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Viaggiare per lavoro dopo il lockdown: ecco cosa è cambiato

C’è il grande desiderio di tornare a viaggiare per lavoro. I manager preparano le valigie e raggiungono sempre più gli aeroporti e le stazioni ferroviarie.

“Prima che scoppiasse la pandemia, i nostri viaggiatori prenotavano con una media di 8 giorni di anticipo rispetto alla data di partenza. Nei mesi da marzo a maggio abbiamo rilevato delle anomalie nel loro comportamento: una circostanza comprensibile se si pensa alla grande incertezza che ha riguardato tutti i settori e in particolare alcuni come il turismo, bombardati da continue informazioni sullo stato di emergenza. Oggi, a quattro mesi dalla fine del lockdown, il dato sta tornando ai livelli pre-Covid, con 5 giorni di anticipo sulla partenza. Il ritorno alla normalità non può che essere graduale ma, da quello che vedo, siamo sulla strada giusta, sempre che non ci siano nuove ondate”: queste le parole di Luca Carlucci, uno dei due fondatori e CEO di BizAway, piattaforma digitale che consente di pianificare l’intero processo di un viaggio d’affari.

Da un’analisi effettuata da Dall’analisi effettuata da BizAway sulle prenotazioni di oltre 550 clienti emerge che a marzo, ossia quando la confusione era massima ed era appena iniziato il lockdown, l’anticipo della prenotazione era solo di 2 giorni: “Questo dato dimostra che, nel momento in cui le frontiere mano a mano chiudevano e le possibilità di viaggiare diminuivano, le trasferte avevano carattere di urgenza e la prenotazione avveniva solo all’ultimo minuto e solo se indispensabile – continua Carlucci – La situazione è cambiata drasticamente nei mesi di aprile e maggio dove abbiamo registrato una media di rispettivamente 25 e 20 giorni di anticipo: questo aumento vertiginoso è stato dettato dal fatto che in piena quarantena, ormai rassegnati all’impossibilità di viaggiare, si prenotava a lungo termine, nell’attesa che le misure restrittive si allentassero”.

E ora cosa succede? Ebbene, con la fine del lockdown, i giorni tra la prenotazione e la partenza sono scesi a 7, a luglio e ad agosto – mesi che non sono di alta stagione per i viaggi d’affari – si sono assestati a 5

Il ritorno alla normalità nel business travel è dimostrato anche da un altro dato emerso dal comportamento degli utenti della piattaforma BizAway, quello del volume delle prenotazioni dei viaggi di affari che ad oggi è arrivato al 52% del volume pre-Covid. “Certo le aziende fanno viaggiare ancora poco i propri dipendenti, ma il mercato è in ripresa. Salvo ondate di ritorno, ritengo che con il 2021 quasi la totalità delle aziende torneranno a viaggiare come erano solite fare”, afferma Carlucci.

Le nuove abitudini dei manager in viaggio

Il Covid ci ha cambiato inesorabilmente ed ha lasciato tracce forse indelebili nei nostri sistemi di vita, ivi compresi quelli lavorativi. Se infatti prima la durata media era di 3,6 giorni e il mezzo di trasporto più utilizzato era l’aereo, da maggio 2020 in poi la durata si è abbassata a 2,4 giorni e viene preferito il treno: “Questo atteggiamento, frutto di un’analisi delle prenotazioni effettuate sulla nostra piattaforma, è comprensibile: la pandemia non è del tutto debellata e si mantiene un atteggiamento prudenziale, trattenendosi il meno possibile nella destinazione del viaggio. Altro dato significativo è la preferenza per il treno, un mezzo che da sempre richiede meno prassi burocratiche (moltiplicatesi in tempo di Covid) e oltretutto è anche più eco-friendly” conclude Luca Carlucci.

