Sharing economy: è questo il prossimo step del business?
Condivisione. Parola chiave di questo periodo storico. E da questa si parte per creare nuovi business, tutti davvero molto interessanti. E già perché lo sharing, a quanto sembra, è applicabili a molti ambiti nel mondo del lavoro.
La parola condivisione è stata riportata in auge dai social network che ci hanno insegnato nuovamente che la vita di ciascuno di noi è più divertente e piacevole se viene in qualche modo vissuta insieme ai nostri amici, ma anche a coloro che riusciamo a coinvolgere nei fatti nostri, anche senza aver mai avuto con loro rapporti di nessun tipo.
E da questo si è preso spunto per creare nuove iniziative imprenditoriali. Si è partiti con il car sharing, poi con i coworking e così via. Il mondo si è scoperto affamato di condivisione. Si condivide tutto attraverso il web e non solo: sono molte le start up nate seguendo questo concetto negli ultimi anni, tanto è vero che si è arrivati a parlare di sharing economy, che nei prossimi 7-8 anni potrebbe arrivare a valere anche 330 miliardi di dollari, secondo le ultime stime.
Chi ha creduto in questo fenomeno sta facendo affari d’oro. I casi più noti, ovvero quelli di Uber, Airbnb, Blablacar, solo per citarne alcuni, sono partiti in un momento in cui la parola sharing ancora non era ben chiara a tutti. È questo il futuro?
Forse sì, perché in un periodo storico in cui di denaro contante da spendere ce n’è davvero poco, la cultura della condivisione sta prendendo piede. Si condividono le esperienze, perché non si può condividere un ufficio? Si condividono le proprie fotografie di viaggio, perché non farlo anche con la propria vettura?
Più volte ne abbiamo parlato, da queste pagine e da quelle della nostra rivista digitale Uomo&Manager: chi nel bel mezzo della crisi, anziché disperarsi, si è dato da fare per creare delle opportunità, oggi può definirsi pioniere del nuovo mondo.