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Le aziende in cui si lavora meglio secondo i Millennials: ecco quali sono

I Millennials rappresentano una platea importante e numerosa nel mondo del lavoro, ecco perché la loro opinione assume un’importanza davvero rilevante. In un tale contesto risulta ancor più rilevante la classifica stilata da Great Place to Work Italia, ascoltando le opinioni espresse da oltre 41mila collaboratori su quelle che sono le 20 migliori aziende italiane in cui lavorare secondo i Millennials. Vediamo quali sono.

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PMI migliori in Europa: tra le top 10 nessuna italiana

Quali sono le PMI migliori in Europa in cui lavorare? Purtroppo nella graduatoria stilata da Great Place to Work, realtà leader mondiale per la cultura organizzativa, non figura nessuna azienda italiana nella top 10.

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Clima aziendale, 10 ragioni per studiare il grado di coinvolgimento dei dipendenti

Andare tutti in una determinata direzione: è questo che dovrebbe avvenire in ogni azienda. Ma è davvero così? Quanto influisce il clima aziendale nel coinvolgimento dei dipendenti nel raggiungimento di un obiettivo?

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Spencer & Lewis alla ricerca della felicità. Intervista a Giorgio Giordani e Massimo Romano

Chi ha detto che il posto di lavoro deve essere per forza un luogo triste in cui andare ogni giorno a fare qualcosa che non ci va di fare? Sono molte le aziende che hanno compreso l’importanza di creare all’interno dell’ambiente lavorativo situazioni che possano essere piacevoli da vivere per proprietari, collaboratori e dipendenti.

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Best Workplaces for Millennials 2022: ecco le aziende italiane preferite dai giovani

Dove sognano di lavorare i giovani in Italia? Le aziende di prestigio non mancano, ma le nuove leve hanno le idee chiare sulle realtà aziendali che preferiscono. I dati arrivano da Great Place to Work Italia, azienda leader nello studio e nell’analisi del clima aziendale, che ha stilato la classifica dei Best Workplaces for Millennials 2022, dalla quale emergono le 20 imprese italiane in cui i collaboratori della generazione Ynati tra il 1981 e il 1997, sono più felici di lavorare.

La classifica del Best Workplaces for Millennials 2022

Sono oltre 94mila collaboratori, di cui 16.453 millennial, di 210 aziende, che hanno detto la loro sulla base delle risposte date al questionario Trust Index di Great Place to Work.

Le aziende che si sono meglio posizionate nella specialeclassifica hanno, in media, una presenza della popolazione millennial superiore del 27% (73% vs 46%) rispetto alle altre analizzate e distanziano queste ultime di 24 punti percentuali (91% vs 67%) per la possibilità di lavorare divertendosi e di 21 punti percentuali (86% vs 65%) in termini di benessere e serenità psicologica. Questo a conferma anche di quanto abbiamo già reso noto in questo articolo.

Altri aspetti interessanti che sono emersi dal Best Workplaces for Millennials si differenziano nel confronto con le altre realtà coinvolte nell’analisi ci sono anche le promozioni (85% vs 52%, +33%) e la capacità di riuscire a trattenere i talenti con l’85% dei collaboratori che sono fortemente legati all’azienda (+15%). Inoltre, solo poco più del 13% dei collaboratori ha pensato di abbandonare il proprio posto di lavoro, a fronte del 22% di media delle altre organizzazioni.

“Il mondo del lavoro ha subito dei cambiamenti rilevanti nel corso dell’ultimo decennio e oggi i singoli collaboratori, in particolar modo i giovani, chiedono in primis flessibilità. Questi, infatti, non sono più disposti a dedicare la quasi totalità del loro tempo al lavoro – ha dichiarato Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great Place to Work Italia – Un’azienda che nella contemporaneità non si occupa del benessere dei propri dipendenti corre il rischio di perderli e questo è ormai un dato di fatto certificato dal raddoppio delle dimissioni volontarie non solo negli Stati Uniti ma anche in Italia. E non è tutto, il tempo medio di permanenza in un’azienda da parte di un millennial è di 3 anni e scende addirittura a un anno e mezzo per la Gen Z“.

