Sicurezza sul lavoro: 1 lavoratore su 5 ha subito infortuni gravi negli ultimi 2 anni
In occasione della Giornata Mondiale della Salute e della Sicurezza sul Lavoro del prossimo 28 aprile, Espresso Communication ha realizzato una serie di ricerche per conto di KONE, azienda che si occupa di ascensori e scale mobili, nelle quali emerge una considerazione che non può passare inosservata: i lavoratori vorrebbero maggiore attenzione nei confronti della loro sicurezza da parte delle aziende e dei loro manager.
E soprattutto in certi settori, come si fa a non dare loro ascolto? Il problema della sicurezza sul lavoro è serio e i tanti incidenti, spesso mortali, che la cronaca ci racconta deve togliere dagli occhi quel velo di noncuranza che troppo spesso indossiamo.
Sicurezza sul lavoro: per alcuni, questa sconosciuta
Lo studio, realizzato da Gallup, segnala che quasi 1 dipendente su 5 (18%) nel mondo afferma di aver subito personalmente gravi infortuni sul lavoro negli ultimi due anni. UNO SU CINQUE. Inoltre, emerge che la maggior parte della stessa forza lavoro (62%) non ha mai ricevuto formazione in materia di sicurezza e salute sul lavoro.
I dati sono confermati anche da Yahoo Finance: stando a un sondaggio che ha coinvolto migliaia di lavoratori tra USA e Regno Unito, circa 4 dipendenti su 10 sono convinti che la sicurezza non sia una priorità assoluta per i propri datori di lavoro. QUATTRO SU DIECI.
E ancora. Da un’indagine di portata europea effettuata da New Civil Engineer che focalizza l’attenzione sui professionisti dell’industria edile in Europa, solo il 37% di chi opera in questo settore si sente completamente al sicuro all’interno dei cantieri.
Per l’occasione la ricerca ha coinvolto oltre 3mila lavoratori edili presenti in 14 paesi, tra cui l’Italia. Se, invece, l’attenzione viene focalizzata sui decessi, stando alle stime ufficiali delle Nazioni Unite, più di 2,78 milioni di persone muoiono ogni anno a causa di infortuni o malattie legate al lavoro, pari a un decesso ogni 15 secondi. E per quanto riguarda il il nostro Paese? Un riscontro, anche in questo caso negativo, giunge attraverso i dati INAIL: nel solo 2024 sono stati registrati 1077 incidenti mortali sul lavoro.
Quali sono le soluzioni per affrontare questa situazione drammatica? Luca Romano, Safety Manager di KONE Italy & Iberica, azienda che dal 2012 celebra la “Safety Week”, dice la sua: “Lo scenario attuale lascia spazio a pochi dubbi, risulta essenziale invertire la rotta attuale, mettendo al primo posto la salute e la sicurezza dei professionisti. Ogni giorno, in ogni fase operativa, noi di KONE siamo chiamati a prestare sempre la massima attenzione per offrire soluzioni all’avanguardia. Questo è il nostro modus operandi che, giorno dopo giorno, ci consente di creare la migliore esperienza di People Flow®, ovvero flussi di persone che si spostano da un piano all’altra all’interno e tra gli edifici in modo sicuro, efficiente e senza attese. Per fare in modo che ciò accada, dobbiamo innanzitutto consentire ai nostri collaboratori di operare in totale sicurezza. Il mio consiglio per i leader d’impresa globali? Investire in maniera efficace in corsi e sessioni utili per rendere i team operativi più consapevoli e preparati in ottica gestione imprevisti e situazioni «delicate», senza però perdere contatto con le nuove tecnologie, che saranno estremamente importanti al fine di accrescere i livelli di sicurezza. Quindi, da una parte abbiamo programmi di formazione continua in aula e sul campo; dall’altra, per risolvere problemi particolarmente ostici, forniamo ai tecnici aiuto da remoto, tramite un team di esperti e anche con il supporto di assistenti virtuali basati sull’intelligenza artificiale rigenerativa”.
Gli fa eco ita Somma, Consulente e Formatore Health & Safety: “La cultura della sicurezza aziendale si crea quando questo concetto esce dalla retorica e dalla demagogia e viene messo a terra, diventando una forma di azione organizzativa focalizzata sugli obiettivi. Questa forma di cultura organizzativa deve mirare, in approccio preventivo e non reattivo, ad aumentare consapevolezza, educazione, competenza e responsabilizzazione diffusa, riuscendo così ad incidere sulla mentalità e sulle pratiche comportamentali dell’organizzazione e dei singoli che operano in quel sistema. A questo proposito, considerando il trend globale, servono azioni concrete «safety-oriented», che puntano al superamento del mero approccio prescrittivo per indirizzarsi verso quello prestazionale. Le imprese devono mettere in campo progettualità, perseguire strategie, attraverso pianificazione, controllo e impegno costante per attività di prevenzione e promozione credibili, oltre la carta, improntate alla partecipazione, al coinvolgimento attivo e alla soddisfazione delle parti interessate. Per concludere, le nuove tecnologie tra cui l’AI potranno risultare utili in ottica sicurezza, fornire una ulteriore arma strategica, ma attenzione al considerare le forme di “sicurezza passiva” la panacea di tutti i mali. Si deve, infatti, conservare la consapevolezza che qualsiasi trend non deve mai dimenticare la centralità delle persone, in ogni fase del sistema lavoro, dalla progettazione alle operazioni in esercizio, ed essere pertanto sempre accompagnato dallo sviluppo di competenze, attraverso la formazione“.