Solitudine lavorativa: 1 italiano su 4 ne soffre. Ecco una possibile soluzione al problema
Vi siete mai sentiti soli al lavoro? Beh, non siete i soli. Si registra infatti negli ultimi tempi un fenomeno chiamato solitudine lavorativa. Nel mondo ne soffrono 8 lavoratori su 10 secondo un recente studio.
Cos’è la solitudine lavorativa
La solitudine lavorativa o workplace loneliness è un disturbo che colpisce 1 lavoratore su 4 (25%), che dichiara di provare tristezza e isolamento ogni giorno. Secondo quanto riportato anche dalla rivista Fortune, sono quelli della Gen Z a sentirsi maggiormente isolati sul luogo di lavoro (30%), rispetto al 22% registrato nelle altre fasce d’età.
Addirittura, in Giappone,uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Tokyo ripreso dal Japan Times ha rivelato che 1 persona su 10 si sente “sempre sola“ al lavoro, con la percentuale che aumenta tra coloro che lavorano per molte ore.
Il “Relazionésimo” come cura per il problema?
Secondo l’OMS, questa nel corso degli anni è diventata sempre di più una vera e propria epidemia ma una sembra esserci una nuova “cura” a portata di mano ed arriva direttamente dall’Italia. È nato proprio nel nostro Paese il Manifesto per far entrare la società in una nuova era, quella del “Relazionésimo“: un progetto sostenuto da un pool di esperti sociologi, psicologi ed economisti, che lavorano a stretto contatto con imprese e istituzioni e che punta a ristabilire l’importanza e il valore delle relazioni umane in un mondo dove sempre meno ci si guarda in faccia.
“L’identità soggettiva e delle comunità non è statica: richiede negoziazione, riconoscimento, impegno e soprattutto lo sviluppo di relazioni a tutti i livelli”, affermano Ketty Panni e Ombretta Zulian, imprenditrici e fondatrici della Fondazione Relazionésimo, ente del Terzo settore a profitto sociale dedicato alla promozione della crescita culturale, sociale ed economica della comunità. “È ormai indispensabile e improrogabile affermare la centralità della persona e delle relazioni umane in ogni scelta culturale, politica, economica, sociale e ambientale. Serve progettare non per i territori, ma con i territori; non per le imprese, ma con le imprese. In un processo autenticamente condiviso che sappia rovesciare le dinamiche tradizionali per ritrovarsi come comunità intorno alle relazioni, vero cuore del nostro esistere, motore di felicità e volano di sviluppo per produrre valore condiviso. Molti aspetti della vita moderna contribuiscono alla solitudine, inclusi fattori culturali, economici, demografici e tecnologici che esulano dalla capacità dei datori di lavoro di influenzare direttamente il clima all’interno delle organizzazioni. Tuttavia, ci sono aspetti della vita aziendale che possono essere modificati per ridurre la solitudine lavorativa e aumentare i legami umani. Aiutando i collaboratori a creare delle connessioni sociali le aziende costruiscono infatti una forza lavoro più felice, più sana e più produttiva”.