Le migliori aziende in cui lavorare in Italia… secondo i giovani

In testa alla classifica (e alle preferenze) troviamo le aziende del settore tecnology.  Al primo posto, per il quarto anno consecutivo troviamo, Bending Spoons, azienda milanese attiva nell’ambito dei dispositivi software, davanti a Sidea Group Srl, società di consulenza barese, e Nebulab Srl, agenzia di soluzioni per l’e-commerce di Pescara.

“Dall’analisi dei dati della classifica sui migliori luoghi di lavoro risalta fortemente la capacità e l’attenzione che il settore digital ha avuto nello sviluppare e promuovere politiche attrattive per i giovani talenti – aggiunge Zollo – Questo fa delle realtà premiate una vera e propria fonte di ispirazione, confermando come l’ascolto attivo e una cultura di fiducia siano in grado di portare benefici sia in termini di attraction sia di retention dei talenti, soprattutto per quelli più giovani“. 

Best Workplaces for Millennials 2021: ecco cosa influisce nella scelta dei giovani talenti

Valorizzare i talenti e mantenerli in azienda sono solo oggi tra le priorità per le aziende italiane e non.  E i Millennials al giorno d’oggi sono la popolazione più rappresentata sul posto di lavoro. Ecco perché assume un’importanza vitale la classifica dei Best Workplaces for Millennials 2021 di Great Place to Work, azienda leader nello studio e nell’analisi del clima aziendale e dell’employer branding.

Lo studio ha visto coinvolte ben 128 aziende e 40.854 collaboratori, di cui 8.960 Millennial. Ecco la metodologia con cui è stata redatta la classifica: il giudizio della popolazione aziendale Millennial, raccolto tramite il questionario Trust Index©, ha costituito i 2/3 del punteggio totale, il restante terzo è invece ottenuto dalla differenza fra la percezione dei giovani e quella del resto della popolazione aziendale e dalla percentuale degli stessi Millennial sul totale dei rispondenti al sondaggio.

Per quanto riguarda le aziende classificate, la quota di collaboratori con età compresa tra i 24 e i 34 anni è pari al 44%, un dato di molto superiore rispetto al 21% della media ISTAT. Ma non è tutto, infatti, le imprese in classifica staccano di 15 punti percentuali le organizzazioni non premiate sia dal punto di vista dell’equità sia per quanto riguarda la dimensione del rispetto, ovvero l’insieme dei comportamenti che il collaboratore vive nella relazione con il proprio responsabile

Tra gli altri aspetti interessanti nei risultati della ricerca, appare importante sottolineare come i Millennial dei “best workplaces” si differenziano rispetto ai collaboratori assunti altrove: le promozioni e i riconoscimenti (81% vs 55%), la cultura dell’innovazione (87% vs 67%), la collaborazione del team (92% vs 72%) e, per concludere, l’equilibrio vita-lavoro (85% vs 76%) sono tutti elementi estremamente rilevanti.

Un altro dato da tenere in considerazione è la percentuale relativa ai giovani che vogliono lavorare per una data azienda nel lungo periodo: nelle organizzazioni classificate si registra un 80% contro il 70% rilevato nelle realtà non presenti in classifica.

I primi posti della classifica

Nell’edizione 2021 il primo posto se l’aggiudica Bending Spoons, azienda specializzata nel settore dell’Information Technology. Alle sue spalle troviamo Mia-Platform, protagonista del mercato delle soluzioni tecnologiche per la realizzazione end-to-end di piattaforme digitali cloud native, e da Casavo Management, realtà di spicco nell’ambito del Real Estate.

“Basta osservare i comportamenti dei Millennial per capire meglio il fenomeno della ‘Great Resignation‘ – dichiara Beniamino Bedusa, Presidente e Partner di Great Place to Work Italia – Solo ascoltando le loro esperienze potremo comprendere cosa sta succedendo e soprattutto come le aziende dovranno correre ai ripari. Per la realizzazione della classifica finale i giudizi dei Millennial non potevano che essere decisivi: sono infatti quasi 9mila i ragazzi dai 24 ai 34 anni di cui abbiamo raccolto i pareri tramite il nostro questionario Trust Index©. L’employee experience di questa categoria di collaboratori è e sarà sempre più importante in vista del 2022 per la costruzione di un ambiente di lavoro ottimale in cui il benessere organizzativo risulta fondamentale. I processi di trasformazione aziendale sono ormai diventati la normalità all’interno di uno scenario globale in continuo mutamento e sempre più improntato al digitale”.

