Solo il 5% dei lavoratori è felice. La ricerca del work-line balance è essenziale

colloquio di lavoro

Le aziende faticano ad assumere (88%), ma in molti si lamentano dell’assenza di lavoro. Qualcosa non quadra. Se è vero che tale situazione si verifica soprattutto per via dell’assenza di personale specializzato con competenze tecniche (57%) e soft (36%), non si può negare che la mancata corrispondenza tra quanto offerto dalle aziende e quanto desiderato dalle persone in termini di stipendio, carriera, flessibilità e stile di vita, sia un fattore, così come il fatto che il luogo di lavoro è sempre meno un posto dove le persone “stanno bene”. 

Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio HR Innovation Practice in collaborazione con BVA Doxa, solamente il 9% degli italiani afferma di stare bene nell’impiego attuale considerando le tre dimensioni del benessere: fisico, psicologico e relazionale. E, cosa ancor più preoccupante, solo il 5% oggi è “felice” al lavoro.

Un dato che lascia esterrefatti, se valutato con attenzione. Sempre secondo lo studio, fattori come ansia e stress portano alla ricerca di un nuovo lavoro: il 42% degli italiani l’ha fatto recentemente o ha intenzione di farlo a breve e nel 2024 per la prima volta il motivo principale è la ricerca di “benessere fisico e mentale” (36%), ma crescono anche la ricerca di opportunità di carriera e di occupabilità nel medio-lungo termine.

Nel giro di appena un anno sono raddoppiati  i Job Creeper (13% vs. 6%), quelli che non riescono a smettere di lavorare e lo fanno in momenti che dovrebbero dedicare alla propria vita privata, mentre è stabile il numero dei Quiet Quitter (12%), i lavoratori che fanno il minimo indispensabile senza essere coinvolti emotivamente nelle attività che svolgono.

Un aiuto dall’AI generativa? Qualcuno inizia ad utilizzarla, Il 26% dei lavoratori, ma pochi in maniera continuativa (solo il 3% ogni giorno e il 7% un paio di volte a settimana) e, a ben vedere, l’attività principale è stata la semplice ricerca di informazioni (31%) come una classica barra di ricerca. 

“Il mondo del lavoro negli ultimi anni è stato interessato da una vera e propria rivoluzione e la ricerca del ‘vivere bene’ è una risposta alle incertezze emergenti”, spiega Mariano Corso, Responsabile scientifico dell’Osservatorio HR Innovation Practice. “Se in passato il lavoro era il centro delle aspirazioni e dei progetti di autorealizzazione per crescere anche di ruolo e status sociale, ora la fragilità del futuro sembra spingere le persone soprattutto a stare bene qui ed ora. Nel lavoro si cerca un benessere economico e mentale, in cui la flessibilità nei tempi e luoghi è fondamentale. È necessario quindi ripartire dalle basi per costruire un nuovo approccio al lavoro orientato alla felicità, che preveda insieme giusto riconoscimento, flessibilità, work-life balance, inclusione, valorizzazione, employability”.

La sfida del 2024 per gli HR: attrarre talenti

Trovare nuove e valide figure professionali nel 2024 è la sfida costante a cui devono rispondere gli HR. Le figure più difficili da reperire sono i profili digitali, gli operai specializzati, le professioni sanitarie e i tecnici delle costruzioni civili. Per attrarre più candidati il 51% delle aziende sta aumentando i canali di ricerca, il 45% richiede il supporto di società specializzate per la ricerca di personale e il 40% offre salari più alti.

Alla fine, chi avrà la meglio?