Stefano Cianciotta e Confassociazioni a Roma per parlare di infrastrutture per innovare
Innovare attraverso le infrastrutture. Se ne parlerà il prossimo 24 ottobre a Roma alla Camera per analizzare il Paper dell’Osservatorio sulle Infrastrutture e di Galgano Value Strategy.
“Per individuare nuove soluzioni – ha dichiarato Stefano Cianciotta, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle Infrastrutture di Confassociazioni – allo sviluppo delle infrastrutture fisiche e digitali, l’Osservatorio Nazionale sulle Infrastrutture di Confassociazioni e Galgano Value Strategy hanno redatto uno studio sulla evoluzione del sistema infrastrutturale nei prossimi venti anni, dal titolo I-Volution, Infrastrutture che innovano. Dalle piattaforme agli ecosistemi. Il Paper sarà presentato nel corso di un workshop che si svolgerà il prossimo 24 ottobre alla Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto della Camera dei Deputati, dalle 9.30 alle 13″.
“Dall’inizio della crisi del 2008 in Italia gli investimenti pubblici sono diminuiti di oltre un terzo, mentre quelli per le infrastrutture, che nel 2009 raggiungevano quota 29 miliardi, nel 2017 ammontavano a soli 16 miliardi – ha dichiarato sempre Cianciotta -. Mentre il resto del mondo in questo decennio ha scelto di investire sulle infrastrutture per assecondare una nuova fase di sviluppo, l’Italia è bloccata”.
Immancabile anche l’intervento di Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni. “Nell’era delle reti fisiche e digitali, la realizzazione delle infrastrutture deve essere interpretata come un corpo integrato e non estraneo al processo di sviluppo che si intende favorire. Sempre di più, infatti, la differenza tra una infrastruttura utile e un’infrastruttura percepita come superflua, sarà determinata dal suo carattere eco-sistemico”.
“Il principio che vogliamo affermare – hanno concluso Cianciotta e Daniele Roscioli (Amministratore Delegato di Galgano Value Strategy) – dovrebbe essere chiaro. Le infrastrutture generano valore non in quanto opere, ma perché determinano e contribuiscono alla ridefinizione dell’ecosistema nel suo senso più ampio. Uno strumento auspicabile per garantire la trasformazione complessiva di una comunità, come sta accadendo con il porto di Rotterdam o con l’aeroporto di Zurigo: luoghi diventati veri e propri hub di innovazione, anche grazie alla sperimentazione della blockchain nella sottoscrizione dei contratti di servizio”.