World’s Best Workplaces 2021: ecco le migliori aziende in cui lavorare

Dopo la Europe Best Workplaces e la Italia Best Workplaces, arriva la World’s Best Workplaces che ha visto numeri davvero maiuscoli: 100 paesi coinvolti, 7500 indagini effettuate, oltre 3 milioni di risposte ottenute e 20 milioni di collaboratori rappresentati.

Le aziende sono state valutate dal punto di vista operativo, sulla base delle modalità messe in atto per creare eccellenti luoghi di lavoro e, allo stesso tempo, viene preso in considerazione anche l’impatto che le stesse imprese generano nei confronti delle persone e delle comunità.

Per essere considerate, le aziende devono comparire almeno in 5 classifiche Best Workplaces all’interno di una o più regioni geografiche (Asia, Europa, America Latina, Africa, Nord America o Australia) in un arco di tempo che comprende l’intero 2020 e l’inizio del 2021. Ma non è tutto, infatti, le organizzazioni presenti nella classifica delle migliori al mondo devono avere almeno 5mila collaboratori in tutto il globo e, di questi, almeno il 40% devono  trovarsi al di fuori del Paese in cui si trova l’headquarter aziendale. Insomma, una selezione davvero severa.

La classifica

Le prime tre posizioni di quest’anno sono occupate da DHL, in classifica poiché premiata in 38 paesi diversi, seguita da Cisco, premiata in 22 e, infine, Hilton, in 21.

“Coinvolgere un numero così elevato di aziende e collaboratori per la realizzazione della classifica è un traguardo che ci rende particolarmente orgogliosi e soddisfatti del nostro operato – afferma Alessandro Zollo, Amministratore Delegato di Great Place to Work Italia – Il lavoro svolto per raccogliere tutto il materiale necessario è stato notevole e proprio per questo motivo siamo ancora più entusiasti di vedere che l’Italia è addirittura sul podio dei paesi europei con il maggior numero di filiali premiate. Studiare la People Experience è e sarà sempre la base del nostro lavoro perché le aziende, soprattutto in questo momento, hanno necessità di comprendere le esigenze dei propri collaboratori per iniziare quel processo di trasformazione aziendale che sta influenzando ilpanorama globale.Il benessere organizzativo, la diversity e l’Inclusion (D&I), la sostenibilità e il lavoro ibrido sono oggi le tematiche più ricorrenti nelle nostre survey e questi argomenti entrano istantaneamente nelle agende degli Amministratori Delegati in tutto il mondo”. 

L’Italia, tra le premiate, fa una gran figura: infatti è il 2° paese europeo, dietro solo al Regno Unito, per numero di filiali premiate, ben 12.

“Europe’s Best Workplaces 2021”: sono 150 le aziende premiate. 20 sono italiane

21 Paesi europei considerati, 150 aziende premiate e 3.000 imprese coinvolte tra le quale ci sono 20 italiane nella classifica “Europe’s Best Workplaces 2021” di Great Place to Work®, azienda leader nello studio e nell’analisi del clima aziendale e dell’employer branding.

Per stilare la classifica è stato realizzato un ranking che suddivideva le aziende in quattro categorie (Large, Medium, Small e Multinational Companies) in base al numero di collaboratori presenti: la classifica, per l’occasione, è stata estesa di 25 posizioni e ciò ha portato anche ad una conseguente crescita del numero di premi, passati da 125 a 150 in totale.

Europe’s Best Workplaces 2021”: bene le italiane

Le aziende premiate hanno registrato l’88% di media Trust Index, dato di ben 8 punti superiore alla media delle imprese non premiate. Per quanto riguarda i settori di riferimento, l’IT si prende la scena con il 32% di aziende classificate, seguono con grande distacco l’asset dei servizi professionali (14%) e quello dei servizi finanziari e assicurazioni (13%). Facendo invece un focus sull’Italia, il Bel Paese conta ben 20 organizzazioni in classifica, di cui 14 local entities di aziende multinazionali.