Al momento le destinazioni nazionali e internazionali per i viaggi di affari prenotati su BizAway si equivalgono, con un leggero vantaggio per le prime (52%) sulle seconde (48%): all’estero si viaggia per la grande maggioranza in Europa (82%) rispetto alle destinazioni intercontinentali (18%).

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Viaggi d’affari sostenibili: ecco 4 consigli utili

Viaggi di lavoro? Sì, ma devono essere green. Le aziende italiane sembrano essere estremamente virtuose quando si parla di viaggi business ecosostenibili, eppure non hanno grande conoscenza di quale sia l’impatto ambientale dei viaggi d’affari e di cosa possono fare in concreto per renderli più sostenibili.

Questo è il risultato del sondaggio “Corporate travel sustainability index” condotto da SAP Concur, secondo il quale l’82% delle aziende italiane vorrebbe apportare un cambiamento nelle sue travel policy, ma il 39% dei travel manager non conosce i dati sul reale impatto e di conseguenza diventa difficile essere proattivi.

4 consigli per viaggi d’affari sostenibili

A quanto sembra sono i piccoli gesti a fare la differenza in molti casi. BizAway, la multipiattaforma digitale di business travel che dal 2015 con i suoi servizi cerca di snellire il lavoro del travel manager e di promuovere la digitalizzazione nel settore, ha stilato un piccolo prontuario di 4 consigli che possono rendere più sostenibili i viaggi di lavoro.

Adottare travel policy eco-friendly 

Un viaggio sostenibile inizia molto prima del check-in: dalle travel policy aziendali. Se possibile, dunque, è meglio scegliere il treno piuttosto che l’aereo per gli spostamenti; scegliere l’hotel più vicino al luogo dove si deve andare per lavoro.

Prenotare in anticipo il parcheggio 

Può sembrare un’ovvietà ma sono in pochi quelli che ci pensano prima di iniziare il proprio spostamento. La ricerca di un posto auto richiede in media 15 minuti per ogni automobilista (che possono arrivare a 30 nelle grandi metropoli europee) e questo comporta l’aumento delle emissioni di CO2 oltre che dello stress di chi magari deve recarsi a un importante appuntamento di lavoro e rischia di non farcela.

Prenotare una struttura sostenibile

A prescindere dal livello della struttura di hospitality prescelta, sono numerose quelle che dedicano un’attenzione particolare al tema della sostenibilità e adottano misure volte alla riduzione degli sprechi e dell’inquinamento. Dall’utilizzo di prodotti ecologici per la pulizia delle camere e dei locali alla raccolta differenziata dei rifiuti, fino all’impiego di pannelli fotovoltaici o alla scelta precisa di prodotti a km 0 per la preparazione dei pasti, sono molte le iniziative che magari non balzano subito all’occhio del viaggiatore ma che possono essere perfettamente in linea con le policy della loro azienda. 

Compensazione delle emissioni di CO2 con iniziative speciali 

BizAway ha creato uno strumento di calcolo immediato e compensazione automatica delle emissioni di anidride carbonica dei viaggi con la conseguente piantagione di mangrovie, a fronte di un contributo economico esiguo da parte del viaggiatore. In pratica, grazie alla collaborazione avviata con l’organizzazione no profit Eden Reforestation Projects – impegnata nella lotta alla povertà e all’inquinamento in ampie aree devastate dalla deforestazione in Etiopia, Madagascar, Nepal, Haiti, Indonesia, Mozambico e Kenya – chi prenota un viaggio può contribuire al benessere del Pianeta: con un contributo di 10 centesimi, Eden pianterà una mangrovia, un albero che nel corso della sua vita riesce ad assorbire emissioni di CO2 pari a circa tre voli di sola andata Venezia-Barcellona effettuati da un singolo passeggero. In un anno sono già stati piantati oltre 50.000 mangrovie, assorbendo piú di 16 i milioni di kg di CO2.

Insomma, come affermava una celebre canzone “si può dare di più” per il nostro pianeta, anche quando si viaggia per lavoro…