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Reinventarsi è una parola chiave, ma non siamo soli

Reinventarsi. Parola chiave in questo momento storico ed in particolare modo in questo inizio del 2021. Speranza, altro termine che sentiamo sempre più spesso nominare. Non è facile ripartire dopo un anno come quello appena terminato.

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Benvenuto 2021, che sia l’anno della ripartenza e delle nuove opportunità

Benvenuto 2021. Ci lasciamo alle spalle un anno orribile. Difficilmente riusciremo a dimenticare il 2020, anno del Covid-19, che ci ha di fatto rivoluzionato la vita nella sua quotidianità. Niente abbracci, strette di mano, saluti a rigorosa distanza. Ma soprattutto ha portato nel mondo sofferenza e tanti morti: come si potrebbe mai dimenticare tutto questo?

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Arriva il momento dei bilanci di fine anno: il 2021 sarà l’anno della ripresa?

È arrivato immancabile il momento dei bilanci di fine anno. Cosa abbiamo fatto? Che obiettivi abbiamo raggiunto? In cosa possiamo sperare per il futuro? Beh, dopo un anno del genere, la prudenza non è mai troppa, eppure una recente indagine di Wyser, società internazionale di Gi Group che si occupa di ricerca e selezione di profili manageriali, ci fa capire come la fiducia verso il futuro non sia poi così scarsa.

I dati della ricerca di Wyser

La pandemia ed il lockdown sono stati elementi che hanno pesato moltissimo sulle aziende, ma anche sui professionisti, in alcuni casi addirittura paralizzando interi settori produttivi. Se il 2021 potrà essere l’anno della ripresa dipenderà anche dalle misure di supporto e rilancio varate dal Governo, che saranno inserite nella prossima Legge di Bilancio. Tra quelle più necessarie per la maggior parte dei rispondenti alla survey, la riduzione delle tasse (50%) e gli incentivi all’occupazione (43%). Solo il 4% e il 3% indicano, rispettivamente, la CIG straordinaria e altri tipi di sussidi economici.

Il vaccino anti-COVID 19 è una speranza per tutti quanti e, con la distribuzione dello stesso, i professionisti vedono la possibilità di un ritorno alla normalità, lento per il 60%, rapido per il 20%. Solo uno 1 su 5 crede che l’impatto della vaccinazione sarà limitato sull’organizzazione della propria attività, segno che questa seguiva già o ha adattato efficacemente i propri modelli per rispondere alle nuove esigenze imposte dalla pandemia. 

Anche il risultato delle elezioni americane influisce sulle riflessioni sul futuro. E alla domanda “Come giudichi il risultato delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti per il tuo business?”, il 59% della community di manager di Wyser ha risposto che si aspetta una garanzia di maggior stabilità. Un altro 27% confida in una spinta positiva all’export, considerate le posizioni più moderate in tema di rapporti commerciali del nuovo Presidente eletto Joe Biden. Un giudizio negativo da parte del restante 14%, che teme un aumento della volatilità o del debito. 

“Dietro queste prospettive c’è probabilmente una speranza e una ricerca di maggiore stabilità da parte dei professionisti, che sembrano desiderare ancora un ritorno ad uno status quo ante che forse però non può ritornare – commenta Carlo Caporale, AD di Wyser Italia – Volatility, Uncertainty, Complexity and Ambiguity, sono le parole chiave che descrivono il ‘V.U.C.A. world’, ossia il contesto di incertezza e perdita di punti di riferimento in cui viviamo già da tempo e che è stato esasperato dall’avvento della pandemia”.

Obiettivi di carriera ostacolati dall’incertezza

Spaventati dall’elevata incertezza del periodo, i manager hanno fatto le loro valutazioni, rinviando a tempi migliori le loro ambizioni: tra le difficoltà riscontrate, l’onboarding più faticoso da remoto e un minor potere di negoziazione su retribuzione e condizioni di lavoro. Eppure 1 manager su 4 è alla ricerca di nuove sfide professionali, dimostrando una grande capacità di adattamento, competenza essenziale per restare competitivi in un contesto in continuo e radicale mutamento. 

