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L’intelligenza emotiva è una skill sempre più apprezzata

L’intelligenza emotiva è una skill ormai determinante ai fini della scelta di un collaboratore o un dipendente. Come si fa a capire se la si possiede? Questionari comportamentali e di personalità, giochi di ruolo e interviste strutturate: sono questi i mezzi che i recruiter utilizzano più spesso. A confermarlo è una recente survey globale di Wyser, la società internazionale di Gi Group, che si occupa di ricerca e selezione di profili manageriali, che ha coinvolto manager e professionisti, dalla quale è emerso che il 51% ha dichiarato che la sua azienda ha applicato almeno una volta l’Assessment Center, la metodologia che raccoglie questi strumenti in ambito HR, e ben il 31% proprio in fase di recruiting.

Le risposte che ci si aspetta di ricevere

Secondo il 62% degli intervistati di Wyser, nel valutare un profilo manageriale, è fondamentale analizzare le soft skill e i tratti di personalità del candidato, per il 54% avere elementi per prevedere nel lungo periodo il match tra manager e posizione aperta, per il 33% avere a disposizione output ed elementi di valutazione oggettivamente confrontabili e per il 25% aumentare l’accuratezza del processo di selezione.

E a proposito di soft skill, il 42% dei partecipanti alla survey considera importante avere informazioni circa l’Intelligenza emotiva di un candidato per una posizione manageriale. L’intelligenza emotiva è infatti un’abilità sempre più considerata e fondamentale per le prestazioni complessive di una persona, in particolare nei ruoli gestionali e dirigenziali. Ma non solo: la leadership stessa (59%), la capacità decisionale (40%) e le competenze relazionali (36%) sono altri aspetti determinanti nella valutazione di un profilo manageriale.

“Un’attenzione e una sensibilità più diffusa da parte delle aziende e degli esperti HR rispetto alle attitudini personali di un manager – intesa come leadership, intelligenza emotiva, capacità decisionale, competenze relazionali – ha richiesto di poter contare su molteplici e differenti strumenti e quindi elementi/output per valutare e confrontare ogni professionista. A ciò si aggiunge la necessità di accuratezza (ovvero limitare i bias umani dell’head hunter) nel valutare un candidato e nel determinare la sua idoneità a uno specifico lavoro, soprattutto nelle posizioni dirigenziali, che ha portato alla crescente adozione dell’AC” commenta Carlo Caporale, AD di Wyser Italia.

intelligenza emotiva
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1 head hunter su 3 cerca online le caratteristiche dei candidati

Gli head hunter googlano il nome del candidato sul web per conoscerlo

“Googlare” è un neologismo usatissimo ai tempi di internet e della conoscenza globale. Se non sei nella rete, probabilmente sei fuori da molti contesti. Ve lo confermeranno probabilmente molti head hunter che, secondo una ricerca di Wyser, cercano il nome del candidato proprio sul web digitando il suo nome su Google.

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