Stipendi: per il 46% dei lavoratori sono troppo bassi. Ecco cosa dice uno studio
Le difficoltà economiche, figlie di una crisi che sembra senza fine, mordono alle caviglie e non solo. Gli stipendi sono troppo bassi e in molti casi non sono sufficienti ad arrivare a fine mese e per sbarcare il lunario bisogna davvero avere tanta pazienza e meticolosità nelle spese. Ma è giusto che un uomo o una donna che lavorano non riescano a concedersi qualche piccolo svago.
Stipendi bassi: possono causare uno scarso coinvolgimento
Secondo dati ADP (“People at work: workforce view 2023”) per il 53% degli italiani è lo stipendio l’elemento più importante nel lavoro, ma il 46% si sente sottopagato e un 15% denuncia come capiti che vi siano errori in busta paga, nonostante dovrebbe essere un processo ormai digitalizzato.
Un altro dato interessante analizzato dallo studio è che i collaboratori che pensano di ricevere una paga adeguata hanno il triplo delle probabilità di essere totalmente coinvolti sul lavoro e che la metà dei collaboratori che non sono soddisfatti della paga hanno dichiarato di essere alla ricerca di un nuovo lavoro in modo attivo.
L’ADP Research Institute, ha organizzato anche una survey denominata “Il potenziale del payroll nel 2024: sondaggio sul global payroll”, intervistando 1.735 figure senior in 19 Paesi con conoscenza approfondita delle paghe o attivamente coinvolte in attività di payroll all’interno di organizzazioni multinazionali, di cui 100 in Italia.
Dallo studio è risultato come anche in Italia l’importanza strategica del payroll sia in crescita. Per fronteggiare uno scenario economico difficile, l’alta dirigenza ha la necessità di accedere a più dati sulle paghe rispetto agli anni precedenti (42%).
Della situazione si rendono conto anche le aziende che sarebbero disponibili a innovare e migliorare le modalità e le tempistiche di accesso allo stipendio da parte del personale. Nei prossimi 5-10 anni, alcune realtà imprenditoriali coinvolte evidentemente nello studio, hanno in progetto di offrire nuovi metodi di pagamento al personale come portafogli mobili carte prepagamento (40%), opzioni flessibili lasciando ai dipendenti la scelta della data del pagamento (35%), offrire cicli di pagamento più frequenti come, ad esempio, settimanali (27%), pagare tramite criptovalute (13%).
Non solo stipendio
Altro argomento delicato affrontato dallo studio è quello relativo alle politiche di diversity, equità e inclusione. Sono questi temi di estrema importanza oggi nel mondo del lavoro: sono prioritari per i dirigenti, con circa la metà degli intervistati in Italia che evidenzia un aumento del numero di domande riguardanti equità retributiva e trasparenza retributiva rispetto allo scorso anno (rispettivamente 48% e 45%). Circa un terzo degli intervistati (32%) sostiene che diversity, equità e inclusione costituiscono un fattore trainante per la trasformazione della propria organizzazione di payroll nei prossimi due-tre anni e devono quindi assicurarsi che non passino in secondo piano superate da questioni più pressanti.
Questo soprattutto alla luce dei risultati della ricerca People at work dell’ADP Research Institute, dalla quale emerge che il 75% dei lavoratori italiani prenderebbe in considerazione di cercarsi un altro lavoro se scoprisse che esiste un divario retributivo di genere all’interno dell’organizzazione.