“Cambiare lavoro, anche per un avanzamento di carriera, è un passo che si compie se la spinta motivazionale è più forte delle paure legate alla novità, oggi ancora maggiori – conclude Caporale – È però importante superare la visione della situazione attuale come emergenza transitoria e adattarsi, continuando a perseguire i propri obiettivi. Sarebbe uno spreco limitare la propria volontà di crescita e non cogliere le opportunità di apprendimento, rafforzamento e sfida che nascono da una situazione imprevista. La capacità di adattamento è una skill sempre più richiesta dalle organizzazioni, che necessitano di manager in grado di accompagnarle e guidarle nel cambiamento. Noi siamo al loro fianco nel costruire il loro futuro”.

 

Remote working: una tendenza che può portare a nuove opportunità

Il Covid-19 ha cambiato le nostre vite ed il nostro modo di lavorare. Nulla è più come prima e si cerca in ogni modo di ricreare una nuova normalità, anche per quanto riguarda la sfera professionale. Oggi il remote working, o smart working è una consuetudine per molte aziende e per i professionisti che offrono i loro servizi.

“Quando parliamo di remote working – Davide Boati, Executive Director di Hunters, brand di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – non dobbiamo limitarci a pensare che basti chiudere gli uffici e far lavorare tutte le persone dalle proprie abitazioni. Remote working significa revisione delle politiche aziendali o delle attività per portare avanti i task quotidiani, ma anche potenziamento delle infrastrutture IT per poter lavorare in totale sicurezza e adozione di nuovi strumenti di comunicazione. Ma significa soprattutto richiedere ai propri collaboratori di acquisire nuove competenze o di adattarle al nuovo contesto per rimanere produttivi e raggiungere gli obiettivi prefissati. L’emergenza legata al Covid-19, che speriamo termini nel più breve tempo possibile, ha segnato profondamente il nostro modo di lavorare e dobbiamo necessariamente imparare a muoverci in questo nuovo equilibrio. Le aziende dovranno riadattarsi per accogliere il lavoro del futuro che si sta aprendo”. 

I dati dall’Osservatorio Smart Working della School Of Management del Politecnico di Milano

Secondo un recente studio portato avanti dall’Osservatorio Smart Working della School Of Management del Politecnico di Milano, durante la fase più acuta dell’emergenza coronavirus, lo Smart Working ha coinvolto il 97% delle grandi imprese, il 94% delle PA e il 58% delle Pmi, per un totale di 6,58 milioni di lavoratori agili (un dato oltre dieci volte più alto dei 570 mila censiti nel 2019). Si stima che, al termine dell’emergenza, i lavoratori agili che lavoreranno almeno in parte da remoto saranno complessivamente 5,35 milioni, di cui 1,72 milioni nelle grandi imprese, 920 mila nelle Pmi, 1,23 milioni nelle microimprese e 1,48 milioni nelle Pubbliche Amministrazioni. Numeri davvero importanti che devono far capire come il mondo del lavoro sia in una piena fase di trasformazione ed evoluzione. Appare dunque necessario adattarsi velocemente alle nuove necessità e acquisire le skills necessarie per essere al passo con i tempi.

Infatti, fino al 76% degli impiegati totali vorrebbe continuare a lavorare da casa (anche pochi giorni alla settimana) anche quando (speriamo presto) il mantenimento delle distanze sociali non sarà più obbligatorio. Indipendentemente dal fatto che queste stime vengano confermate, questo grande cambiamento che è in atto potrebbe avere un ruolo importante ed avrà notevoli impatti anche a livello sociale, ambientale ed aziendale. Pensiamo ad esempio, al numero di auto che non congestioneranno le nostre strade, alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, ma anche alla diminuzione dei costi di gestione degli uffici (affitto, pulizia, manutenzione e così via). 

