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Attività fisica: ecco le tendenze del 2022. Come e quando ci alleniamo?

Attività fisica: come siamo cambiati? La pandemia ci ha stremato e tutti ricordiamo quei giorni in cui le porte delle nostre case dovevano rimanere chiuse a causa del lockdown e l’attività fisica ci sembrava l’unico modo per scaricare le tensioni. Palestre chiuse, così come le piscine e la maggior parte delle infrastrutture dedicate all’attività fisica. Abbiamo sofferto e non appena è stato possibile, in molti come prima cosa hanno ripreso a frequentare le palestre e non solo. Ma qualcosa è cambiato e ora ci sono tendenze che nuove per quanto riguarda il fitness.

A conferma di ciò arrivano le risultanze di uno studio di Gympass, piattaforma di corporate wellbeing, che ha analizzato le preferenze dell’anno appena concluso, per fare le proprie previsioni rispetto all’andamento del 2022.

Il 2021, un primo passo verso la ripresa

Non appena sono state riaperte, le palestre hanno visto accessi straordinari. Un’impennata (+143%) incredibile è arrivata a giugno, poi a ottobre, novembre e dicembre si è segnato un record di ingressi, complice anche il tipico entusiasmo da “back to workout”, con un totale di check-in che in tre mesi ha praticamente eguagliato quello di tutto il resto dell’anno.

Le sessioni live, che è possibile svolgere online attraverso app specifiche, nei primi mesi del 2021 hanno registrato numeri altissimi, a testimonianza del fatto che la possibilità di affidarsi a trainer professionisti anche a distanza è ormai un’abitudine sempre più apprezzata, soprattutto per evitare di abbandonare del tutto l’attività fisica quando non è possibile accedere alle palestre. A confermare la tendenza, c’è anche il totale delle live session sui 12 mesi del 2021, che ha visto un incremento del 133% rispetto al 2020.

Quando ci si allena di più?

Ovviamente per chi lavora l’orario migliore per praticare attività sportiva è tra le 17 e le 20 (54% degli intervistati), mentre nel fine settimana è la mattina il momento della giornata più apprezzato, con il 58% degli allenamenti tra le 9:00 e le 12:00.

Per quanto riguarda il tipo di attività, tra lezione dal vivo in palestra e sessioni live su app: sono cardio e bodybuilding le più gettonate, mentre pilates e yoga sono quelle maggiormente svolte da remoto, subito dopo le sessioni di training personalizzate con personal trainer online.

“In uno scenario ancora fortemente influenzato dalla pandemia, il 2022 sarà un anno in cui sempre di più si consolideranno le nuove abitudini acquisite dagli italiani in fatto di allenamento. L’hybrid training, che combina allenamento dal vivo ed esercizi online, rimarrà infatti una costante,” commenta Andrea Bandini, CEO di Gympass Italia. “Abbiamo infatti rilevato che quegli utenti che mixano esercizi in palestra e allenamenti digitali tendono ad allenarsi più spesso, e quindi a costruire un’abitudine duratura nel tempo. Noi di Gympass continueremo a lavorare per garantire a tutti i nostri utenti un’offerta sempre più completa e a 360°, con l’obiettivo di supportare le aziende e i loro dipendenti nel mantenere il massimo livello di benessere psico-fisico”.

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Chi soffre di Burnout e come affrontarlo secondo Gympass

Del fenomeno del Burnout abbiamo più volte parlato, ma sono tante le ricerche che approfondiscono le dinamiche e le conseguenze di questo problema. In particolare Gympass, grande piattaforma di corporate wellness al mondo che integra non solo attività fisica ma anche terapia, meditazione e altre risorse per la salute mentale dei dipendenti, ha studiato il fenomeno del Burnout. In particolare, ha messo l’accento sul momento in cui si giunge al limite delle proprie forze mentali, emozionali e fisiche.

I risultati dello studio sul Burnout

Secondo lo studio il 96% dei dipendenti ha affermato di aver affrontato il Burnout: di questi il 48% qualche volta, il 21% molto spesso, il 7% sempre, mentre il 4% ha dichiarato di non averne mai sofferto e il 20% solo raramente. 

Tra gli intervistati che hanno vissuto direttamente questo problema, il 34% sono donne, il 27% sono uomini e come fascia d’età l’86% sono millennials, ovvero coloro che sono nati tra fra i primi anni ottanta e la metà degli anni novanta. Le persone che affrontano il Burnout provano effetti negativi, a breve e a lungo termine, che influenzano diversi aspetti della loro vita, sia nella sfera personale sia in quella professionale.

I sintomi per riconoscere il Burnout

Non è semplice riconoscere i sintomi del Burnout perché potrebbero essere confusi con situazioni simili. L’esaurimento fisico e mentale che prova la persona porta diverse conseguenze a livello aziendale:

  • calo nella qualità del lavoro e della creatività: seguire le attività e le responsabilità di ogni giorno sembra inutile e questa mancanza di motivazione impedisce di lavorare bene. L’espressione di questo può essere, ad esempio, mancare alle riunioni, dimenticare di dare una risposta importante oppure confondersi in una consegna.
  • problemi interni tra colleghi come conseguenza di cinismo e apatia: tutto e tutti intorno cominciano ad irritare e le persone si innervosiscono senza una ragione apparente. Se si lavora nello stesso spazio l’individuazione di questo “sintomo” può essere più evidente; lo smartworking rende le cose un po’ più complicate.
  • i compiti vengono rimandati e le consegne non rispettate: nella routine lavorativa spesso si da la precedenza ad attività che si ritengono più stimolanti e piacevoli. Chi sta affrontando il burnout non riesce però a trovare gioia ed entusiasmo in nessun tipo task che si traduce in lentezza nello svolgimento e conseguente non rispetto della deadline.

I consigli di Gympass per affrontare il Burnout

Stress lavorativo, mancanza di produttività e poco equilibrio fra vita privata e professionale. Come si può intervenire? Ecco 5 consigli di Gympass per supportare i leader nella gestione dei dipendenti:

  • stimolare l’equilibrio della vita professionale dei propri dipendenti stabilendopause, facendo capire che si è coscienti dell’eccesso di lavoro; Inviare messaggi durante la giornata favorendo intervalli, coffee-break o attività di gruppo.
  • stabilire aspettative chiare: se il ruolo del singolo nel team non è abbastanza chiaro, il senso di appartenenza del gruppo si indebolisce e fa salire i livelli di ansia.
  • aiutare i dipendenti a comprendere il valore che apportano  all’azienda: non sottovalutare l’effetto di un “complimenti!” oppure di un “grazie”.
  • incentivare la pratica di attività fisiche lungo la giornata e promuovere uno stile di vita sano: praticare esercizi porta benefici non soltanto per il benessere fisico, ma anche per quello mentale. Uno studio ha confermato che gli esercizi aerobici aumentano la sensazione di benessere e abbassano la fatica, lo stress e l’esaurimento emozionale. Inoltre, il burnout può essere anche evitato con scelte nutrizionali sane. Mangiare bene e garantire che il corpo riceva tutti i nutrienti necessari è un primo passo importante.
  • tenere sempre in considerazione i sentimenti e le preoccupazioni di ognuno: quando qualcuno del team sente gli effetti del burnout, frasi come “non è poi così grave”, “sono sicuro che la supererai in fretta” oppure “passerà”, possono essere avvertite come mancanza di interesse o di scarsa attenzione al problema. È importante che la persona si senta ascoltata, accolta e supportata anche con l’aiuto delle numerose alternative digitali per il supporto psicologico, come applicazioni e terapie online.

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