Ma non è tutto, infatti, per la prima volta l’Italia è presente nel segmento dedicato alle Large Companies con due aziende, ovvero Illimity, gruppo bancario italiano ad alto tasso tecnologico fondato nel 2018, ed Elettronica, dal 1951 specialista nazionale della Difesa Elettronica. Risulta rilevante anche la categoria Medium Companies che vede la presenza di 3 aziende premiate: Biogen Italia, Zeta Service e Insight Technology Solutions e la categoria Small Companies, in cui è premiata Camasia

“Vedere così tante aziende italiane nella classifica degli Europe’s Best Workplaces ci rende particolarmente orgogliosi e, soprattutto, fiduciosi in vista di un futuro sempre più in crescita – afferma Alessandro Zollo, Amministratore Delegato di Great Place to Work Italia – Le indagini su cui si basano i risultati che hanno portato a realizzare questa classifica sono state svolte in un periodo estremamente complesso, in cui le organizzazioni eccellenti si sono spinte oltre al consueto per supportare le persone appartenenti al proprio clima aziendale: da segnalare a questo proposito che l’82% dei collaboratori degli Europe’s Best Workplaces afferma che in azienda le persone sono pronte a dare qualcosa in più per portare a termine il lavoro. Ciò è sicuramente frutto di un ottimo lavoro svolto in termini di benessere organizzativo. Tenere sotto stretta osservazione l’employee experience dei singoli professionisti consente, in seguito, ai leader d’impresa di costruire ottime basi per sviluppare percorsi di change management o trasformazione aziendale finalizzati a migliorare sia il clima organizzativo sia i risultati economici dell’impresa in quanto tale”.

“Europe’s Best Workplaces 2021”

Best Workplaces Italia 2021: ecco le aziende più virtuose

Dove si lavora meglio? Qual è l’ambiente in cui i lavoratori trovano una migliore soddisfazione? Per il 20º anno consecutivo, arriva la classifica dei 50 Best Workplaces in Italia 2021, realizzata da Great Place to Work®, nota società di consulenza in ambito HR e leader nello studio e nell’analisi del clima aziendale, del benessere organizzativo e dell’employer branding.

Il ranking, che si può consultare a questa pagina è frutto di un accurato lavoro di ricerca durato un anno, periodo nel quale sono state analizzate 128 aziende, che hanno chiesto di partecipare alla ricerca, e ascoltati i pareri di 53.610 persone, appartenenti alle imprese stesse, riguardo al proprio ambiente di lavoro e all’employee experience.

Ebbene il dato più interessante è che rispetto allo scorso anno è cresciuta di 4 punti percentuali la fiducia dei collaboratori delle imprese classificate nei confronti dei propri datori di lavoro e, allo stesso tempo, ed è cresciuto il fatturato delle aziende in graduatoria dell’8%.

La classifica è stata generata in virtù del giudizio delle persone a cui è stato sottoposto il questionario Trust Index© che, in un solo anno, è cresciuto fino all’85,79%: ciò significa che I’86% dei collaboratori delle organizzazioni classificate si fida dei propri leader, collabora efficacemente con i propri colleghi ed è orgoglioso delle misure adottate durante la pandemia.

I risultati del questionario aziendale pesano per i 2/3 del punteggio finale, mentre, per la restante parte, vengono analizzate le pratiche di gestione delle risorse umane, descritte dalle organizzazioni nel questionario Culture Audit©. La Classifica è stata suddivisa e organizzata in 4 categorie differenti sulla base del numero di collaboratori: aziende con oltre 500 collaboratori,con un numero di dipendenti compreso tra 150 e 499, tra 50 e 149 e tra 10 e 49.