“Lavoro a distanza e lavoro da casa – aggiunge Davide Boati – sono spesso usati come sinonimi, ma in realtà non lo sono. Entrambi, però, portano allo stesso risultato: la possibilità di lavorare lontano dall’ufficio. Una condizione, però, che richiede un cambio di mentalità, sia da parte dei lavoratori sia da parte delle aziende. Ai primi sono richiesti un solido atteggiamento imprenditoriale, la capacità di organizzarsi e di gestire il tempo, ma anche una buona dose di competenze tecnologiche per usare efficacemente i nuovi strumenti di lavoro. Alle aziende, invece, sono richiesti una sempre maggiore flessibilità, una maggiore sicurezza informativa e una serie di soluzioni adeguate per portare avanti il lavoro virtuale e nuove soluzioni per lo scambio di informazioni/comunicazioni e per svolgere riunioni virtuali quando necessario”. 

Job Trends 2021: le nuove opportunità

In un contesto di questo tipo, sempre qualora venisse poi confermato dai fatti nei prossimi mesi/anni, è ipotizzabile un aumento di interesse per figure professionali affini a questo nuovo modello lavorativo. Hunter Group ne ha individuate alcune davvero interessanti.

  • Specialisti della sicurezza informatica: in un mondo del lavoro sempre più digitale, le aziende avranno sempre più necessità di essere sicure dal punto di vista informatico, per evitare attacchi cyber che possano compromettere l’operatività o portare alla perdita di dati sensibili. 
  • Specialisti di e-commerce: l’e-commerce ha avuto, negli ultimi mesi, uno sviluppo senza precedenti. Questo porta, naturalmente, alla necessità di professionisti che sappiano gestire i negozi online, gestire gli ordini, la sicurezza dei pagamenti e la relazione con i clienti. 
  • Analisti dei dati, scienziati dei dati, ingegneri dei dati: i dati, la loro analisi e la loro sicurezza rappresentano un patrimonio inestimabile per ciascuna azienda. Analisti ed esperti in grado di trasformare i dati in informazioni semplici e accessibili saranno molto richiesti per aiutare i manager a prendere le decisioni e a pianificare il futuro. 
  • Direttori commerciali e responsabili finanziari con spiccate capacità manageriali e in grado di gestire team, anche numerosi, a distanza e garantire il raggiungimento degli obiettivi aziendali, nei tempi stabiliti. 
  • Architetti e designer di interni: l’espressione “distanziamento sociale” è ormai entrata nel nostro vocabolario quotidiano, sia nella vita privata sia in quella lavorativa. Sarà indispensabile, quindi, che architetti e designer ripensino e ridisegnino tutti gli spazi all’interno delle aziende: scrivanie, sale relax, sale riunioni, reception e così via per permettere a chi frequenta gli uffici di muoversi in totale sicurezza. 
  • Coach e formatori online: l’e-learning è ormai (quasi) la norma. Le aziende dovranno iniziare ad immaginare percorsi di formazione online per tutti i propri dipendenti. Non mancheranno, dunque, opportunità per coach e formatori che siano in grado di padroneggiare strumenti tecnologici e creare sessioni di aggiornamento che ciascuno potrà seguire da remoto. 

Dicembre 2020: uno strano percorso ci porta alle Feste. E la speranza è tutta per un 2021 di ripartenza

Dicembre 2020, che strano percorso quello che ci accompagna alle tradizionali Feste Natalizie quest’anno. Di solito, in questo periodo, siamo soliti prepararci al cenone della Vigilia, al pranzo di Natale, al veglione di Capodanno, con le nostre raccomandazioni di prepararvi a vivere i giorni di festa spegnendo gli smartphone, i tablet e i pc, per rilassarvi e dedicarvi agli affetti, preparandovi mentalmente a ciò che sarà dopo il 6 gennaio. Quest’anno no. Quest’anno comanda il Covid-19. E pertanto dicembre 2020, al di là di tutto, non può essere considerato come tutti gli altri.

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