Stress da lavoro: la flessibilità oraria può essere una soluzione

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In un momento storico complesso come quello che stiamo vivendo, le aziende non possono non pensare al benessere dei propri dipendenti e collaboratori. Da questo fattore, infatti, può essere compromessa la produttività di ogni singolo componente dell’azienda. Il Burnout è una condizione che, fortunatamente, oggi viene tenuta in considerazione maggiormente rispetto al passato, anche perché a far drizzare le antenne, arrivano i risultati di studi come quello di Reverse, società internazionale di headhunting e HR ha condotto un’analisi che individua i livelli attuali di stress psicologico sul posto di lavoro. L’indagine è stata condotta in modalità CAWI su un campione di più di 1000 lavoratori italiani iscritti al panel Bilendi, rappresentati per fascia d’età, genere e macroarea  geografica. Il field si è svolto nel mese di Dicembre 2022.

Lo STADA Health Report nella sua edizione 2022 ha evidenziato come rispetto al 2021 i livelli di burnout siano passati dal 49% al 59%, a causa delle numerose difficoltà socio-economiche che il Paese sta incontrando, mentre la ricerca di Reverse mostra piccoli segnali positivi in chiave futura: infatti,  il campione di lavoratori intervistati si divide infatti equamente, a prescindere dalle dimensioni dell’azienda, tra chi sta vivendo una condizione di pesante stress lavorativo e chi invece dichiara di no.

Sembra una situazione non bella, se fotografata in modo incompleto: Tutto cambia se pensiamo che l’84% degli intervistati ha anche dichiarato di aver vissuto momenti di burnout in passato. Il miglioramento della situazione sembra essere dovuto ad un cambiamento epocale: ovvero la sempre più diffusa introduzione della flessibilità oraria.

La percentuale di lavoratori che, pur beneficiando di orari flessibili dichiara di subire lo stress lavorativo, è minore (40%) rispetto a quella di coloro che non possono usufruirne (50%). L’orario flessibile è anche la soluzione più suggerita dagli intervistati (51%) per contrastare in modo efficace in azienda una condizione di stress lavorativo constatato. Meno inficiante nel concetto di stress lavorativo il lavoro da remoto, equamente diviso tra chi si dichiara stressato e chi no. 

Il 74% dei lavoratori intervistati ha dichiarato che la propria azienda non suggerisce alcun tipo di iniziativa di supporto psicologico ai collaboratori, ma in realtà qualcosa si muove in questa direzione. Lo sportello psicologico gratuito è la soluzione più gettonata: lo citano infatti il 54% degli intervistati, seguito da incontri formativi (27%) e dal Bonus Psicologo (13%). 

“Gli orari flessibili sono una diretta conseguenza dell’introduzione del lavoro per obiettivi che rappresenta a mio parere la vera e propria svolta per il futuro nel lavoro”, dice Alessandro Raguseo, CEO e Co-founder di Reverse. ” Intendiamoci, nel nostro Paese c’è ancora molto lavoro da fare per arrivare a una condizione economica e psicologica ideale per i dipendenti, ma dal nostro studio emerge che qualche piccolo passo in avanti si sta compiendo, facendoci quindi ben sperare per il futuro”.