“Il metodo che utilizziamo per stilare la Classifica finale è unico al mondo, oltre che universale e consolidato in oltre 40 anni di ricerche, perché si basa sulle opinioni e le considerazioni delle persone appartenenti ad aziende che possono chiederci di essere analizzate e, quindi, di partecipare alla ricerca. I collaboratori rappresentano, senza alcun dubbio, i maggiori esperti di clima aziendale all’interno del proprio ambiente di lavoro – sottolinea Andrea Montuschi, presidente di Great Place to Work Italia® – Sono proprio loro a determinare se l’azienda per cui lavorano possa ottenere la certificazione e poi concorrere per qualificarsi fra i 50 Best Workplaces™. La ragione dell’importanza dei singoli collaboratori è semplice: un «great place to work» può essere definito come tale solo se, all’interno dell’organizzazione, regna la fiducia reciproca tra le persone che danno corpo, presente e futuro all’impresa stessa”. 

Le aziende più virtuose verso dipendenti e collaboratori

La classifica vede posizionasi al primo posto MSD Italia, multinazionale leader nel settore farmaceutico. Seguono al secondo posto American Express Italia, servizi bancari, e in terza posizione Abb Vie Italia, multinazionale del settore biofarmaceutico. Il podio della categoria con un numero di collaboratori compreso tra 150 e 499 vede sul gradino più alto, per il sesto anno consecutivo, Cisco Systems Italy (telecomunicazioni). A seguire, Zeta Service (servizi professionali), e Salesforce (servizi informatici). Tra le imprese costituite da un numero di persone compreso tra 50 e 149, si piazza al primo posto Biogen Italia (biotecnologie e prodotti farmaceutici), dopo aver conquistato la medaglia d’argento nel 2020, seguita da Insight Technology Solutions (servizi ed assistenza per computer), e Zoetis Italia (biotecnologie e prodotti farmaceutici) che conferma la terza posizione conquistata anche un anno fa. Infine, tra le aziende con un numero di collaboratori compreso tra 10 e 49 si registra il primo posto di Accuracy (settore finanziario), la seconda posizione di Cadence Design Systems (impresa di software di calcolo), e il terzo posto di Camasia (servizi e consulenza finance con specializzazione nel controllo di gestione). 

La classifica vede presenti imprese provenienti da settori molto diversi tra loro: il più rappresentato è quello produttivo, nonostante l’influenza della pandemia, seguito da quello tecnologico. A proposito di quest’ultimo settore, le start-up tecnologiche e le aziende digitali si sono contraddistinte per livelli di fiducia e benessere tra i più alti di sempre: il Trust Index©, infatti, è pari all’88% e la crescita di fatturato media addirittura al 123%. Tornando alla graduatoria, è da segnalare la presenza di aziende del settore finanziario e assicurativo a testimonianza che per costruire un ottimo luogo di lavoro non è necessario lavorare nel digitale. Per concludere, le business unit che, in assoluto, si prendono la scena sono quelle del farmaceutico e dell’IT.

“Rispetto ai nostri competitor, ci preoccupiamo di ascoltare l’opinione dell’intera popolazione aziendale di ogni impresa per offrire un prodotto finale, in questo caso una Classifica, il più possibile preciso e impattante – sottolinea Alessandro Zollo, Amministratore Delegato di Great Place to Work Italia® – In questo senso, il Trust Index©, ovvero il nostro questionario di clima aziendale, è lo strumento operativo per eccellenza perché ci offre la possibilità di raccogliere e fornire dati  e numeri importanti che le imprese stesse possono poi utilizzare come metro di giudizio e base di partenza per migliorare e crescere costantemente nel corso degli anni. Per quanto riguarda i dati raccolti nel corso dell’ultimo anno, possiamo affermare che l’aumento della fiducia nei confronti dei leader non corrisponde ad un aumento di capitale economico: la correlazione tra i due indici crolla da 0,94 a 0,32 ed è lecito domandarsi che cosa sarebbe successo se i leader delle organizzazioni non avessero scommesso sui propri collaboratori e la loro resilienza – aggiunge ZolloScommettere sulle proprie risorse umane e ascoltare la loro opinione avràun’importanza sempre più crescente in futuro e proprio per questo motivo la persona è e sarà sempre il focus del nostro metodo operativo perché il clima organizzativo di ogni azienda, da quella produttive all’immobiliare, dai trasporti fino al retail, si misura sulla base di tre relazioni fondamentali: tra dipendenti e manager, nei confronti del proprio lavoro e dell’azienda e, per concludere, tra colleghi”.