinventarsi. Parola chiave in questo momento storico ed in particolare modo in questo inizio del 2021. Speranza, altro termine che sentiamo sempre più spesso nominare. Non è facile ripartire dopo un anno come quello appena terminato.

Il Covid-19 ci ha messo K.O. Più o meno tutti abbiamo visto cambiare il mondo intorno a noi e nello specifico quello del lavoro, è stato rivoluzionato. Smartworking, home working, collaborazioni saltate. Tutto questo nella migliore delle ipotesi, perché non bisogna dimenticare quanti non ce l’hanno fatta ed hanno dovuto alzare bandiera bianca chiudendo le proprie attività.

Reinventarsi, dicevamo. E sì perché tanti professionisti del mondo del lavoro hanno dovuto rivedere le loro skills, aggiornarsi, trovare nuove idee per trasformare le proprie attività e adeguarsi ai tempi che corrono. E se questo risulta più alla portata per i giovani, qualche difficoltà in più l’hanno incontrata coloro che sono avanti con l’età: 45enni e 50enni che hanno visto chiudere le proprie aziende o quelle in cui lavoravano e si sono ritrovati improvvisamente senza le certezze che erano abituati ad avere, dovendo ricorrere a tutta la propria sagacia, al proprio acume, per rimettersi in gioco, spesso e volentieri ripartendo “dal basso”.

Persone da ammirare, che hanno messo in risalto una skills che nel mondo del lavoro in molti devono imparare a ritrovare, ovvero l’umiltà. Quella che ci rende capaci di metterci in discussione anche nelle obiettive sicurezze delle proprie conoscenze. La domanda “sono davvero adatto a questo nuovo modello di lavoro?” risuona nelle nostre menti ad ogni cambiamento che si verifica attorno a noi.

Non è facile ricominciare, eppure è necessario in alcuni casi. Ma questo non deve essere un motivo di imbarazzo o di abbassamento dei livelli di autostima, al contrario deve essere considerato un momento di crescita ulteriore nel percorso professionale. Mai sentirsi soli, mai sentirsi abbandonati. C’è chi parla a voce alta manifestando le proprie difficoltà e chi invece le vive nel silenzio della mente. Ma questo momento ha colpito tutti duramente, senza distinzione e forse, mai come ora, il proverbio che recita “mal comune, mezzo gaudio” deve essere ripetuto come un mantra.